A palazzo Chigi si vedranno ministri, esperti e rappresentanti dei partiti per analizzare i dati e mettere in calendario un cronoprogramma di riaperture già dalla settimana successiva alla Festa della Liberazione. Dal 26 aprile infatti si potrebbe tornare alle zone gialle, se permesso dai numeri del contagio, e ad altre graduali aperture per le attività commerciali, i bar, i ristoranti e i luoghi della cultura. Nel pomeriggio poi il presidente del Consiglio proseguirà i suoi incontri con le forze politiche. Dopo aver visto ieri M5s e Lega, oggi ha in agenda i colloqui con Pd e Forza Italia.
Al centro del colloquio il Piano nazionale per il Recovery, che dovrà essere presentato a Bruxelles entro fine mese. Ma all’interno della maggioranza restano ampie le distanze di valutazione sull’operato del ministro della Salute Roberto Speranza. Dopo che Fratelli d’Italia ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia individuale nei suoi confronti, M5s, Pd e Leu hanno fatto quadrato intorno al ministro, Forza Italia si è sfilata dall’attacco, mentre la Lega chiede prima di tutto di leggere la mozione e rimanda poi alla commissione di inchiesta sugli errori per contrastare la pandemia chiesta da Italia viva. Ma sulla figura di Speranza si concentra uno scontro che vede sottotraccia altre motivazioni, dagli equilibri politici dell’esecutivo al braccio di ferro sulle riaperture, su cui Draghi avrebbe chiesto all’intera coalizione “più unita’” e meno fughe in avanti. L’obiettivo del premier ora è mediare tra partiti e tra questi e le regioni per procedere a una road map che permetta un progressivo ritorno alla normalità ma “con grande prudenza” e in base alla parola d’ordine cui a palazzo Chigi si stanno ispirando in queste settimane: “gradualuità”.