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DAZI, L’ANNUNCIO DI TRUMP: ACCORDO CON IL MESSICO

Tre giorni di negoziati tra Usa e Messico, lunedì le tariffe non scatteranno

Dopo tre giorni di negoziati gli Usa hanno raggiunto un accordo con il Messico e le tariffe commerciali lunedì non scatteranno. Lo ha annunciato il presidente Donald Trump via Twitter. “Sono lieto di informarvi che gli Stati Uniti d’America hanno raggiunto un accordo firmato con il Messico”, ha scritto Trump sul suo profilo Twitter. “Le tariffe che dovevano essere applicate dagli Usa da lunedì contro il Messico sono dunque sospese a tempo indeterminato. Il Messico, a sua volta, ha accettato di adottare misure forti per arginare la marea di immigrati attraverso il nostro confine meridionale. Questo è stato fatto per ridurre, o eliminare, l’immigrazione illegale proveniente dal Messico negli Stati Uniti”.

Il presidente Donald Trump, ha annunciato che i dettagli dell’intesa saranno resi noti dal Dipartimento di Stato dove si sono svolti i negoziati. Pochi minuti dopo il ministro degli Esteri messicano Marcelo Ebrard ha confermato su Twitter che “lunedì non ci sarebbero più tariffe da parte degli Stati Uniti” e ha ringraziato “tutte le persone che ci hanno aiutato mostra la grandezza del Messico”. Ebrard aveva iniziato mercoledì a Washington i negoziati con diversi rappresentanti della diplomazia americana. Anche il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha ringraziato la controparte. Il Messico ha promesso “passi senza precedenti” per fermare l’immigrazione clandestina negli Usa dal confine meridionale. Si legge nel comunicato congiunto Usa-Messico sull’accordo raggiunto. Il Paese centroamericano schiererà da lunedì la guardia nazionale, con priorità sul confine meridionale, per fronteggiate il flusso di migranti verso gli Stati Uniti. E gli Usa estenderanno le deportazioni in Messico dei richiedenti asilo in attesa che venga presa una decisione sulla loro domanda.Il Messico, però, sembra aver rifiutato la richiesta Usa di diventare un “paese terzo sicuro”, che l’avrebbe costretto a prendersi gran parte dei migranti centroamericani.

Si conclude così per ora un conflitto da cui Trump esce in qualche modo vincitore grazie all’arma delle tariffe, anche se l’entrata in vigore dei dazi avrebbe danneggiato pure i consumatori e l’economia americana. E anche i mercati, da lunedì, tireranno un sospiro di sollievo, in attesa di vedere come finirà la guerra dei dazi con la Cina. Donald Trump, che ha fatto della lotta all’immigrazione clandestina una delle sue priorità, aveva accusato il Messico di fare poco o nulla per frenare il passaggio sul suo suolo di migranti dall’America centrale. Nonostante la riluttanza della comunità economica americana e di alcuni dei suoi alleati repubblicani, il presidente aveva minacciato di applicare dal 10 giugno una tassa del 5% su tutti i beni provenienti dal Messico, che avrebbero potuto aumentare gradualmente fino al 25%. Le autorità messicane avevano già impegnato più uomini per rafforzare la sorveglianza ai loro confini con il Guatemala, dispiegando 6.000 guardie nazionali. Hanno anche congelato i conti bancari di sospetti contrabbandieri e hanno rimandato centinaia di honduregni nel loro paese. Mercoledì hanno bloccato la marcia di circa 1.200 migranti appena entrati in Messico dal Guatemala. La stragrande maggioranza dei 144 mila migranti arrestati o rientrati nel confine meridionale degli Stati Uniti a maggio provenivano dall’Honduras, dal Salvador e dal Guatemala, alcuni dei paesi più poveri e violenti del continente.

 

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