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BREXIT, GLI INGLESI SCAPPANO: IN MIGLIAIA CHIEDONO ALTRI PASSAPORTI

Sono decine di migliaia i cittadini britannici che stanno chiedendo la cittadinanza ad altri paesi europei in vista della Brexit che scatterà a marzo. A rilevarlo è un sondaggio condotto dalla società demoscopica Dpa. Germania, Irlanda, Spagna e Portogallo hanno visto, negli ultimi tre anni, un notevole aumento delle richieste di passaporto dagli inglesi. Molti britannici sono preoccupati per il loro futuro e per la possibilità di lavorare o viaggiare in Europa, vista anche l’incertezza dei negoziati che Londra sta portando avanti con Bruxelles sui termini della sua partenza e l’impatto economico della Brexit.

Lo rivela un sondaggio della Dpa. I cittadini britannici temono la Brexit

In Germania, questo ha portato a un record di 7.500 naturalizzazioni da parte di cittadini britannici nel 2017, rispetto a solo 622 nel 2015. Rispetto allo scorso anno, l’Irlanda ha visto un aumento del 22% del numero di richieste di rilascio di passaporti irlandesi da parte dei sudditi di Sua Maestà. Solo per il 2018 sono state ricevute circa 183.000 mila domande. In Spagna, il numero è triplicato nei primi 10 mesi dello scorso anno rispetto al 2015. La cifra è stata tuttavia piuttosto bassa, 166, a causa del requisito che prevede la rinuncia all’attuale passaporto e la residenza nel Paese da almeno 10 anni. Anche il Portogallo ha visto aumentare il numero di richieste di cittadinanza dalla Gran Bretagna nei primi 11 mesi del 2018 a circa 500. Nel 2015, la piccola nazione iberica ne aveva registrate solo 62. Intanto, come tutto il Regno Unito, Jeremy Corbyn il leader Labour è notoriamente più ambiguo, rispetto alla Brexit,  principalmente per una ragione: non vuole alienarsi i voti pro-Brexit delle classi operaie e popolari soprattutto nel Nord dell’Inghilterra, ma allo stesso tempo non vuole perdere i voti dei tantissimi giovani, molto spesso europeisti, che lo sostengono. Questo equilibrismo, però, non potrà continuare per molto, e lo conferma un importante sondaggio di oggi: il 72 per cento della base laburista, cioè gli iscritti al partito, sarebbe a favore di un secondo referendum e, in tal caso, l’88% voterebbe per rimanere nell’Unione Europea. Se veri, sono dati che mettono in forte dubbio la linea di Corbyn, che ha sempre considerato un secondo referendum come l’ultima delle possibilità, anche dopo le elezioni anticipate.

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