Un appello che viene rivolto oggi direttamente al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso di un’iniziativa di mobilitazione organizzata dall’Alma Mater di Bologna a un anno dalla carcerazione del suo giovane studente egiziano. “Oggi sono qui con noi tanti sindaci italiani, molti sono collegati- sottolinea il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini– a significare che Patrick non è più solo un cittadino dell’Alma Mater e di Bologna. È un giovane uomo che il nostro intero Paese riconosce come esempio di impegno morale e civile”. L’idea di rivolgersi a Mattarella, incalza il sindaco di Bologna, Virginio Merola, “significa che noi chiediamo la cittadinanza italiana per Patrick, sapendo che questa coincide con la cittadinanza europea. E quindi ci permetterà che, anche a livello europeo, si assumano tutte le responsabilità conseguenti”.
Merola si augura dunque che Mattarella “tenga conto di questo appello”, sperando che “questa pressione internazionale aumenti e che questo non sia un pretesto per le autorità egiziane per rivendicare la non ingerenza. Se si aderisce alle convenzioni Onu- attacca il sindaco di Bologna- il tema dei diritti umani non può avere barriere nazionali. Se si vuole stare fuori dalla comunità internazionale, è più coerente non partecipare a queste convenzioni. Non sono possibili atteggiamenti di questo tipo nei confronti di un Paese come l’Italia e l’Europa. Su alcune questioni di fondo, le relazioni non possono essere mantenute ad ogni costo”. E aggiunge: “Molti cittadini di Bologna andavano in Egitto. Ora non ci vanno più per la pandemia, ma molti non ci andranno più per quello che state facendo a Patrick ZAKI”.
Alla richiesta di cittadinanza italiana per ZAKI, e di aumentare le pressioni sul Governo egiziano, si unisce anche il governatore dell’Emilia-Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini. “Ho sentito obiettare da qualcuno che sarebbe un’ingerenza nei confronti degli affari privati di un altro Stato sovrano- afferma Bonaccini- rispondo che quando si parla di diritti umani, non vi è confine che tenga. Capita oggi a Patrick, potrebbe capitare in futuro a ognuno di noi. La democrazia è un valore che va corroborato ogni giorno”. Il presidente esorta dunque a “non cedere di un passo, adesso che la mobilitazione si sta allargando: una palla di neve sta diventando una valanga”. E la Regione “è pronta a mettere in campo tutti gli strumenti possibili- assicura il governatore- per chiedere al Paese e al Governo di fare tutto quello che può. Perché vogliamo rivedere Patrick libero, che ritorni ai propri affetti e ai propri studi”. Secondo Bonaccini, la mobilitazione per ZAKI “più è larga e meglio è”, tanto che in questi mesi ha superato anche “le appartenenze politiche.
La comunità di Bologna, dell’Emilia-Romagna e di questo Paese in maniera molto estesa chiedono e pretendono la liberazione di Patrick ZAKI e si chiede, a partire dal presidente della Repubblica, un’attenzione particolare e di aderire alla richiesta di cittadinanza italiana per questioni straordinarie”. Un appello esteso anche “al Governo che sta per nascere”, precisa Bonaccini, così come “ci siamo già rivolti a quello tuttora in carica”. Ubertini ricorda poi che ZAKI ad oggi è cittadino onorario di molte città italiane. E proprio la presenza dei sindaci all’iniziativa di oggi “ci spinge a chiedere a lei, presidente Mattarella, di ascoltare le voci di studenti, docenti, personale delle Università, dei cittadini e dei sindaci che chiedono all’unisono giustizia e liberta’ per Patrick- afferma il rettore dell’Alma Mater- ha diritto di tornare in Italia, in un Paese che lo ama e ne ha adottato la forza, il coraggio e l’entusiasmo per lo studio. Ha il diritto di tornare libero. Non ti lasceremo solo, Patrick. Diritti umani, culturali e civili esigono oggi più che mai la tua liberazione e quella di tutti gli studenti che nel mondo sono privati della loro libertà di pensiero”.
Sulla stessa linea è Merola. “Quello che vogliamo continuare a dire oggi è: caro Patrick, il tuo posto e’ qui- afferma il sindaco di Bologna- tornerai e continueremo a lottare, come ci hai chiesto. Riteniamo la detenzione di Patrick ingiusta e anche le convenzioni Onu a cui l’Egitto pare aderire dicono questo. Quindi si tratta di continuare a fare pressione, la società civile italiana si sta pronunciando in modo inequivocabile anche attraverso i sindaci”. Merola ne fa poi un discorso generale. “Ci sono troppe dittature e troppa negazione dei diritti umani nel mondo, che la detenzione di Patrick rendono evidenti- afferma il sindaco di Bologna- l’Europa non può essere circondata da questo senza reagire. È necessario un cambio di passo collettivo della nostra Europa, a cominciare dal Governo italiano. C’è bisogno di una nuova generazione di iniziative diplomatiche, che non subordini i diritti umani allo sviluppo economico e alle relazioni con gli altri Stati”, chiosa Merola.