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FEMMINICIDIO, 3100 VITTIME DAL 2000 AD OGGI

Dal 2000 ad oggi sono 3100 le donne uccise, più di 3 a settimana, un femminicidio ogni due giorni. Nei primi dieci mesi del 2018, secondo quanto emerge dall’aggiornamento statistico sul fenomeno curato da Eures – Ricerche economiche e sociali, nel 2018 in Italia le vittime di femminicidio sono state 106, una ogni 72 ore: il 7% in meno dello stesso periodo dell’anno precedente, quando erano state 114. Una violenza preoccupante che si lascia alle spalle un gran numero di vittime, non sempre riconosciute. È il caso dei figli, eredi di un padre assassino e una madre assassinata. Orfani due volte. Giovani che al dolore della perdita spesso devono aggiungere il trauma della violenza subita in casa, non di rado dopo aver assistito al crimine. Giovani di cui spesso, dopo la ribalta delle cronache, si perde ogni traccia e che non vengono registrati in nessuna statistica. “Orfani fantasma” che avrebbero invece bisogno di risposte specifiche, così come i familiari che se ne prendono cura. A loro cerca di dare risposte l’Associazione Il Giardino segreto nata nel 2015 su iniziativa di Patrizia Schiarizza, avvocato da sempre in prima linea nella tutela delle donne e dei minori che ha deciso di puntare i riflettori sugli “orfani di femminicidio”. “Questo aspetto dei numeri – denuncia all’adnkronos Patrizia Schiarizza – è fondamentale sia per attivare politiche di prevenzione ma anche e, soprattutto, di aiuto concreto. Se un fenomeno non ha un nome e non ha numeri – evidenzia – non esiste. Non sappiamo con esattezza quanti sono i figli che restano dopo il femminicidio della madre. Non vi sono dati ufficiali ai quali attingere, in quanto lo Stato non conta le vittime del femminicidio, meno che mai quelle collaterali. Ciò è dovuto anche al fatto che non esiste tecnicamente il reato di femminicidio, nonostante l’uso ed abuso del termine”.

Nei primi 10 mesi del 2018 un femminicidio ogni 72 ore

Per quanto riguarda in concreto i bisogni di questi bambini e delle loro famiglie, secondo l’esperienza di Schiarizza “vi sono due necessità fondamentali. La prima riguarda il supporto psicologico per i familiari e per i bambini. I familiari che si prendono cura di questi bambini non hanno avuto nemmeno il tempo di elaborare il lutto della perdita di una figlia, di una cugina, di una sorella e si trovano catapultati nella gestione della quotidianità di bambini che presentano ovvie criticità. I bambini a loro volta devono fare i conti con il trauma della perdita della mamma. A volte hanno assistito direttamente alla sua morte, altre volte ancora sono stati vittime per anni di violenza assistita. E in alcuni casi ancora sono stati vittime loro stessi di violenza da parte del padre”. La presidente del Giardino segreto cita quindi l’esempio di “due bambini che hanno assistito direttamente alla morte della madre, uccisa dal padre davanti ai loro occhi: dalla tenerissima età venivano costretti a violenze di ogni genere da parte del padre. Uno di questi bambini, che oggi ha poco più di 10 anni – racconta – chiede continuamente al nonno di poter visitare dall’esterno il carcere per sentirsi rassicurato del fatto che il padre non ne uscirà e che non ucciderà né lui né la sorella”. “Molti di questi orfani la sera fanno fatica ad addormentarsi perché hanno paura del buio e le loro paure si ripropongono nel momento esatto del giorno in cui si è verificata la morte della madre. Molti altri bambini hanno disturbi di carattere psichiatrico. L’esperienza – sottolinea ancora l’avvocato – in tutte queste situazioni ci ha insegnato che vi è un problema importante di incompetenza. Anche quando gli operatori sanitari e medici si presentano muniti di buona volontà, spesso non hanno la preparazione e gli strumenti per fare i conti con realtà così gravi e così importanti. La legge 4/2018 prevede che lo Stato e le regioni si attivino per fornire servizi di assistenza sanitaria e psicologica”.

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