Eccezionale ritrovamento nei pressi di Luxor presso la necropoli dell’Asasif
Presso la necropoli dell’Asasif, vicino al tempio della regina Hatshepsut (riva occidentale dell’odierna Luxor), sono stati recuperati trentuno sarcofagi ancora perfettamente integri nel corso di uno scavo sistematico diretto dall’archeologo egiziano Mostafa Waziri. Ancora spazio all’esoterismo applicato all’archeologia: una straordinaria scoperta in Egitto si è subito prestata a un’interpretazione scientificamente azzardata, ma sicuramente suggestiva. Si nascondevano tutti in un’ampia sepoltura collettiva strutturata su due livelli, che venne utilizzata tra l’anno 1000 e il 750 a. C. circa: si tratta sicuramente di un nascondiglio, in cui – è questa l’interpretazione degli egittologi – i defunti vennero nascosti per essere protetti dai furti dei tombaroli: “Esattamente come la famosa grotta di Deir el Bahari, non molto distante, in cui numerosi faraoni del Nuovo Regno (1550-1070 a. C.) vennero occultati tutti insieme per porli in salvo dai tombaroli. Una semplice, ma doverosa precauzione, che ha consentito di far giungere fino a noi, intatte, queste antiche bare”, afferma il direttore dello scavo, che esprime ovviamente il punto di vista dell’Egittologia ufficiale. Ma c’è chi va oltre. Si tratta di studiosi legati a circoli millenaristi europei (in particolare quelli della scuola di Erik Hornung, già professore di Egittologia a Basilea), che ritengono che in realtà la sepoltura collettiva appena trovata fosse “uno dei punti di raccolta per parte della popolazione egizia, che – ovviamente – aveva origine extraterrestre. Qui si radunavano le mummie dei defunti e venivano portate da navicelle spaziali nei loro punti di origine su pianeti lontani”.