Ortopedico Bambino Gesù, scarpe sono una forzatura non è’ sempre indispensabile costringerli a indossarle
La prima parte del corpo con cui i bambini appena nati provano a indovinare il mondo, sono i piedi. Amano indirizzarli verso la mamma e il papà, per farseli toccare, e per vivere le loro prime esperienze di contatto. Quando sono un po’ più grandi si tolgono le scarpe perché stare scalzi risulta per loro più naturale. A consigliare di lasciare i bambini il più possibile scalzi è Osvaldo Palmacci, medico dell’Unità operativa Ortopedia del Bambino Gesù-Palidoro di Roma, che spiega: “Camminare su terreni propriocettivi, come l’erba, la terra e la sabbia, ovvero tutti quei terreni che hanno delle asperità, sono cedevoli, e pertanto mettono in difficoltà il piede, serve come momento di sviluppo corretto del piede, poiché potenzia i muscoli della gamba, che sono per lo più cavizzanti, ovvero muscoli che favoriscono, attraverso inserzioni tendinee, il corretto sviluppo del piede”. “In questi terreni, così come in casa, il consiglio è di lasciare, quando possibile, il bambino con i piedi scalzi, sempre pensando che la calzatura è una forzatura, e non è sempre indispensabile costringerli a indossarla”, aggiunge. Ma come scegliere la calzatura migliore? “Le scarpe dei bambini devono rispondere a tre caratteristiche: comodità, leggerezza e deformabilità – risponde Palmacci – Nella scelta delle scarpe dei piccoli, bisogna seguire gli stessi principi che valgono per l’adulto. Il piede del bambino deve essere libero di deformare la scarpa con la sua impronta. Una calzatura rigida limita i movimenti e riduce la possibilità per il piede di percepire l’ambiente esterno. Per questo è preferibile una calzatura che sia ben deformabile”.