ESCLUSIVA H24NEWS, Musso avvisa la GeVi: “Con il ritorno di Marino saremo pericolosi per tutti”.

L’ex di turno parla del passato in maglia BPMed: “Saremmo potuti arrivare in finale, non ci pagavano da mesi”.

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Per la città provo ancora un enorme affetto perchè Napoli ha qualcosa di speciale, ancor di più per gli argentini

Se si dice Bernardo Musso, si pensa ad un giocatore da tenere sempre d’occhio con la lente d’ingrandimento perchè è in grado di accendersi ed avvampare come pochi nella categoria. Eppure l’esperienza a Scafati potrebbe spiazzare chi lo conosceva come il cannoniere della BPMed, quello capace di segnare anche 37 punti con 7 assist ed un 46 totale di valutazione per espugnare Ferentino: il Musso di oggi, oltre all’età, ha la saggezza del valore dei cosiddetti “intangibles” ed accetta tranquillamente di non essere la prima opzione offensiva.

In vista del Derby di domenica, ma senza perdere di vista la sfida di domani contro l’Eurobasket Roma, l’ex azzurro ha voluto ribadire l’affetto per la piazza partenopea e, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa, ha detto la sua sul convulso finale di quella stagione 2011/12 che vide l’allora BPMed eliminata inaspettatamente al primo turno dall’Aquila Trento.

E lo fa senza peli sulla lingua.

 

Domani vi attende l’Eurobasket Roma, ma la tifoseria ha già la testa al derby, che indicazioni avete tratto dall’andata?

Anche se i tifosi pensano già a Napoli, la sfida contro l’Eurobasket è importante perchè vale un posto in Coppa Italia, visto che è un recupero del girone d’andata. Dopo ci concentreremo su Napoli, adesso dobbiamo pensare all’Eurobasket.

 

Siete in un periodo molto positivo, dove avete mostrato grande solidità e sopperito all’assenza di una colonna come Marino con Mattia Palumbo, cosa ha portato di diverso?

Mattia ci ha dato solidità física, è un playmaker alto, ben strutturato, ed è un giovane di talento, ci ha dato molto. Aspettiamo Tommaso per tornare ad essere 10 giocatori effettivi, allora saremo un pericolo per tutti.

 

A Napoli ti si ricorda come un grandissimo realizzatore, oggi ti tocca lasciare ad altri la ribalta, come descriveresti il Musso di oggi rispetto alla macchina da canestri che conoscevamo?

Sono passati più o meno 10 anni (ride, ndr.), ma più che per il tempo è perchè, lo dico ogni anno che cambio piazza, io mi adatto al ruolo che mi chiede la squadra.

Sono stato un realizzatore per quasi tutta la carriera ma ho sempre unito questa qualità all’applicazione difensiva ed a rimbalzo, oltre che a fornire assist.

Qui a Scafati siamo una squadra in cui tutti e 10 siamo interscambiabili; io provo ad aiutare i compagni su sfaccettature come quella difensiva o della fluidità, con passaggi che magari non entrano nelle statistiche ma incidono nel buon esito degli attacchi. Mi sento a mio agio in questo ruolo, anche se è sempre bello segnare.

 

Come vivi il derby da ex di turno?

Quella di Napoli fu una stagione molto bella, peccato non essere arrivati in finale, avevamo tutto per farcela. Comunque la società di oggi non ha nulla a che vedere con quella in cui ho giocato, di quel club non è rimasto nessuno; per la città provo ancora un enorme affetto perchè Napoli ha qualcosa di speciale, ancor di più per gli argentini; anche il PalaBarbuto mi ha lasciato un bel ricordo dei tanti giorni passati ad allenarci mattina e pomeriggio. Provo molto affetto per il pubblico napoletano ed ogni volta che torno c’è sempre qualche amico che mi fa piacere risentire.

 

Come hai precisato, era un’altra società, di quella BPMed si disse che, alla fine, i giocatori andarono contro il club. Quanto c’è di vero?

È tutto vero, a me non vennero pagati gli ultimi stipendi e si chiuse il rapporto senza che mi venisse corrisposto tutto il dovuto, ma è una storia vecchia che uno cerca di dimenticare.

Fare il proprio lavoro e non essere pagato non è piacevole, è brutto, a nessuno dei miei compagni è stato pagato tutto ciò che dovevano avere, a me personalmente dovevano più di 3 mesi di stipendio.

Ma meglio dimenticarlo, sono passati tanti anni e preferisco custodire i ricordi di una stagione che fu bella al di là degli stipendi non corrisposti.

 

C’è mai stata la possibilità di ritornare al PalaBarbuto?

No, almeno non negli ultimi anni. Dopo Napoli sono stato un anno in Argentina, poi sono andato a Ferentino e Treviglio; che io sappia non c’è mai stato un interesse concreto.

 

Al momento siete qualificati al girone bianco: delle altre 5 che vi accompagnerebbero, quale ti ha impressionato di più?

Del girone verde, per roster, ci sono Tortona e Torino su tutte; del nostro ci siamo noi e le altre due del terzetto di testa ma mi ha impressionato anche Ferrara.

Però c’è da dire che questo è un campionato che non perdona le distrazioni, se sbagli perdi, come Ferrara contro la Stella Azzurra. Anche le squadre in fondo alla classifica possono farti pagare a caro prezzo gli errori, qualsiasi squadra che incontri può batterti se non giochi bene, come accaduto a Napoli con Cento.

PhotoCredit: Massimo Solimene

 


 

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