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Esclusiva H24news: GeVi, le verità di Roderick prima del big match con Forlì

Il grande ex della sfida contro l’Unieuro Forlì si è sincerato ai nostri microfoni: “Sacripanti è un grande coach ma Dell’Agnello è più vicino al mio stile”

Non sempre i migliori si trovano a proprio agio tra loro, e nemmeno bisognerebbe pretenderlo: è una questione di chimica che non deve minare, però, la stima reciproca. Era un po’ il caso di Pozzecco e Tanjevic, ormai 22 anni fa, è il caso della chimica di gioco mai completamente creatasi tra un MVP del mese di dicembre 2020 come Terrence Roderick, di cui alcuni addetti ai lavori hanno detto che avrebbe capacità ben superiori alla categoria che occupa, se solo volesse metterle a frutto, ed un top coach come Pino Sacripanti, un allenatore che i piani alti del basket europeo li ha bazzicati eccome in carriera.

Ed in fondo, la risposta alle polemiche che ne hanno avvelenato la permanenza in maglia GeVi, Roderick la trova proprio in questa poca compatibilità, perchè alla fine non tutti i contesti tattici ti permettono di esprimerti al massimo delle tue potenzialità.

Qualche sassolino, però, se lo toglie, nonostante l’affetto che lo lega alle falde del Vesuvio, quando parla delle critiche feroci che gli sono piovute addosso, quel “sono forte mentalmente” detto quasi con noncuranza è quasi un urlo verso chi lo riteneva un brocco e ne invocava il taglio, magari anche per chi, adesso, lo rimpiange, quasi a dire “ci avete provato, ma adesso vi sto dimostrando quanto valgo”; e c’è ancora qualcosa da scoprire, assicura ai suoi attuali supporters.

 

Innanzitutto complimenti per la grande stagione che stai disputando, cosa devono aspettarsi ancora i tifosi di Forlì da te? C’è ancora qualcosa in serbo per loro?
Sicuramente posso dare ancora di più, la stagione è ancora lunga ed ho ancora qualcosa da far vedere ai tifosi.

Domenica affronterai la tua vecchia squadra, che sensazioni hai per la partita?  
Sarà un match difficile, loro scenderanno in campo per giocarsi al massimo le proprie chances ma noi dobbiamo affrontare ogni partita focalizzandoci su ciò che è fondamentale fare per vincere; io affronto ogni gara allo stesso modo, certamente ci sono partite che vuoi vincere più di altre ma la mia mentalità è sempre la stessa per ogni gara.

Che differenze hai trovato tra le due città, Napoli e Forlì?
A Napoli è più probabile incontrare gente estroversa ed è una grande città, Forlì è più piccola; entrambe sono molto belle ma preferisco Napoli.

A Napoli sei stato criticato ferocemente, i tifosi ti hanno anche accusato di non esserti impegnato, qual è la tua verità sulla scorsa stagione?
Non voglio cercare alibi, però devo dire che ad inizio novembre (2019 ndr.) subii una frattura al dito ma voglio ribadirlo, nessun alibi. Pesa anche il fatto che, nonostante Pino (Sacripanti) sia un grande allenatore, mi trovo meglio con il mio attuale coach (Dell’Agnello): mi mette a mio agio, mi fa giocare a modo mio. Non ci sono enormi differenze tra i due staff tecnici ma credo che il mio attuale coach sia più compatibile con il mio stile di gioco, più vicino al mio modo d’intendere il basket.

Oggi è Josh Mayo il bersaglio delle critiche dei tifosi, credi ci sia qualche analogia tra la tua situazione e la sua?
Non saprei, Napoli attualmente è seconda ed anche lui esce da un infortunio, è difficile ritornare al 100%; i tifosi di Napoli sono così, non puoi prendertela con loro.
A loro piace vincere, vogliono vincere e vogliono vederti giocare al massimo. Personalmente non ho accusato questa pressione, sono forte mentalmente per cui non mi ha fatto alcun effetto, non ci facevo caso.

Che ricordi hai portato con te della tua stagione napoletana? 
Innanzitutto conservo bei ricordi dello staff societario, da Antonio Mirenghi al Presidente Federico Grassi, passando per Cristian Andrisani, Flavio d’Isanto e tutti gli altri, persone che ti scaldano il cuore; è una delle migliori società con cui abbia lavorato in vita mia e mi piacerebbe tanto tornare, chissà se in futuro…

In una precedente intervista ai nostri microfoni, Antonio Mirenghi ha dichiarato che la tua partenza è dipesa da un modo diverso di impostare la squadra, credi sia questo il vero motivo?
Per quanto mi riguarda non è esattamente così; si può dire che fosse una delle ragioni ma, alla fine, avevo solo un anno di contratto quindi non avevo nessun vincolo che mi legasse alla società una volta finita la stagione.

Che messaggio vuoi mandare ai tifosi napoletani?
Vi auguro il meglio, grazie per l’ospitalità che mi avete mostrato scorso anno e ci vediamo domenica.

CreditPhoto: Massimo Solimene

 


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