Il Perfettino di Pomigliano – come è noto – sta cercando di cavalcare l’esito infelice dell’Alleanza col Pd in Umbria per giustificare la crisi del M5s. Sta usando demonizzazione dell’Alleanza con Nicola Zingaretti come via di scampo dalla bufera che si sta abbattendo sul M5s. Luigi Di Maio si gioca così la carta della disperazione.
Ed è una esercitazione – questa del Giggino Vesuviano – di grande disonestà intellettuale. Ed è un osceno alibi politico peraltro vergognosamente avallato dal conformismo mediatico degli Zoo Televisivi e dei megafoni cartacei. Ed è un’offesa alla intelligenza di Quanti non hanno memoria corta.
Luigi Di Maio infatti nel fare l’analisi della Catastrofe Umbra dimentica i 6 milioni di voti persi nell’arco di poco meno di quattordici mesi in occasione delle Europee dello scorso Maggio, emorragia di consensi prodotta da un anno di Governo con la Lega; il Capo del Movimento inoltre dimentica di menzionare gli effetti nefasti del voto SalvaSalvini sul caso Diciotti, effetti nefasti con ricadute tra simpatizzanti e attivisti, effetti nefasti con inevitabile ripercussione sull’esito delle Amministrativ di fine e inizio anno. E ancora, Di Maio dimentica il silenzio-assenso degli attivisti durante la trattativa con l’allora Segretario Pd Maurizio Martina per la formazione del Governo, trattativa poi stoppata da Matteo Renzi e non certo da qualche “Elevato” Cinquestelle… Troppe cose dimentica l’attuale Ministro degli Esteri…
Si è trattato di una slavina di consensi inarrestabile di fronte alla quale l’Utopia è stata travolta dalla forza dell’amorale pragmatismo governista Pentastellato. Una slavina di fronte alla quale il Capo Politico del Movimento ha denunciato tutti i propri limiti.
I Cinquestelle hanno pagato l’intestardimento nel dichiararsi né di Destra né di Sinistra (roba buona da smerciare quando si è all’Opposizione ma non ora che si è al Governo) mentre nello stesso tempo avallavano le scelte della Becera Destra Leghista.
L’inizio della fine del M5s ha un nome e un cognome che Di Maio non intende pronunciare. Sillabandolo, infatti, sarebbe costretto a riconoscere i propri errori. Il nome del Killer dei sogni pentastellati è quello del Capo della Lega, Matteo Salvini. Punto! E il Pd postrenziano nella catastrofe Grillina non c’entra niente. E Quanti affermano il contrario negano la realtà. Tra Questi anche alcuni Rinomati Tromboni dei Media e Molti Esemplari assiduamente presenti nei vari Zoo Televisivi.
Il M5s era da un anno afflitto da una robusta emorragia di voti. E con il recente stop ad altre possibilità di intesa sui territori con i Dem, il Giggino da Pomigliano ha firmato la condanna all’isolazionismo dei Cinquestelle e alla relativa estinzione.
Si rassegnino – dunque – gli Stakanovisti dei clic delle Piattaforma Rousseau!
Non più portatore di Sogni, non più diffusore di Utopie, senza volto e senza bussola, negazionista delle antiche categorie storiche Destra e Sinistra, privo di una Idea-Paese e soffocato da un equivoco pragmatismo, il M5s oggi rappresenta il vuoto politico assoluto. Al pari del suo Capo.
Ha ragione la sindaca dimissionaria di Imola, Manuela Sangiorgi, quando afferma che il “M5s è morto”. Una prece, Amen! Non fiori ma opere di bene…
Ps. Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola attenzionata dalla maiuscola.