La cipolla dell’area territoriale della Valle Caudina, con origini che risalgono al 1848 rintracciabili nel testo “Cenno storico e toponomastico dell’antica e moderna Airola sita nella Valle Caudina” del Montella, è prodotta nei comuni di Airola, Bucciano, Bonea, Moiano, Montesarchio, San Martino Valle Caudina, Cervinara, Rotondi, Paolisi, Arpaia. La zona produttiva è attraversata dai torrenti Tesa e Faenza e la vicinanza dei terreni ai corsi d’acqua ha favorito- spiegano gli esperti dell’organizzazione no profit- le caratteristiche ideali per la coltivazione della cipolla. I produttori Slow Food a produrla oggi sono quattordici per complessivi duecento quintali annui di prodotto. L’obiettivo futuro è quello di arrivare a duemila nel giro di qualche anno. La cipolla si presenta di forma oblunga, con tunica esterna dal tono ramato. La parte interna è rosa e con sfumature longitudinali di colore viola.
Dal punto di vista enogastronomico si può consumare cruda in insalata, aggiungerla nelle zuppe di fave o fagioli, o esaltarne il sapore in frittate. “Negli ultimi anni, afferma Armando Ciardiello, fiduciario della Condotta Slow Food Valle Caudina, il suo prezzo all’ingrosso è crollato fino a poche decine di centesimi al chilo, troppo poco per pensare di poterlo renderlo un business appetibile”. “Il riconoscimento- aggiunge come Presidio Slow Food, tuttavia, può essere l’occasione di rilancio e rappresentare quel valore aggiunto che dia riconoscimento alla vera cipolla di Airola e consenta di venderla a un prezzo equo”