Teresa May è stata subissata da urla e risate ai Comuni per la scelta del rinvio.
Caos Brexit, Teresa May punta a ridefinire le condizioni per l’attuazione anche solo teorica del meccanismo del backstop sul confine irlandese, attribuendo un ruolo al Parlamento britannico in modo da dare a questo strumento “legittimità democratica”. A dichiararlo è stata la stessa May alla Camera dei Comuni illustrando le ragioni del rinvio del voto di ratifica del suo contestato accordo sulla Brexit e i chiarimenti che spera di ottenere in nuovi colloqui con Bruxelles. La premier ha ammesso di fronte ai Comuni che l’accordo sulla Brexit da lei sottoscritto con Bruxelles “verrebbe respinto con ampio margine” allo stato a causa dei dissensi sul tema del backstop.
La May ha poi sottolineato la rassicurazioni ricevute sul fatto che nessuno intende farlo entrare in vigore, ma ha riconosciuto che esse non bastano e che servono ulteriori chiarimenti. Ressa in stile non english alla Camera. Risate fragorose e urla di disapprovazione hanno accompagnato l’intervento di Theresa May ai Comuni, con qualche parlamentare che ha anche chiesto a gran voce le dimissioni della premier. Addirittura lo speaker della Camera, John Bercow, ha più volte ha dovuto richiamare all’ordine i deputati pregandoli di “dare la possibilità” al primo ministro di “farsi ascoltare”. May ha detto che intende recarsi a Bruxelles prima del vertice Ue previsto giovedì prossimo, 13 dicembre, per discutere con i leader europei e la Commissione alcuni cambiamenti all’intesa sulla Brexit. La premier britannica non ha indicato una nuova data per il voto di ratifica ai Comuni sull’accordo sulla Brexit, dopo aver annunciato il rinvio di quello previsto per domani. May ha ripetuto di essere impegnata a far uscire il Regno Unito dall’Ue “il 29 marzo 2019” e ha detto che intende tornare urgentemente a Bruxelles, questa settimana, per provare a ottenere ulteriori “rassicurazioni” sul tema del backstop, nella speranza di superare le riserve e le contestazione espresse al riguardo da una parte significativa della Camera. Ma non ha fatto riferimento a una scadenza per un nuovo voto che secondo la Bbc potrebbe avvenire in tempi relativamente ravvicinati, ma anche dopo la pausa di Natale, ossia a gennaio. La situazione appare del resto in standby anche sui banchi delle opposizioni infatti, i responsabili di alcuni partiti minori – fra cui il LibDem Vince Cable – si sono detti pronti a votare in favore di una mozione di sfiducia, laddove il leader laburista e dell’opposizione parlamentare, Jeremy Corbyn, dovesse presentarla.