Dodicesimo giorno di guerra in Ucraina dove non si ferma l’offensiva di Mosca nonostante, questo pomeriggio nella foresta di Belovezhskaya Pushcha, in Bielorussia, sia cominciato il terzo round di colloqui tra Russia e Ucraina. In particolare le forze russe stanno muovendo in massa contro Kiev, ormai sempre più cinta d’assedio. Da ore si combatte ferocemente nei sobborghi della Capitale dove gli sforzi per evacuare i residenti sono falliti e la situazione è catastrofica. A Ovest, nella città di Irpin, i russi starebbero avanzando con carri armati e unità di fanteria motorizzata, mentre a Est, i soldati di Mosca starebbero attaccando attraverso i distretti di Brovarsky e Boryspil. Secondo l’esercito ucraino (notizia riferita dal Guardian), Mosca avrebbe iniziato ad “ammassare le proprie risorse per prendere d’assalto la città”. “Non perdoneremo. Non dimenticheremo. Puniremo tutti coloro che hanno commesso atrocità in questa guerra sulla nostra terra. Troveremo ogni bastardo che ha sparato alle nostre città, alla nostra gente, che ha bombardato la nostra terra, che ha lanciato razzi. Non ci sarà posto tranquillo su questa terra per voi. Eccetto la tomba” ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla nazione pronunciato in occasione della Domenica del Perdono (lo riporta sempre il Guardian). Intanto, mentre il numero di profughi ucraini che hanno trovato rifugio nella vicina Polonia, ha superato il milione di unità (in Italia ne sono già arrivati oltre 17mila), anche il nostro Paese è finito nella lista dei “Paesi ostili” compilata dal Cremlino: sono tutti quegli Stati che hanno applicato sanzioni contro la Russia. Intanto dal Cremlino Vladimir Putin ha ribadito al premier francese Macron che se non raggiungerà i suoi obiettivi con i negoziati, lo farà con la guerra. Dal canto suo, l’Ucraina ha fatto sapere di essere sì pronta al dialogo ed a negoziare “modelli di garanzia non Nato”, ma che non c’è “alcun accordo possibile su Crimea e Donbass” con Zelensky che ha lanciato, per l’ennesima volta, un un appello all’Occidente: “Quanti altri morti vi servono per mettere in sicurezza i nostri cieli?”. Nel frattempo, sul territorio i corridoi umanitari sui quali, in occasione del secondo round dei negoziati era stato trovato l’accordo e che pure sono stati annunciati da Mosca per consentire ai cittadini ucraini di evacuare dal Paese, sono stati effettivamente aperti, ma appaiono diretti, al momento, perlopiù verso la Russia e verso la Bielorussia, quest’ultima alleata di Mosca. Sul fronte della diplomazia internazionale, invece, si registra, in queste ore, la presa di posizione pro Russia da parte della Cina con il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, che ha parlato di “amicizia duratura” con la Russia, un’amicizia che è “solida come una roccia”, affermando che i due Paesi contribuiscono a portare “pace e stabilità nel mondo”. Nel suo intervento a margine dei lavori annuali del Parlamento, Wang ha rimarcato che “la relazione Cina-Russia non è apprezzata per la sua indipendenza. Si basa sulla non alleanza, sul non confronto e sul non prendere di mira qualsiasi terza parte”. Mosca e Pechino, ha sottolineato Wang “manterranno il focus strategico e continueranno ad approfondire il partenariato strategico globale di coordinamento per una nuova era”. La stessa Cina è poi tornata a bacchettare Washington ricordando, sempre attraverso il ministro degli Esteri Wang Yi che il vero obiettivo “della strategia indo-pacifica degli Stati Uniti sarebbe quello di “stabilire una versione indo-pacifica della Nato”. Wang è tornato a sollecitare gli Usa “a guardare alle relazioni bilaterali con raziocinio, riportandole su uno sviluppo sano e stabile”. Cina e Stati Uniti, ha ribadito il ministro, devono puntare “ai tre principi del rispetto reciproco, della coesistenza pacifica e della cooperazione vantaggiosa per tutti. La competizione tra i principali Paesi non dovrebbe essere all’ordine del giorno e il gioco a somma zero non è la scelta giusta”.