Orto e cavalli, il progetto della fattoria sociale è l’autonomia e la formazione lavorativa
Nuovo progetto per i ragazzi affetti dalla sindrome di Down, nasce la “fattoria sociale”.
Una vera e propria fattoria di orto e cavalli si occupano giovani disabili, un progetto che nasce nel 2015 ma che rinnoverà a febbraio, che vede un unico obiettivo: l’autonomia e la formazione lavorativa di ragazzi affetti da sindrome di Down, da ritardo mentale o da autismo. Elisabetta, in provincia di Como, ha degli insoliti “lavoranti”. Degli animali e dell’orto, infatti, si prendono cura giovani con disabilità, oltre a qualche anziano. Poca esperienza e competenza per il lavoro nei campi ma tanta passione ed entusiasmo per la vita all’aperto con annessa un’opportunità di formazione. È quanto avviene alla fattoria sociale La Cavallina, che dal 2015 è luogo di sperimentazione di un progetto, il “Green Smiles”, che ha un unico obiettivo: l’autonomia e la formazione lavorativa di ragazzi, giovani e meno giovani (il più giovane ha 18, il più anziano 40), affetti da sindrome di Down, da ritardo mentale o da autismo. Una ventina i ragazzi che da lunedì al venerdì si ritrovano a “La Cavallina” e si occupano di cavalli e di animali domestici, di ortaggi che piantano, coltivano e poi raccolgono. “Con queste attività, tutte all’aperto – spiega Ambrogio Alberio – i ragazzi stanno bene. Sono soddisfatti di quello che fanno, imparano a rapportarsi con gli altri ed imparano anche un mestiere, ognuno potenziando le proprie risorse e possibilità. Per noi è un bilancio molto positivo, soprattutto sul piano umano. Ci colpisce sempre la loro contentezza nel portare a termine i compiti assegnati, nel vedere il ciclo di un ortaggio che arriva in tavola, nell’essere in grado di gestire, ad esempio, le briglie dei cavalli”. I giovani vivono con le loro famiglie ed ogni giorno sono sul posto di lavoro: ad accompagnarli un pullmino gestito da una cooperativa, “Il Granello”. I compiti da fare sono quelli tipici di una fattoria; qui ci sono cavalli e animali domestici, l’orto biologico, il giardino; 18 ettari di terreno a Guanzate (provincia di Como), in parte coltivata e in parte boscata; poi stalle e fienile, spazi dove svolgere le mansioni del giorno. Un centinaio finora i ragazzi, più o meno giovani, più o meno costanti, che sono passati qui, che hanno fatto un’esperienza sul campo.
L’idea della fattoria sociale è stata di Elisabetta che in attività lavorative precedenti si era occupata di persone disabili, ed è realizzata nell’ambito delle iniziative della Regione Lombardia (la fattoria è iscritta all’albo regionale delle realtà dell’agricoltura sociale). E poi, una rete articolata di collaboratori che arricchisce il progetto e le attività del territorio. Fra questi, la cooperativa “Il Granello” di Cislago, il comune di Guanzate, la scuola di agraria “amino primo” di Como. “E’ evidente – prosegue Ambrogio – che quanto fanno qui, accresce nei ragazzi l’autostima e la maturità. A loro è richiesta responsabilità e consapevolezza. Così si alimenta l’autonomia. Aiuta il contesto rurale, lo stare nella natura, quindi un clima tranquillo dove i ritmi sono sereni, per niente frenetici. C’è leggerezza e non mancano i momenti ludici. Infine, la vicinanza agli animali, che non giudicano, e con i quali si rapportano serenamente, danno un altro importante contributo alla crescita”.
Dal prossimo febbraio, come si apprende dall’ansa, il progetto si arricchisce del coinvolgimento di studenti, minorenni e con disabilità, della scuola ‘Minoprio’ che potranno sperimentare nella fattoria percorsi di studio teorico e pratico.