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CANNABIS AD USO TERAPEUTICO POCO UTILIZZATA: “COMUNICARE MEGLIO CONTRO L’OPPIOFOBIA”

A 6 anni dal via libera della cannabis, usata solo da percentuale minima, l’Irccs di Veronesi attiva un panel ad hoc Milano

Un Gruppo aperto di studio sulla cannabis ad uso medico nasce a Milano “per fare chiarezza sugli effetti clinici, farmacologici, produttivi e normativi dei farmaci a base di cannabis”. A 6 anni dall’approvazione all’uso medico in Italia, la cannabis è utilizzata solo da una minima percentuale di pazienti che ne potrebbero trarre beneficio, a causa soprattutto della mancanza di informazione e formazione specifica, unitamente ad alcune barriere culturali ancora radicate. Sconfiggere questi tabù è uno degli obiettivi del primo gruppo di studio nato all’Istituto europeo di oncologia di Milano e annunciato dall’Irccs fondato da Umberto Veronesi.

Il nuovo team è un panel multidisciplinare composto da medici, farmacisti, farmacologi e ricercatori italiani particolarmente impegnati nello studio e nell’utilizzo clinico di cannabis a uso medico. Coordinato dallo specialista in Anestesia e rianimazione Vittorio Guardamagna, direttore della Divisione Cure palliative e terapia del dolore Ieo, il gruppo ha concordato come primo atto di “identificare uno strumento idoneo alla raccolta e all’analisi di dati di utilizzo clinico e prescrittivo di cannabis ad uso medico attualmente in corso. A ciò verranno affiancati nel tempo percorsi di formazione e divulgazione”, così da “porre il tema cannabis quale materia in ambito medico in continuo aggiornamento”. “In Italia – ricorda Guardamagna – l’oppiofobia ha storicamente ostacolato lo sviluppo della terapia del dolore, e soltanto conoscenza, cultura e leggi innovative ne hanno permesso la diffusione e l’utilizzo con grandi benefici per i pazienti”.

Oggi “la cannabis sta vivendo un momento simile di difficoltà e diffidenza – osserva l’esperto – nella ricerca, conoscenza e utilizzo clinico. Purtroppo ancora non si fa un distinguo chiaro e netto fra uso ludico e uso terapeutico. Per questo nuovi studi sugli effetti clinici dei farmaci a base di cannabis sono fondamentali per mettere in evidenza il valore terapeutico di questa sostanza. Vorremmo che tutti pazienti che ne hanno bisogno abbiano accesso a questi potenti antidolorifici – auspica lo specialista – senza dover peregrinare alla ricerca dei pochi centri in Italia che ne fanno uso. Il diritto a non soffrire è un diritto universale”. Questi i componenti del Gruppo di studio Ieo: Marco Bertolotto, direttore Sc Terapia del dolore e cure palliative ospedale Santa Corona, Asl 2 Savona; Lorenzo Calvi, specialista Anestesia e rianimazione, Etnofarmacologia e Fitoterapia; Francesco Crestani, specialista in Anestesia e rianimazione Usl 5 Rovigo; Claudia Maria Francia, Divisione Cure palliative e terapia del dolore Ieo; gruppo di Annamaria Giorgi, Crc-Gesdimont università degli Studi di Milano; Gianpaolo Grassi, primo ricercatore Crea-Ci Rovigo; Carlo Grizzetti, specialista in Anestesia e rianimazione, e Marianna Dara, Ssd Cure palliative e terapia del dolore ospedale di Circolo e Fondazione Macchi Asst Sette Laghi di Varese.

Ancora: Annunziata Lombardi, farmacista specializzata in galenica tradizionale e clinica, Regione Campania; Livio Luongo, professore associato di Farmacologia, università della Campania Luigi Vanvitelli; Costantino Jemos, farmacista ospedaliero Ieo; Sabatino Maione, professore ordinario di Farmacologia, università della Campania Luigi Vanvitelli; Massimo Nabissi, professore associato in Scienze delle professione sanitarie e delle tecnologie mediche applicate, università degli Studi di Camerino; Emanuela Omodeo Salè, direttore Farmacia ospedaliera Ieo; Federica Pollastro, ricercatrice in fitochimica Dipartimento Scienze del farmaco, università degli Studi del Piemonte Orientale; Marco Ternelli, farmacista galenista specializzato in preparazione galenica di cannabis, Regione Emilia Romagna; Ana Maria Zuñiga Guerrero, Divisione Cure palliative e terapia del dolore Ieo.

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