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EDUARDO DE CRESCENZO IN CONCERTO AD AVELLINO CON “ESSENZE JAZZ”

Il “ragazzo della ferrovia” sarà in scena alle 21 al Teatro Carlo Gesualdo di Avellino

La “voce” senza tempo di Eduardo De Crescenzo, “il ragazzo della ferrovia”, sarà la vera colonna sonora del concerto di stasera al Teatro “Carlo Gesualdo” di Avellino. Lo spettacolo musicale “Essenze Jazz” di Eduardo andrà in scena alle 21. Ad accompagnarlo sul palco la sua formazione storica composta da Enzo Pietropaoli, al contrabbasso, Marcello Di Leonardo, alla batteria,  Stefano Sabatini, al pianoforte,  Daniele Scannapieco, al sassofono e Lamberto Curtoni al violoncello. L’esibizione chiuderà il tris di spettacoli inseriti nel mini cartellone “Eventi Speciali”.

Tutti i talenti di Eduardo incanteranno “ancora” una volta il pubblico. Il genio canoro, che Vincenzo Mollica non esitò a definire come “la voce maschile italiana più straordinaria” (quella femminile è Mina), mostrerà il suo essere cantante, fisarmonicista, compositore, arrangiatore. Tanti sono gli elementi riconoscibili nella sua musica, inscindibili nel suo canto personalissimo ma che comunque non bastano a descrivere l’intensità delle sue esecuzioni, né le improvvisazioni libere e geniali che fanno vibrare il pubblico. Il concerto che approda ad Avellino finora ha emozionato platee diversissime: quella del Teatro San Carlo di Napoli, tempio dell’opera lirica, e quella del Teatro Morlacchi, nell’ambito di Umbria jazz. Del resto, “Essenze jazz” più che il titolo di un concerto, è la definizione che l’artista prova a dare oggi alla sua musica, impossibile da targare con le consuete etichette di genere. In essa ritroviamo le interpretazioni raffinate e le toccanti afonie dei chansonniers italiani e napoletani che a inizio del XX secolo s’ispirarono alla Francia, il ritmo serrato del vocalizzo scat che scopriva nell’adolescenza nei locali americani sul porto di Napoli dove la sera si suonava il jazz, le suggestioni del Mediterranel e la passione del mèlos greco che lo ispirano dal mare o dai vicoli della sua città.

De Crescenzo costruisce nel tempo un repertorio che raggiunge vette internazionali di popolarità: “Ancora”, “L’odore del mare”, “E la musica va”… ma la sua espressività si nutre anche della dimensione più intima e poetica di brani come “Il racconto della sera”, “Sarà così”… o dei ritmi sincopati di “Foglia di the”, “La vita è un’altra”…capaci comunque di attraversare il tempo e le generazioni. Ecco, dunque, che il concerto diventa il racconto evocativo dei percorsi umani e musicali che hanno nutrito il suo talento.

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