“L’Europa non è stata all’altezza nelle precedenti crisi e mi assumo anche, in parte, la responsabilità della Francia. Ma voglio anche aggiungere, per mettere le cose in chiaro, che noi europei abbiamo spesso tendenza a vedere solo le nostre mancanze e le nostre debolezze. La Francia è al fianco dell’Italia: è per questo che ho tenuto a recarmi a Napoli il 27 febbraio, nonostante l’impennata dell’epidemia. Abbiamo proposto dei posti letto ospedalieri nel Sud della Francia e abbiamo inviato materiale sanitario. L’Europa, nel suo insieme, ha reagito prima e in modo più deciso rispetto ad altre crisi del passato; quando la Bce agisce, ad esempio, ci protegge tutti ed è una forma di solidarietà”.
Così il presidente francese, Emmanuel Macron, in un’intervista al Corriere della Sera, Repubblica e La Stampa. Sul fatto che in un momento tanto difficile per l’Italia gli aiuti arrivino da Cina, Cuba e Russia, Macron replica: “Si parla molto degli aiuti cinesi o russi, ma perché non si dice invece che la Francia e la Germania hanno inviato due milioni di mascherine e decine di migliaia di camici in Italia? Oggi lanciamo bandi europei per l’acquisto congiunto di mascherine e respiratori. Sarà forse insufficiente ma è già un inizio e non dobbiamo lasciarci intossicare da ciò che raccontano i nostri partner e concorrenti internazionali. Dobbiamo anche dire che, viceversa, gli europei hanno soccorso la Cina all’inizio dell’epidemia, quando era la più colpita, inviando più di 50 tonnellate di materiale. L’Europa deve essere fiera e sentirsi forte, perché lo è. Ma deve andare ben oltre. Ecco perché difendo una solidarietà di bilancio nella gestione della crisi e delle sue conseguenze. Alcuni Paesi si comportano come se l’Italia o la Spagna ne fossero responsabili: ne sono, al contrario, le prime vittime e questo virus non risparmierà nessuno. Ciò che mi preoccupa è la malattia del “ciascuno per sé’’: se non siamo uniti, l’Italia, la Spagna e altri Paesi potrebbero giustamente dire ai loro partner europei: dove eravate mentre noi eravamo al fronte ? Io non voglio un’Europa egoista e divisa”.