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Caso Open, via libera del Senato al conflitto di attribuzione. Renzi: “Nessuno può violentare vita persone”

Nella votazione la cosiddetta coalizione giallorossa si è divisa: il Pd ha votato a favore così come Lega, Fi e FdI. Contrari i 5Stelle

Matteo Renzi

“Semaforo verde” dal Senato alla relazione della Giunta delle Immunità che, lo scorso dicembre, ha chiesto di portare davanti alla Consulta, per un conflitto di attribuzione, i pm di Firenze che stanno indagando sul caso Open che vede coinvolto il leader di Italia Viva Matteo Renzi (indagato per finanziamento illecito). Nella relazione, in sostanza, si dava ragione all’ex sindaco di Firenze perché, era l’assunto, le mail ed i messaggi scambiati su WhatsApp nel corso del 2018, quando Renzi era già senatore, rientravano “pleno iure nel concetto di corrispondenza” e, di conseguenza, prima di acquisirli agli atti inserendoli nel fascicolo d’inchiesta, i magistrati fiorentini avrebbero dovuto chiedere preventiva autorizzazione al Senato.

L’Aula di Palazzo Madama ha approvato a larga maggioranza l’atto della giunta. Nella votazione la cosiddetta coalizione giallorossa si è divisa. I voti favorevoli sono stati, infatti, 167 con il Pd che ha votato con Fi, Lega, Fdi e Iv e quindi si è schierato per il conflitto di attribuzione. Contrario, invece, si è dichiarato il M5S: “Votiamo non contro un singolo senatore, ma perché difendiamo valori e principi del Movimento. Non ci sono requisiti per chiedere un conflitto di attribuzione” ha spiegato Giuseppe Conte. Alla fine i no sono stati 76.

Sull’argomento, Matteo Renzi è intervenuto in prima persona. Prendendo la parola in Senato, l’ex segretario del Pd ha detto che “chi viola scientificamente le prerogative dei parlamentari crea una ferita al Parlamento nella sua interezza”. “A me – ha proseguito l’ex premier – questa battaglia non conviene, il consiglio dei difensori è: lascia che gli atti parlino da sé. Ma questa battaglia la faccio non per me ma per la dignità di una istituzione“. Poi ha rilanciato: “Abbiamo dei pm che si ritengono depositari di una verità fattuale, sostituti della politica, ispiratori dei commenti sui giornali e addirittura padri e madri costituenti pronti a disattendere il dettato costituzionale”. E infine: “Non è consento a nessuno violentare la vita delle persone pensando che questo sia giusto” ha concluso parlando della lettera “intima” di suo padre Tiziano.


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