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“DECRETO RILANCIO”, I PARTITI SI ANTICIPANO IL 2 PER MILLE GIÀ AD AGOSTO

Nel decreto, inserito l’art.133 che consegna milioni a Zingaretti (8,4), Salvini (3) e Meloni (1,17) mentre ai lavoratori andranno pochi spiccioli

L’Italia è ancora nel pieno dell’emergenza Covid e i partiti si “fanno” un “cadeau d’été” che ha dell’incredibile: tra poche ore (forse) sarà approvato il “Decreto rilancio” e, a sorpresa, spunta nella bozza l’anticipo già ad agosto del 2 per mille che i partiti aventi diritto incasserebbero entro il 31. L’ultimo documento è corposissimo, contiene ben 258 articoli in 430 pagine Ed è proprio nel caos, nella smania “motivata” di tirare su il Paese che si nascondono le insidie. A scorrere ad uno ad uno gli articoli del decretone benefico arriviamo al numero 133: “In via straordinaria per l’anno 2020 è prevista l’erogazione a titolo di acconto, entro il 31 agosto, di una somma pari a quella erogata nel 2019 e calcolata – come previsto dalla riforma del 2014 che ha cancellato il finanziamento pubblico – sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche. Il saldo del finanziamento arriverà il 31 dicembre e qualora l’acconto corrisposto sia superiore a quanto effettivamente spettante il partito beneficiario è tenuto a restituire la differenza mediante versamento al Fondo per l’ammortamento dei titoli di Stato”.

La norma ha dell’incredibile proprio in questi mesi dove milioni di italiani hanno perso il lavoro, non sanno se e quando lo ritroveranno e, soprattutto, sono ancora in attesa di sussidi. Ma ancora più incredibile sono le somme che i partiti politici in casseranno in anticipo. Stando alle previsioni la Lega avrà 3 milioni, Fratelli d’Italia 1,17. Il Pd addirittura incasserà oltre 8,4 milioni, pari al 42% di chi ha scelto di destinare la quota della propria Irpef. Resta fuori dai giochi il Movimento 5 Stelle che non ha trasmesso il proprio statuto all’apposita commissione di garanzia e non può quindi accedere al 2 per mille. Ma il “movimento” sembra non battere ciglio, tant’è vero che non si è opposto. Rientra nel gioco facile delle contropartite all’italiana. Così i partiti faranno cassa, con largo anticipo, dei soldi degli italiani. E chi ha disegnato la norma prevista dell’art. 133 lo ha fatto con accuratezza e lungimiranza. Vista la proroga fino al 30 settembre dei termini per la presentazione della dichiarazione dei redditi e nell’incertezza del quantum, la politica italiana gioca di anticipo e poi, per l’eventuale conguaglio ci sarà comunque tempo visto che, tra le norme del “rilancio”, è anche previsto lo slittamento di tutti gli adempimenti fiscali delle società riconosciute per tutto il 2020. Chi di emergenza patisce di grana ferisce.

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