Alzano Lombardo, la Procura dà ragione a Fontana? La zona rossa l’ha fatta Vincenzo De Luca in Campania ma per la Procura di Bergamo, quella di Alzano Lombardo e Nembro, era di competenza di Conte. Il Procuratore facente funzione di Bergamo, ossia la bergamasca Maria Cristina Rota ha già chiuso le indagini in due giorni, un vero fenomeno: “L’istituzione della zona rossa nella Bergamasca avrebbe dovuto essere una decisione governativa”. Dice proprio così la dottoressa fuori al suo palazzo di Giustizia col l’ansietà di chi non vedeva l’ora di comunicare, in modo inconsueto e inedito per chi fa questo mestiere, e “rassicurare” Fontana e Gallera (che ha visto la sua amata consonante scollarsi pian piano), appena ascoltati.
Capitolo chiuso sull’inchiesta della mancata chiusura dei Comuni di Nembro e Alzano Lombardo. Nient’affatto. La sacra Rota poi torna sui suoi passi. Ricorda di essere un magistrato, ma quello che doveva dire l’ha detto in due parole, ovvero ha ripetuto le risposte del duo Fontana-Gallera. Poi subito “riapre” il fascicolo (forse qualcuno l’avrà tirata per la giacchetta) e in tardo pomeriggio fa diffondere un comunicato che altro non è che un “compendio” di diritto processuale penale: “Vi è da parte della popolazione bergamasca richiesta di giustizia e vi è il dovere nostro di accertare i fatti facendo la massima chiarezza su di essi, la cui valutazione sarà operata con particolare attenzione tenuto conto di tutte le particolarità della delicata situazione.
Le indagini stanno andando avanti serrate e potrebbero portare a convocare come testimoni pure esponenti del governo o, ipotesi prematura, a uno stralcio di una loro tranche per essere trasmessa per competenza ad un’altra Procura”. E’ l’inizio del lavaggio delle mani. In realtà la dottoressa Maria Cristina Rota, da due anni alla procura di Bergamo, ha dato in pasto al popolo un’informazione priva di costrutto giuridico. Ha detto e preso una cantonata. Perché? L’esecutivo può disporre sicuramente zone rosse come nel caso di Codogno ma possono farlo anche le Regioni. La Rota “casca” su una cosa facile-facile?
La legge n. 883 del 1978 recita così: “Il ministro della salute può emettere ordinanze di carattere contenibile e urgente in materia di igiene e sanità pubblica”. Ma gli stessi provvedimenti possono essere adottati anche dagli Enti locali. “Nelle medesime materie sono emesse dal presidente della giunta regionale o dal sindaco ordinanze di carattere contenibile e urgente, con efficacia estesa, rispettivamente alla regione o parte del suo territorio comprendente più comuni e al territorio comunale”.
Dura lex sed lex sed iustitiam ho minibus parat! La dimostrazione è dell’applicabilità della norma sta nei provvedimenti adottati da Vincenzo De Luca in Campania, nel caso di Ariano Irpino, Lauro, Saviano e così via e dai suoi colleghi dell’Emilia Romagna e della Toscana. Perché a Nembro e ad Alzano Lombardo no? E’ una sfida ai morti “uccisi”. Fontana dice la “sua” in Procura e la Procura la gira alla stampa. Troppo facile, ma come dicono in Lombardia: “Ccà nisciuno è fesso”.