Capo politico, vice premier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico e da ieri anche tesoriere del M5s. Gestirà i soldi derivanti dalla restituzione di parte degli stipendi dei parlamentari Cinquestelle.
Ma non è un po’ troppo?
Accentratore di cariche, Luigi Di Maio ricorda Bettino Craxi prima della catastrofe personale quando nelle sue mani aveva il destino del Psi e ne gestiva i conti. Poi finì come tutti sanno…
La cassa con i rimborsi dei Parlamentari finisce dunque nelle mani di Di Maio. E attraverso le chat parte la rivolta degli eletti-nominati Cinquestelle.
“Vergognoso”. “I soldi dei nostri stipendi in un conto privato: inaccettabile”. “Io voglio restituire allo Stato, non a Di Maio per finanziare la propaganda del M5s”. “La mia parte d’ora in poi la darò a chi dico io, non a chi dicono loro”.
Nelle chat dei parlamentari Cinquestelle l’irritazione esplode mercoledì pomeriggio, quando sulle caselle mail di deputati e senatori si affaccia una stringata comunicazione dell’help desk di Rousseau. Oggetto: le restituzioni.
A lanciare la notizia fatta passare sotto silenzio è stata l’agenzia Adnkronos la quale è entrata in possesso degli atti costitutivi del comitato rimborsi M5s. Si tratta di “un organo centrale, creato apposta per curare attivamente l’organizzazione, l’amministrazione, il coordinamento, la disciplina, la rendicontazione e la gestione delle restituzioni degli stipendi e dei rimborsi percepiti dai parlamentari del M5s. “Organo centrale” presieduto da Luigi Di Maio e composto anche dai Capigruppo alla Camera e al Senato Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli”.
Il comitato rimborsi M5s svolgerà la propria funzione fino al novantesimo giorno successivo dal termine della XVIII Legislatura, dopodiché si farà la conta di quanto rimasto in cassa, cifra che non sarà redistribuita tra i vari parlamentari o utilizzata per altre attività legate alla politica, ma finirà interamente nelle casse dell’Associazione Rousseau di proprietà di Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto fondatore del Movimento. Ciò è chiarito dall’articolo 16 dell’atto costitutivo: “Se allo scioglimento del comitato dovessero restare fondi a disposizione, questi verranno devoluti all’Associazione Rousseau, che ha sede in Milano, Via Gerolamo Morone n.6”.
Giulio Andreotti diceva che a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. E poi se la prendono con i giornalisti cani sciolti, senza padroni e senza guinzagli…