A oltre 3 settimane dall’Election day USA 2020, che avrebbe dato la vittoria al democratico Joe Biden, il presidente uscente Donald Trump non concede ancora l’onore delle armi al suo rivale politico. Il team Trump continua puntare il dito sui brogli elettorali dovuti al voto per posto e al software di conteggio che potrebbe essere facilmente manipolato. Ecco la situazione.
Trump e le sue armi segrete: ri-conteggio voti, cause legali e l’attacco a Dominion
Una cosa è certa in queste elezioni americane 2020, le più importanti e lunghe della storia: Donald Trump continua a dire di essere il vincitore legale e che lo dimostrerà mettendo alla luce i brogli elettorali. La mappa americana, che ad oggi vede Biden vincitore con 306 grandi elettori contro 232 (ne servono 270 per la presidenza) direbbero però il contrario. Ma se è vero che finora a decretare il successo del repubblicano ex vice di Obama, sono stati solo i media e non le istituzioni, uniche legittimate a farlo, allora pensare che la partita sia ancora aperta non è un errore.
L’avvocato di Trump, Rudolph Giuliani, ex sindaco di New York ai tempi del tremendo attentato delle torri gemelli nel 2001, ha preso in mano la situazione e a quanto pare si è mosso in molto stati chiave (Pennsylvania, Georgia, Michigan, Arizona e Winsconsin per richiedere in primi il ri-conteggio dei voti su tutti quelli postali. In secondo luogo Trump ha ordinato ai suoi di far partire una pioggia di azioni legali contro i brogli, affermando di avere prove video e non solo delle truffe. Infine c’è il dilemma del software di conteggio voti, Dominion sarebbe stato alterato, sempre secondo i repubblicani.
Putin, Erdogan e Xi Jinping non si sono congratulati con Biden e vi spieghiamo il perchè
Mentre Biden si è già messo al lavoro per far partire il proprio programma e formare una squadra presidenziale all’altezza di un momento storico così delicato, alcuni dei più grandi capi di stato a livello mondiale non si sono ancora congratulati con quello che secondo i dati ufficiali sarebbe il nuovo presidente degli Stati Uniti. Anche chi è esperto in previsioni sportive e che ora si occupa anche di altri grandi eventi ha dato vincente Biden ma da Russia, Turchia e Cina, ovvero da Putin, Erdogan e Xi Jinping le dichiarazioni sono state più o meno sempre le stesse. “Attendiamo il vincitore legale e appena lo avremo ci congratuleremo qualunque sia il vincitore”.
Nel frattempo al senato degli USA, i senatori repubblicani hanno messo letteralmente al muro in un video interrogatorio in tele conferenza, sia l’amministratore delegato di Twitter Jack Dorsey che il suo omologo nella società Facebook ovvero Mark Zuckerberg, anche se ora pare che Trump apra ad una transizione verso la nuova presidenza, il clima sull’informazione resta caldo. I due social network sono stati accusati in diretta televisiva di operare come censori sulla parte politica repubblicana e quindi di agire come dei veri editori. Insomma, mai come ora la sfida Biden-Trump ha diviso il mondo americano in due poli opposti. Le marce dei sostenitori di Trump si sono mischiate a quelle di proteste dei black live matters in un clima, americano, sempre più vicino alla guerra civile e non stiamo esagerando.
Di fatto il presidente USA uscente, secondo le leggi in vigore, resta al poter per altre 13 settimane dal giorno del voto quindi si dovrà attendere gennaio per vedere se Biden si insidierà davvero alla casa bianca o se le cause legali promesse da Trump avranno dato i frutti sperati dal team del tycoon.