LʼItalia valuta il ritiro del contingente. Dopo nove anni di colloqui di pace ora un passo verso la fine della guerra
Dopo una serie di colloqui avvenuti in Qatar, Stati Uniti e talebani hanno raggiunto un’intesa di principio per un accordo sulla pace in Afghanistan. Lo ha affermato al New York Times l’inviato Usa Zalmay Khalilzad, spiegando che gli estremisti hanno promesso di impegnarsi a impedire che il Paese “diventi una piattaforma per gruppi terroristici internazionali”. Ciò porterebbe al ritiro delle truppe americane e all’inizio di negoziati talebani-Kabul. “Abbiamo una bozza che deve essere arricchita prima che diventi un accordo”, ha detto l’inviato americano, Zalmay Khalilzad, in un’intervista al The New York Times a Kabul, dopo sei giorni di colloqui a Doha: “I talebani si sono impegnati, con nostra soddisfazione, a fare ciò che è necessario per impedire che l’Afghanistan diventi una piattaforma per gruppi terroristici internazionali o individui”.
Il Nyt sottolinea come dopo nove anni di sforzi per ottenere un accordo di pace con i talebani, l’intesa di principio appena raggiunta, sebbene preliminare, è il più tangibile passo verso la fine di una guerra che in due decenni è costata la vita di decine di migliaia di persone e ha cambiato profondamente la politica estera americana. La distensione tra Washington e i talebani ha avuto anche un immediato effetto sull’Italia: fonti della Difesa hanno infatti riferito che il ministro Elisabetta Trenta ha “dato disposizioni al Comando operativo di vertice interforze di valutare l’avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan”. L’orizzonte temporale per il ripiegamento dei nostri militari “potrebbe essere quello di 12 mesi”. Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, però, frena: “Lo apprendo adesso che lo avrebbe detto, non ne ha parlato con me”, spiega riferendosi alla collega. E assicura che “non appena torno a Roma o non appena dovessi sentire il ministro Trenta, ne riparleremo”.