L’export pesa per il 12,5% sulla formazione formazione valore aggiunto secondo uno studio della Cia
La Campania potrebbe essere la regione italiana più colpita in caso di Brexit senza accordo. A farne le spese sarebbe l’intero settore agricolo. Secondo l’Ufficio Studi CIA, Confederazione Italiana degli Agricoltori, le esportazioni alimentari della Campania verso il Regno Unito pesano per il 12,5% sulla formazione del valore aggiunto agroalimentare. Si tratterebbe della regione italiana più colpita da un’ipotesi di Brexit senza accordo, più del Veneto e il Piemonte (dove tale incidenza vale rispettivamente l’11% e il 7,4%). “Chi ha responsabilità di intervenire – osserva Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania – lo faccia al più presto. Mentre la politica discute, ci sono migliaia di piccoli imprenditori che lavorano per garantire prodotti di alto livello in un mercato ormai unito, dove ognuno di noi gioca la sua partita.
L’intesa raggiunta tra Europa e Regno Unito, dopo oltre due anni di trattative, fornisce importanti garanzie ai settori economici e alla società civile. Ora il comparto teme che il venir meno di tale accordo creerebbe una situazione di incertezza per imprese e cittadini, che rischia di assumere una dimensione ancora più allarmante in una fase di grande difficoltà sul fronte del commercio internazionale e della crescita economica, sia europea che nazionale”. Allargando lo sguardo all’Italia, l’export di cibo e bevande Made in Italy verso il Regno Unito vale più di 3,3 miliardi di euro – sottolinea l’Ufficio Studi Cia -. Circa un quarto del totale dei prodotti italiani venduti Oltremanica (24% per un fatturato superiore a 810 milioni di euro) è rappresentato dal vino.