Business Insiders: Facebook avrebbe raccolto i contatti degli utenti negli ultimi 3 anni
Ancora problemi di privacy per Facebook. Stando a quanto riportato da Business Insiders, il gigante dei social media ha raccolto i contatti e-mail di circa 1,5 milioni di utenti negli ultimi tre anni senza il loro consenso. L’errore è stato scoperto nel corso di una modifica al processo di iscrizione, che chiedeva di inserire le password di posta elettronica per verificare le identità di un nuovo account, effettuato lo scorso mese e confermato oggi dall’azienda di Menlo Park in una dichiarazione pubblicata dal sito Web di notizie statunitensi . “Il mese scorso abbiamo smesso di offrire il controllo per la password dell’email come opzione per verificare l’account al momento della prima iscrizione a Facebook. Analizzando gli step affrontati dagli utenti durante il processo abbiamo scoperto che in alcuni casi i contatti della casella di posta sono stati inviati a Facebook in modo non intenzionale. Stimiamo sia accaduto per un massimo pari a 1,5 milioni di persone”, si legge. La società di Mark Zuckerberg ha quindi aggiunto che i dettagli non sono stati condivisi con nessuno e ora saranno eliminati.
L’errore è stato corretto e gli utenti interessati sono stati informati, ha aggiunto Facebook. Intanto il social sarà utilizzato come barometro o sistema di monitoraggio che raccolga oltre 100mila “contenuti” per documentare l’andamento della campagna elettorale e denunciare messaggi e discorsi di odio: è questa la proposta e l’impegno di Amnesty International, presentati oggi a Roma, in vista delle europee di maggio. “Vogliamo rivelare la correlazione tra i messaggi dei politici e le reazioni di odio degli utenti, vedendo come i diritti umani e civili diventano tema di dibattito” ha spiegato all’agenzia ‘Dire’ Martina Chichi, hate speech project officer dell’ong. “Rispetto alle elezioni italiane del 2018 abbiamo introdotto nuovi algoritmi che consentiranno di raccogliere in modo automatico contenuti da Facebook e da Twitter: l’obiettivo è superare quota 100mila, per avere un campione statistico rilevante che sia base solida per riflettere su come rispondere al fenomeno dei discorsi di odio”. Nella fase più delicata il meccanismo si fonderà sul lavoro di circa cento attivisti, chiamati a valutare i contenuti. “Il 17 maggio diffonderemo i dati aggregati preliminari, per fare il punto sulle tendenze generali e offrire una visione d’insieme a pochi giorni dalle europee” ha sottolineato Chichi. “Il report finale, con la possibilità di analizzare come ciascun candidato abbia condotto la propria campagna e se abbia utilizzato hate speech, sara’ invece diffuso alla vigilia dell’insediamento del nuovo parlamento dell’Ue a inizio luglio”.