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Case chiuse, chiese aperte e le “puttane” della Chirico

“Fase 2”: la Chiesa si ribella, la gente si riversa in strada e De Luca minaccia “tutti a casa”

Nei giorni in cui l’Italia e gli italiani stanno sopravvivendo all’epidemia attaccatati al ventilatore della speranza, televisione e compatrioti continuano ad offrirci spettacoli indecorosi mentre la chiesa scende in campo. Lockdown, nel primo giorno di allentamento delle restrizioni napoletani e salernitani hanno offerto il meglio di sé. Tutti runner con improponibili abbigliamenti improvvisati, lungomare affollato e il presidente della Campania Vincenzo De Luca con il lanciafiamme puntato. Il premier Conte annuncia un piano di riaperture che non piace alla Chiesa.

I vescovi italiani vogliono dire messa e accogliere tutte le pecorelle smarrite, anche quella del Papetee che continua, ossessivamente, ad invocare tutti i giorni il Santo Rosario che lo “mantiene in piedi” nel nome del Signore. La ciliegina dolce sulla torta salata ce la propone il “fuochista-pompiere” Massimo Giletti che fa lo scemo per non andare alla guerra. Traveste il suo show domenicale, centrato sulle “doglianze” delle imprese leghiste del Veneto, dando fiato a una signora giornalista, Annalisa Chirico. Tutti ormai sanno chi è la donna allegra, 34 anni, che viene da Cisternino, splendida cittadina pugliese nella Murgia dei trulli. Nel 2014 esce il suo bestseller “Siamo tutti puttane”, è se questo è “best” figuriamoci il “bad”. L’ex amante di Chicco Testa, 68 anni, altro bergamasco purosangue, industriale di lungo corso ed già deputato Pci si descrive così e non aggiungiamo altro: “Prostituirsi è uno scambio intrinsecamente morale. È la sublimazione del godimento della propria indipendenza privata.

Sono una femminista pro sesso, pro porno e pro prostituzione. L’essere puttana è uno stato esistenziale. Ma la sacerdotessa del “sesso sempre” ha pubblicato (?) il 12 aprile 2013 un instant book edito guarda caso da Mondadori dal titolo: “Segreto di Stato. Il caso di Nicolò Pollari”. La Chirico, colta improvvisamente dalla folgorazione delle inchieste internazionali e delle spy story che nemmeno il Padreterno riuscirebbe a metterci la sua mano, si inerpica in uno dei casi più oscuri degli ultimi decenni: il sequestro di Abu Omar. Il movente sarà stata l’irrefrenabile quanto istintiva attrazione della Chirico per “Pompa”, ovvero Pio Pompa, il funzionario dei servizi segreti che gestiva l’archivio occulto del Sismi dove venivano crearti dossieraggi per conto del patron di Mondadori Silvio Berlusconi o cosa?  

IL CASO DI ABU OMAR

Annalisa Chirico è figlia di un ex “miliare” e Nicolò Pollari, prima di diventare direttore dei Servizi segreti militari italiani, è stato Generale della Guardia di Finanza. L’Imam Abu Omar fu rapito il 17 febbraio 2003 a Milano da dieci agenti della Cia mentre si recava alla moschea e trasportato nella base aerea di Aviano per essere trasferito in Egitto dove fu recluso. L’operazione della Cia interruppe le indagini che la procura di Milano stava conducendo su Nasr in merito alla sua partecipazione ad organizzazioni fondamentaliste islamiche. Nel suo “book” Annalisa Chirico addirittura cerca di fare luce, proprio lei sì cerca di fare luce, su una intrigatissima vicenda. Due mesi prima dell’uscita del libro, il 12 febbraio 2013 la Corte d’Appello condannava Nicolò Pollari a 10 anni di reclusione. Il 24 febbraio 2014 la Corte di Cassazione, recependo la sentenza della Corte costituzionale, annullava, senza rinvio, la sentenza di condanna della Corte d’appello di Milano emessa il 12 febbraio 2013 e così assolveva definitivamente Nicolò Pollari, Marco Mancini e gli agenti Giuseppe Ciorra, Raffaele di Troia e Luciano di Gregori, poiché l’azione penale non poteva essere proseguita per l’esistenza del segreto di stato.

 L’archivio segreto di Via Nazionale. Al civico 230, nel cuore della capitale, Pio Pompa, il funzionario del Sismi all’epoca diretto da Nicolò Pollari, spiava e confezionava dossier sul conto di giornalisti, magistrati e politici ritenuti ostili dell’allora governo di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi. Avversari da depotenziare con il ricorso ad “azioni forti”.

La “Spectre” romana. Nell’estate del 2006 furono scoperti dalla Procura di Milano centinaia di fascicoli riservati. I pm del capoluogo lombardo indagavano sul caso del sequestro dell’imam Abu Omar. Nel 2007 le carte dell’inchiesta finiscono per competenza alla Procura di Roma. Nell’elenco dei “dossierati” figurano anche alcuni magistrati della Capitale. Così, il 27 aprile 2009, il fascicolo fu spedito a Perugia. A novembre, il pubblico ministro Sergio Sottani chiude le indagini contestando a Pollari e Pompa i reati di peculato, per aver distratto “somme di denaro, risorse umane e materiali” per fini diversi da quelli istituzionali, come il dossieraggio “sulle presunte opinioni politiche, sui contatti e sulle iniziative di magistrati, funzionari dello Stato, associazioni di magistrati anche europei, giornalisti e parlamentari” e l’indebita intrusione nella vita privata delle persone schedate, con la “violazione, sottrazione e soppressione della corrispondenza elettronica dell’associazione di magistrati Medel”, oltre all’”accesso abusivo al sistema informatico dell’associazione” e la “violazione della privacy”.

Berlusconi ferma l’indagine: il segreto di Stato. Il governo Berlusconi (e come poi preannunciato all’epoca dei fatti anche dai “signori” Romano Prodi, Matteo Renzi, Enrico Letta e Mario Monti) decide di porre il segreto di Stato sulla vicenda. Cosa significa? Secondo il governo dell’ex cavaliere “le attività del direttore e del funzionario del Sismi, cioè quelle di dossieraggio di giornalisti, magistrati e politici, sono da ritenersi indispensabili alle finalità istituzionali dei servizi segreti e pertanto soggette alla speciale causa di giustificazione che, a norma di legge, si applica quando le condotte sono poste in essere nell’esercizio o a causa di compiti istituzionali dei servizi di informazione per la sicurezza e indispensabili e proporzionate al conseguimento degli obiettivi dell’operazione non altrimenti perseguibili.

L’esito della vicenda giudiziaria lo conosciamo. Abu Omar liberato, Pollari e company assolti definitivamente e la signora giornalista e scrittrice di storie al peperoncino Annalisa Chirico da Cisternino afferma che i meridionali sono “un popolo che economicamente è più debole alla lunga rischia di essere moralmente inferiore”. E così che il “buonista” Massimo Giletti trasformò la sua “Arena” in un vero “Bordello”. Peccato che mancava solo il lettone di “Putin”. Ma con la fantasia erotica si fa pure senza.

 

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