Gabriele Rubini ovvero Chef Rubio spiega perché ha reciso il contratto con Discovery
La fine del contratto di Chef Rubio con Discovery e l’addio ai programmi sullo street food che lo hanno reso celebre aveva recentemente suscitato un polverone. Qualche tempo dopo Gabriele Rubini chiarisce le motivazioni che lo hanno condotto a certe scelte: il desiderio di occuparsi, a tempo pieno e senza vincoli derivanti da un contratto con un network televisivo, delle cose che lo appassionano di più: gli impegni da attivista umanitario e poter raccontare, con le sue fotografie, le condizioni di chi vive nelle zone di guerra. “Chef Rubio da oggi è a Gaza per iniziare un periodo di cooperazione umanitaria con la ONG italiana ACS – Associazione Cooperazione e Solidarietà, in collaborazione con il Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-VIK. – ci fa sapere il suo ufficio stampa – dal 27 dicembre 2019 al 10 gennaio 2020, è tra i protagonisti del progetto Gaza Freestyle nato nel 2014 e poi, dal 2011, consociato al Centro Italiano di Scambio Culturale Vittorio Arrigoni-VIK.”
Un collettivo di operatori il cui obiettivo è organizzare progetti di emergenza umanitaria per aiutare la popolazione di Gaza, diffondendo messaggi d’inclusione attraverso attività culturali e sportive come lo skate, il circo, la cucina, la musica e laboratori di educazione all’affettività e scambio con le donne. Un realtà solidale e volontaria autofinanziata attraverso raccolte fondi a cui inviare libere donazioni anche online. “Nonostante la Striscia di Gaza sia teatro di guerre e bombardamenti, – si legge nel comunicato – con violazioni sistematiche dei diritti umani, la popolazione di Gaza cerca ogni mezzo possibile per sognare una vita libera, dando una grande lezione di dignità umana a tutti e tutte noi. I giovani in particolare sono stati capaci di trasformare scenari di macerie in autentici palcoscenici su cui mettere in scena la propria arte, la propria esistenza e il proprio desiderio. Proprio grazie alle donazioni del GFF, che da anni sostiene lo spirito creativo e produttivo di Gaza con Carovane di Emergenza umanitaria sostenute da autotassazioni e da crowdfunding, si è riusciti a costruire il primo skatepark della regione, a ridosso del porto di GazaCity, oggi divenuto autentico luogo ricreativo e di ritrovo della città.
Un’area Freestyle riconosciuta da tutte le crew di Gaza.” Chef Rubio quest’anno si unisce alla carovana del Gaza Freestyle Festival documentando attraverso i social e con la sua macchina fotografica l’impegno umanitario della collettività di operatori e gli sforzi di un popolo costretto a vivere sotto assedio. Ma il suo impegno non termina qui: il 10 gennaio, terminato il Festival, Rubio proseguirà la sua permanenza in Palestina, a Gaza, animando i progetti del Centro-Vik e documentando le condizioni, le problematiche e i divieti che attraversano la striscia di Gaza.