L’ex ministro Luis Henrique Mandetta: “Lascio dopo 60 giorni di inferno”
Il presidente del Brasile Jair Bolsonaro mette alla porta Mandetta, titolare della Sanità. Il ministro è stato costretto alle dimissioni perché chiedeva misure più dure nella lotta al virus. Al suo posto un oncologo fedele al presidente. Alla fine ha gettato la spugna. “Dopo 60 giorni di inferno”, dice Luiz Henrique Mandetta, due volte parlamentare per i Democratici (destra), ortopedico, ex tenente militare, legatissimo a Jair Bolsonaro e da lui nominato ministro della Sanità, “era impossibile continuare a combattere il Covid-19. Mi sono reso conto che i brasiliani erano confusi e impauriti. Bisognava scegliere: si ascoltava il ministro della Salute oppure Bolsonaro”.
E’ stato questo diktat, espresso sulle colonne del settimanale Veja, a determinare una rottura che era già nell’aria da giorni e che ha portato al licenziamento da parte del presidente del Brasile. Dopo due mesi di battaglia sul campo e di scontri sulla strategia da seguire per arginare la pandemia, Mandetta si è presentato davanti al Congresso e ha salutato i deputati. Lo ha fatto senza polemiche e convinto di aver scelto la strada giusta per la salute dei brasiliani: lockdown per contenere la curva dei contagi e avvio di una sierologia di massa che fotografasse l’icberg del coronavirus. Con le settimane ha conquistato una popolarità che ha messo in ombra il suo vecchio leader da cui era stato salvato per una vecchia inchiesta di corruzione dopo averlo chiamato a ricoprire una tra le poltrone più delicate del momento in piena emergenza sanitaria.
La strategia di Mandetta era stata condivisa dai governatori di San Paolo e Rio de Janeiro, le capitali più investite dal Covid-19 e questo aveva messo ancora più in difficoltà Bolsonaro che seguitava a parlare di esagerazione, invocando subito la riapertura di un Paese bloccato e sull’orlo di una recessione durissima. La scelta delle dimissioni è stata obbligata. Imposta. A suo posto arriva un collega. Anche lui medico, stimato oncologo, con partecipazioni in una società di servizi di consulenza sanitaria. Si chiama Nelson Teich, 63 anni.
I contrasti palesi tra i due protagonisti della crisi del coronavirus hanno confuso e diviso i brasiliani favorevoli tuttavia all’80 per cento all’autoisolamento in casa e a una ripartenza graduale dopo il picco dei contagi previsto tra la fine di maggio e la metà di giugno. Bolsonaro vuole riaprire subito e ha abbracciato in toto l’idea di somministrare dosi massicce di clorochina acquistata a milioni con una commessa in India, confinando a casa ammalati e anziani. Studi sulla sua applicazione hanno però dimostrato che non cura il Covid-19 e presenta pericolose controindicazioni con effetti collaterali sul piano fisico.