“Ambiente, clima e prospettive di sviluppo nel Mediterraneo” a Villa Doria d’Angri dell’Università Parthenope
“Ai primissimi di dicembre di quest’anno Napoli ospiterà la Cop, la Conferenza delle parti della Convezione Onu sul climate, sul Mar Mediterraneo”. Con questo annuncio Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, ha dato il via ai lavori del workshop ‘Ambiente, clima e prospettive di sviluppo nel Mediterraneo’ – organizzato dall’Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr-Issm) – tenutosi nella sede di Villa Doria d’Angri dell’università Parthenope di Napoli.
L’incontro ha avuto come obiettivo quello di individuare soluzioni che contribuiscano a rendere il Mediterraneo un’area di prosperità e pace. Nell’ambito dei lavori è stato anche presentato il Rapporto sulle economie del Mediterraneo 2018 che ha come tema di studio l’impatto delle disuguaglianze economico sociali, degli squilibri territoriali e dei cambiamenti strutturali nei mercati del lavoro sulle migrazioni mediterranee. Ai lavori hanno preso parte, tra gli altri, Massimo Inguscio, presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche; Riccardo Rigillo, direttore generale del ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, e Alberto Carotenuto, rettore dell’università degli studi di Napoli Parthenope. “Giornata importante – sottolinea Carotenuto – perchè dà la possibilità di affrontare le problematiche ambientali e climatiche da tanti punti di vista.
Per migliorare la situazione non sono necessari grandi progetti, qualche volta – conclude – bastano piccole cose per avere grandissimi miglioramenti”. Dobbiamo renderci conto che non sono futuribili, li stiamo già purtroppo vivendo e ce ne accorgiamo tutti. Queste variazioni di temperatura o eventi cosi’ burrascosi non erano così frequenti almeno quando io ero ragazzo”. Così Sergio Costa, ministro dell’Ambiente, margine del workshop su ambiente e clima in corso all’università Parthenope di Napoli, risponde ad una domanda sui cambiamenti climatici.
“Detto tutto questo – prosegue Costa – il mar Mediterraneo è un mare abbastanza chiuso da questo punto di vista. Se l’Ipcc (Intergovernmental panel on Climate change) a ottobre del 2018 dichiara che stiamo viaggiando intorno ai 3 gradi di aumento della temperatura media globale, e non dovremmo superare l’1,5, nel mar Mediterraneo proprio per l’effetto geografico viaggiamo intorno ai 4 gradi”. Per questo motivo, Costa non usa mezzi termini: “Questo è il momento di agire”.