Il mondo ha superato la soglia del milione di contagi censiti dall’inizio della pandemia da Covid-19.
Il numero reale, certamente molto più alto, è al momento impossibile da conoscere ma è certo che con l’avanzare della diagnostica i numeri diventeranno sempre più impressionanti. Ormai gli USA sono saldamente in testa alla tragica classifica dei contagi, giunti a 245.540, più di Italia (115.242) e Spagna (112.065) – ovvero del secondo e terzo paese al mondo come numero di infettati – messe assieme. Purtroppo nelle ultime ore le autorità statunitensi hanno annunciato che gli States hanno battuto un altro drammatico record, ovvero quello del numero di decessi in 24 ore, avendo registrato nella sola giornata di ieri ben 1.169 vittime (il 27 marzo in Italia erano state 969) tra cui un bebé di sei settimane spirato nel Connecticut.
Al momento negli USA i decessi sfiorano la quota dei seimila
Nell’ennesima conferenza stampa indetta alla Casa Bianca per rassicurare la nazione dell’incessante azione dell’Amministrazione nel tentativo di arginare quella che si prospetta come una catastrofe senza precedenti per la federazione, Trump ha dichiarato che ormai negli States vengono effettuati non meno di centomila tamponi al giorno, ovvero “più di ogni altro paese al mondo, in relazione alla popolazione”. Nel frattempo fa discutere la notizia della rimozione, da parte dei vertici della Us Navy, del comandante della portaerei Roosevelt, Brett Crozier, che aveva lanciato l’allarme sulla diffusione del contagio da Coronavirus tra gli uomini della sua unità. “Non siamo in guerra – aveva scritto in una lettera allo Stato maggiore che avrebbe dovuta rimanere riservata ma che è stata intercettata dalla stampa -. Non posso permettere che i miei marinai muoiano in questo modo”. Un sos che ha messo in forte imbarazzo le autorità militari americane, per le quali, virus o non virus, è impensabile ipotizzare un “lockdown” anche di una sola delle varie portaerei impegnate a mantenere la supremazia americane sugli oceani.
L’ondata del virus oltre che negli Stati Uniti è ancora montante anche in alcuni paesi europei, soprattutto Spagna e Francia.
Quest’ultima ha ormai toccato la quota dei 5.387 decessi, 884 dei quali sono avvenuti nelle case di riposo. Nel frattempo anche la Germania ha superato in numero di contagi la Cina, arrivando a quota 84.794 positivi, e registra 1.107 decessi. Venendo all’Italia, i numeri diffusi ieri dalla Protezione civile si confermano stabili, pur senza veder trasformato in discesa l’incremento dei contagi. Il totale dei positivi sale a 83.049 persone, con un aumento di 2.477 rispetto a mercoledì. Del totale dei positivi, 4.053 sono attualmente in terapia intensiva, 28.540 sono ricoverati con sintomi. “Da qualche giorno, almeno dal 27 marzo, stiamo assistendo a una riduzione degli incrementi dei ricoverati e di chi è in terapia intensiva. Il numero di questi ultimi oggi è molto contenuto, da ieri l’incremento è stato di 18 persone.
C’è una stabilizzazione ma non so dirvi se abbiamo iniziato o quando inizierà la decrescita – ha detto Angelo Borrelli, capo della Protezione civile, che ha fornito i numeri nel consueto appuntamento delle 18 – Posso dire, però, che dobbiamo mantenere alta l’attenzione, perché basta un nulla che si possano innescare meccanismi di riavvio del contagio”. Anche ieri, seppur in calo rispetto ai giorni scorsi, si è registrato un pesantissimo bilancio in termini di vite umane: 760 infatti i decessi. la fascia di età di gran lunga più falcidiata resta quella dai settant’anni in su anche se nella notte è giunta la notizia della morte, all’ospedale di Vipiteno, di una bambina di 5 anni, la più giovane vittima del Covid 19 in Europa. La piccola, che soffriva di gravissime patologie, era da tempo sottoposta a impegnative terapie.