
Ibra fa a pezzi il Napoli che esce sconfitto dal match di vertice della serie A.
La squadra azzurra non ha convinto, anzi ha messo in luce le solite amnesie azzurre in fase difensiva e la pochezza in fase offensiva.
Breaking News
Grazie alla Stamperia del Valentino, una piccola casa editrice napoletana, questa pregevole raccolta di articoli -scritti per diverse testate nel periodo che va tra gli anni Quaranta e Cinquanta- torna in libreria a raccontarci di una Napoli lontana dai fasti delle fictions televisive e vista con gli occhi di Elena Canino. Bella figura quella della Canino, nel novero delle giornaliste scrittrici scoperte da Leo Longanesi; l’incontro tra i due si svolse grazie al favore di Giovanni Ansaldo, alla cui famiglia la giovane Elena si legò durante gli anni trascorsi a Genova. Comincia così la sua carriera di giornalista che la porterà a collaborare lungamente a Il Borghese, mentre Leo Longanesi pubblicherà anche il suo primo e unico romanzo dal titolo “Clotilde tra due guerre”, un romanzo di formazione attraverso il quale la Canino seppe ritrarre con mano ferma ma garbata gli uomini e le donne più in vista di quel periodo. La sua è una scrittura chiara, senza infingimenti e pervasa da una sottile ironia persino quando, come in “Napoli guerra e pace. Spigolature di vita napoletana” la Canino getta uno sguardo femminile sul secondo conflitto mondiale. Se in “Napoli Borghese” si avverte la tensione della giovane che smette di vivere Napoli come sede dei suoi studi universitari e comincia a viverla incarnando un ruolo diverso (quello della moglie dell’architetto Marcello Canino), in “Napoli Guerra e Pace” gli articoli, datati tra il 1941 e il 1956, danno vita ad una narrazione più aspra. Lo sguardo di Elena è cambiato, non solo Napoli ma il mondo intero si trova stretto nella morsa bellica e i personaggi che attirano la sua attenzione sono spesso i soldati tedeschi che segnano il passo con scarpe chiodate, quelli americani che sembrano ormai diventati parte integrante delle domeniche di festa dei napoletani, con la loro cioccolata e le sigarette regalate agli angoli delle strade di una città il cui centro viveva di miseria e di sfacelo ancora evidenti. Oppure i soldati britannici, che requisiranno la sua amata casa, quella Villa Salve al Vomero vecchio, non lontana da piazzetta Santo Stefano e dalla sua chiesetta, che rappresentava il centro nevralgico di un piccolo villaggio che, pur appartenendo geograficamente al territorio napoletano, le permetteva di restarne sufficientemente distaccata. Allora era Napoli che saliva fino a Villa Salve, attraverso lo strillone che portava le copie del giornale su cui la Canino aveva pubblicato il suo ultimo pezzo, certo che avrebbe venduto almeno quindici copie. Oppure attraverso il vociare dell’ortolano con il suo carretto, oppure attraverso le sapienti mani della sarta ormai in difficoltà con la vecchia clientela, cui Elena fa pubblicità presso le mogli degli ufficiali stranieri. E’ a Villa Salve che Elena diventa, molti anni dopo Matilde Serao, ‘a signora ‘e coppa: un modo di dire che è il riconoscimento di uno status dettato non solo dall’altura in cui aveva posto dimora con la famiglia. Il prezzo del pane o l’impossibilità di andare dal parrucchiere diventano allora motivo e spunto di una riflessione più ampia di una donna borghese, che ha amato la città senza diventare parte di essa, che ha vissuto la guerra da sfollata e ha incontrato la solidarietà ma anche il cinismo sul volto di quelli che, come lei, hanno lasciato la città sotto i bombardamenti per riparare a Sorrento o a Roma. In Napoli guerra e pace ci sono dei pezzi dolorosamente attuali, di una contemporaneità che schiaccia il lettore perché, prosa lessico e stile a parte, sembrano raccontare e commentare una notizia dell’altro ieri e non del secolo scorso. In buona sostanza la Canino sembra collocarsi a buon titolo tra la generazione della Serao, con il suo inventario sociale di donne e ragazze, e quella di Anna Maria Ortese, che parlando di Napoli sempre ne sottolineò la mancanza di grazia. Elena si adattò con amore a Napoli e la raccontò attraverso ciò che conosceva meglio: non come chi fa cronaca, ma come chi vive il suo quotidiano in una città difficile, in un periodo controverso dove l’adattabilità era necessaria alla sopravvivenza (la guerra, lo sfollamento, la requisizione della villa amata e la convivenza con i soldati inglesi) adottando, spesso, una muta opposizione ad una realtà che non poteva cambiare ma che si poteva plasmare in minima parte a seconda delle esigenze dettate dal giornaliero imprevisto continuo. Occhio arguto il suo e sguardo talvolta indulgente e pietoso su una Storia narrata attraverso le piccole vicende di personaggi sconosciuti. [wpedon id="44688"]
“Abbiamo appreso, con vivo stupore, dell’esclusione della figura del Biologo dal novero dei professionisti che gli enti locali possono assumere per dare attuazione ai progetti del PNRR. Speriamo si possa presto rimediare a questa grave lacuna”. Lo dichiara, in una nota, il senatore Vincenzo D’Anna, presidente dell’Ordine Nazionale dei Biologi, secondo il quale: “nel ricordare che il PNRR si incentra prevalentemente intorno al progetto della transizione ecologica, è del tutto paradossale che, per la trattazione delle problematiche legate all’ambiente, si sia esclusa la figura professionale che più di tutte ha specifiche competenze in questo ambito”. Per D’Anna “giova ricordare che la teoria one health, propugnata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, lega indissolubilmente l’ambiente alla salute dell’uomo e che l’epigenetica e la nanotossicologia hanno dimostrato, attraverso studi biologici, che la tutela della salute è intimamente connessa alla salubrità dell’habitat in cui gli esseri umani vivono”. Prevedere, pertanto “l’inserimento di altre figure (geologi, agronomi, ingegneri, architetti, ecc.) escludendo i Biologi” è, secondo il presidente dell’ONB “un atto di autolesionismo che può limitare la buona riuscita sia dei progetti, sia degli effetti benefici che questi stessi progetti dovrebbero apportare. Speriamo si sia trattata ‘solo’ di una colossale dimenticanza da parte dei tecnici del ministero della Funzione Pubblica nonché degli altri ministeri interessati (Salute e Ambiente). Chiediamo pertanto al ministro Brunetta di colmare questa lacuna dando l’opportunità agli enti locali di utilizzare la figura del Biologo di Comunità ovvero quella di un professionista duttile e poliedrico nelle sue competenze, tutte afferenti alla trattazione delle problematiche legate alla salute ed al risanamento ambientale”. “Ci dichiariamo fin d’ora disponibili per dare il massimo sostegno alle progettualità del PNRR, alla condizione di esserne però legittimati entrando a far parte delle équipe professionali previste per l’attuazione del piano stesso” conclude il presidente dell’Ordine dei Biologi.
Il 31 luglio uscirà su tutte le piattaforme digitali, il nuovo lavoro discografico del cantautore partenopeo Alessandro Giannini che contiene i singoli che hanno anticipato questa uscita: ‘O Viaggio, in cui l’autore racconta la storia di Alì, un migrante che affronta mille vicissitudini per raggiungere una nuova terra cha abbia le braccia di una madre in cui smarrire il suo dolore e ritrovare se stesso. Il brano ha visto la partecipazione dell’artista tunisina M’Barka Ben Taleb che ha impreziosito, con la sua identità internazionale, i suoni della tradizione partenopea, filo conduttore delle canzoni di Giannini e Tu si’ tu, una vera e propria lettera d’amore scritta con le mani del cuore e con la passione di un uomo non corrisposto che spera nel coronamento della sua storia. I due brani su citati racchiudono i temi del disco, da un lato quelli sociali, che ritroviamo anche in altre canzoni di questo progetto ma questa volta più focalizzati sul popolo napoletano che non vive sempre una passiva accettazione delle difficoltà della sua terra ma è anche alla ricerca di un riscatto come A cchiù bella, in cui l’autore racconta di una compagna di un boss di quartiere, che con fatica prende una posizione contro tutto e tutti, per liberarsi di una vita che non le appartiene oppure Oj ma’, la storia di un ragazzo napoletano che nel momento più drammatico della sua vita, si rende conto di aver vissuto nel marcio e chiede scusa alla madre per le sofferenze che le ha procurato. In questa canzone Alessandro Giannini sottolinea anche l’amore di una madre che non abbandona i propri figli anche se prendono strade sbagliate. E alla ricerca di riscatto come il suo popolo, è la città stessa rappresentata in una canzone con un nome diffuso tra i napoletani: Assunta, che è la Napoli abbandonata, sofferta e speranzosa che un giorno possa arrivare qualcuno a curarle le ferite di un tempo lungo di disagio. Il brano è riprodotto anche nella versione unplugged perché l’artista vuole trasmettere all’ascoltatore la sua intenzione iniziale, meno sofisticata ma più diretta. Il cantautore allarga poi la sua visuale su quello che sta succedendo nel mondo, sugli effetti della pandemia sulla società in cui ogni uomo ha perso quella normalità che non è banale quotidianeità ma condivisione di momenti di vita. Il brano Te cerco perdono è proprio una preghiera per ritornare alla vita perduta. E poi dal mondo intero al proprio individuale con O figlio ‘e chi nun tene niente, il cantautore si racconta in un vero percorso autobiografico che parte dai Quartieri Spagnoli della sua città natale e arriva a Londra, dove ha curato il mixaggio del suo album, un percorso che ha come filo conduttore la musica e si interseca tra difficoltà e tenacia, tra stanchezza e forza, fino ad arrivare al compimento di un progetto che rappresenta non un traguardo ma una tappa del suo viaggio di vita con la musica. Il progetto ha avuto una gestazione di un anno e mezzo e rappresenta per il cantautore il disco della maturità artistica in cui, tra collaborazioni di musicisti di spessore e i viaggi tra Napoli e Londra per creare delle sonorità che avessero un respiro internazionale, Alessandro Giannini vuole regalare ai suoi ascoltatori le sue emozioni che hanno portato a questo risultato. La copertina è stata curata da Pasquale Scognamiglio, un pittore napoletano cresciuto con Alessandro Giannini nei quartieri della città che pullulano di artisti. L’autore, con i suoi dipinti fornisce sempre uno sguardo intenso e profondo sulla città. Il quadro, che il cantautore ha scelto come copertina del disco, rappresenta il miracolo di San Gennaro che per i napoletani è il simbolo più forte della sacralità e della speranza del popolo. Un disco O’ figlio ‘e chi nun tene niente dedicato in primis alla sua città che con i temi trattati, le sonorità e i ritmi partenopei, viene fuori con orgoglio con tutta la sua essenza, la sua cultura musicale, la sua bellezza e la speranza di non arrendersi mai. [wpedon id="44688"]
"I contagi Covid continuano a salire. Oggi in Italia si stimano circa 132 mila nuovi casi a fronte di 100 decessi". Attenzione: "si tratta però di stime parziali dal momento che nel nostro Paese i positivi che sfuggono ai controlli sono molto più numerosi di quanto si possa credere". A lanciare l'allarme, in una nota, è Pietro Miraglia, vicepresidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi, il quale spiega che "questo accade perché, in tempi non sospetti, le autorità sanitarie hanno autorizzato i cosiddetti 'tamponi fai da te' senza nessuna possibile tracciabilità dei contagi, al contrario di quanto accade nelle strutture pubbliche e private dove, invece, vige l’obbligo di trasmettere i casi di positività al Centro Coronavirus". SALUTE ANZIANI E FRAGILI A RISCHIO Per Miraglia: "con l’aumento esponenziale dei contagi, si rischiano seri danni per la salute di anziani e fragili; inoltre il dilagare del virus metterà a dura prova la tenuta delle strutture sanitarie". Eppure, incalza il rappresentante dell'ONB "da parte delle istituzioni sembra che tutto sia normale. Addirittura c'è chi invoca l'abolizione dell'isolamento dei positivi senza rendersi conto che il 'liberi tutti' significherà il dilagare del morbo con esiti imprevedibili". IL GOVERNO ADOTTI PRECAUZIONI Secondo il vicepresidente dell'Ordine dei Biologi: "non basta chiedere alla gente senso di responsabilità se ancor oggi, in Italia, si contano 6 milioni di persone non vaccinate e milioni che non hanno ultimato il ciclo vaccinale". "Il Covid non è stato sconfitto. Se il Governo non utilizzerà precauzioni come l'utilizzo delle mascherine nei luoghi affollati e non tornerà a chiedere, con forza, ai cittadini di vaccinarsi, rischieremo di far rialzare clamorosamente la testa alla pandemia" conclude Miraglia.
Ci siamo. Comincia oggi in Inghilterra (dal 6 al 31 luglio) il Campionato Europeo di calcio femminile. Come noto, al torneo, giunto quest’anno alla tredicesima edizione, prenderà parte anche l’Italia, inserita nel gruppo D, insieme con Francia, Belgio ed Islanda. Ebbene, al fianco delle Azzurre, nel Regno Unito, ci sarà anche un campano: si tratta del nutrizionista Natale Gentile, biologo, presente nello staff della Nazionale. CLASSE 1970, E' ORIGINARIO DI CAVA Classe 1970, originario di Cava dei Tirreni (SA), Gentile non è nuovo ad esperienze del genere dal momento che è consulente dell’Inter (per il settore giovanile e femminile) e che, nel 2019, era già con l’Italia femminile ai mondiali di Francia.
Hiromi inaugura la XXVII edizione del festival Pomigliano Jazz in Campania. La pianista e compositrice giapponese, una delle più talentuose protagoniste della nuova scena jazz mondiale, si esibirà in esclusiva all’anfiteatro romano di Avella il 16 luglio 2022 col suo “The Piano Quintet”. Nell’unica data italiana del tour europeo presenta l’ultimo lavoro discografico “Silver Lining Suite”, pubblicato lo scorso ottobre e composto durante la quarantena mentre era impegnata in una serie di performance in streaming per supportare i Blue Note di Tokyo e New York. Ad accompagnarla in questo intenso viaggio musicale ci sarà un eccellente quartetto d’archi composto da Tom Pigott-Smith (violino), Shlomy Dobrinsky (violino), Meghan Cassidy (viola) e Gabriella Swallow (violoncello). Artista dotata di una grande sensibilità e versatilità, Hiromi annovera tra le sue influenze Bach e Franz Liszt, King Crimson, Dream Theater e Sly & the Family Stone. La scorsa estate è stata invitata a esibirsi in piano solo allo Stadio Olimpico di Tokyo per la cerimonia d’apertura delle Olimpiadi. Adesso, dopo le date in Giappone in trio e in Brasile in piano solo, arriva in Europa per una serie di concerti con “The Piano Quintet”. Il tour, partito dalla Konzerthaus di Vienna, toccherà alcuni tra i principali festival del Vecchio Continente, come il North Sea di Rotterdam o il Festival Da Jazz di St. Moritz, prima di arrivare a Pomigliano Jazz. Il concerto di Hiromi al festival diretto da Onofrio Piccolo, sarà introdotto dal live di Alessandro Tedesco che proporrà in trio con Giovanni Francesca e Angelo Funaro il suo ultimo lavoro discografico "Magma", pubblicato per la Tuk Music di Paolo Fresu. Classe 1979, Hiromi Uehara gode di una vastissima fama per la sua stupefacente tecnica virtuosistica, per l’energia che esprime nei suoi concerti e la sua capacità di esplorare generi musicali molto diversi. Le influenze rock, progressive, jazz, fusion l’hanno resa un’artista originale che ottiene grandi riconoscimenti e premi per tutti i suoi dischi. Apprezzata da leggende del jazz come Chick Corea, Stanley Clarke e Ahmad Jamal (il suo mentore) ha studiato e si è diplomata al Berklee College of music di Boston, dove ha avuto come maestro il grande Oscar Peterson. Fin dall'uscita nel 2003 del suo primo album, “Another Mind” (prodotto da Richard Evans e Ahmad Jamal), Hiromi ha elettrizzato il pubblico e la critica con un'energia creativa che abbraccia diversi stili, spaziando dal jazz alla musica classica e al pop, portando l'improvvisazione e la composizione a nuove vette di complessità e raffinatezza. Nel suo ultimo lavoro “Silver Lining Suite”, Hiromi esemplifica ulteriormente il suo eclettismo e la sua gamma emotiva. Il risultato valica i confini tra musica classica e jazz, creando un intreccio vibrante posseduto dalla fervente energia ispirata al rock e dalla bellezza cinematografica, che la pianista originaria di Shizuoka ha sempre instillato nella sua musica.
Rischia di soffocare, in preda a uno shock anafilattico: si salva grazie al tempestivo intervento di un giovane militare di origini napoletane. E' accaduto venerdì sera, in un ristorante di Vada in provincia di Livorno. La malcapitata, una 50enne di Bergamo, era lì, in vacanza, in compagnia del marito. A quanto pare, l'uomo aveva appena ordinato un'insalata "contaminata" dal cetriolo, alimento cui la donna risulta altamente intollerante. Il solo odore, infatti, ha innescato in lei una violenta reazione allergica. Improvvisamente ha avvertito difficoltà respiratorie, è riuscita ad alzarsi da tavola ed a raggiungere l'uscita del locale dove, poco dopo, è collassata. Il militare (un giovane napoletano di stanza a Pisa), in quel momento presente, a sua volta, all'interno del locale, resosi conto dell'accaduto, ha subito raggiunto la donna all'esterno del ristorante soccorrendola prima che perdesse conoscenza. Ha notato che aveva la bocca serrata e che non respirava. Esperto di primo soccorso, con un'energica manovra, è riuscito ad aprirle la bocca ed a riportarle la lingua in posizione (era rivolta all'indietro). La 50enne, a poco a poco, ha ripreso conoscenza e, subito dopo, ha vomitato. Il militare ha contattato il 118 descrivendo i sintomi e di lì a poco, sul posto, è giunta un'autombulanza che ha trasportato la donna al pronto soccorso del vicino ospedale di Cecina dove è stata sottoposta alle cure del caso. Il marito della 50enne ha vivamente ringraziato il giovane napoletano per aver salvato la vita alla compagna. Particolare importante: la signora non aveva con sé l'adrenalina o i farmaci cortisonici e dunque provvidenziale si è rivelato l'intervento del ragazzo.
“Pretendere la restituzione di soldi per prestazioni già erogate anni fa, nel pieno rispetto delle regole, è un atto grave e pericoloso, che mette a repentaglio la sopravvivenza di molti laboratori di analisi cliniche”. È il grido d’allarme lanciato da Elisa Interlandi e Gennaro Lamberti, rispettivamente presidenti di C.I.D.E.C. Federazione Sanità e Federlab Italia (di cui C.I.D.E.C. è parte attiva ed integrante), tra le maggiori associazioni di categoria dei laboratori di analisi cliniche e dei centri poliambulatoriali privati accreditati con il SSN. Il monito cade a pochi giorni dall’avvio, da parte dell’Azienda Sanitaria Provinciale (Asp) di Siracusa, del procedimento di recupero tariffario relativo agli anni 2007-13 ai danni delle strutture di laboratorio e dei centri poliambulatoriali privati di quel territorio. Un atto giudicato “inammissibile” da Interlandi e Lamberti, secondo cui: “dopo aver garantito un’assistenza costante e capillare, durante i mesi difficili della pandemia, è assurdo che oggi, in una situazione già di per sé critica a causa del caro energia, si richieda, retroattivamente, la restituzione di somme per prestazioni effettuate negli anni precedenti secondo un tariffario regolarmente sottoscritto ed allora perfettamente in vigore”. Ed è proprio contro questo provvedimento che il 30 giugno scorso, alla presenza degli associati C.I.D.E.C., dei loro legali – avvocati Luca Gioacchino Barone, Davide Di Paola e Vincenzo Minnella – e dell’Asp di Siracusa, è stato aperto il confronto per modificare l’esito delle procedure di recupero forzoso delle tariffe. Da qui l’appello al Governatore siciliano Nello Musumeci “che già un anno fa aveva preso posizione invitando ad una riflessione sulle modalità di recupero e soprattutto sulla corretta determinazione degli importi da restituire – che, nella stragrande maggioranza dei casi, si sono rivelati assolutamente sproporzionati rispetto al numero ed alla tipologia di prestazioni erogate – a sospendere il provvedimento. Nel rispetto della normativa e delle sentenze – osservano, infatti, i due rappresentanti dei laboratoristi – va assicurata una corretta modalità di recupero, che sia compatibile con la sopravvivenza delle strutture sanitarie. Altrimenti, l’unica conseguenza dell’applicazione scriteriata di provvedimenti del genere sarà la desertificazione sanitaria”.
Anticipato dall’uscita del singolo e video “Figlio”, “Senghe” vede la produzione artistica di Paolo Baldini, uno dei professionisti più richiesti del dub / reggae europeo, che ha curato l’intero lavoro, oltre ad essere ufficialmente entrato nella band come bassista. [embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=Yz_DUSOu_Js[/embedyt] I testi profondi, il sound diretto, efficace e coinvolgente, come la band ci ha abituato nel corso della propria lunga attività, sono espressione e frutto di collaborazioni che fanno di “Senghe” un lavoro dal respiro internazionale. Reggae ed elettronica si fondono con la melodia mediterranea, i tributi al sound napoletano anni ’70, l’Africa e il Levante. I testi dei brani sono stati scritti e composti da Almamegretta e Paolo Baldini, ad eccezione di tre canzoni composte per loro da Danilo Turco – “Figlio”, “Senghe”, “Sulo”, più una cover di un brano, “Na stella”, che fu del grande Fausto Mesolella. Le lingue usate per i testi sono il napoletano, l’inglese, l’ebraico – il patrimonio linguistico in loro possesso – e formano il canvas sonoro ed emozionale che caratterizza da sempre questa band. Gli Almamegretta sono una delle più influenti espressioni musicali degli ultimi trent’anni in Italia, con tre Targhe Tenco all’attivo, una partecipazione in gara tra i big a Sanremo nel 2013, undici album e migliaia di concerti in Italia ed Europa. Con album come “Animamigrante”, “Sanacore”, “Lingo” hanno segnato la scena musicale italiana diventandone al tempo stesso tra i rappresentanti più internazionali. Il loro stile è fondato su un ampio numero di generi, dal beat al Rhythm‘n’Blues, dal Reggae al Funk, fino all’elettronica, alla world music e al pop senza ovviamente dimenticare la matrice dub, con un frontman, Raiz, capace di emozionare e scuotere con la sua voce potente e originale. Mai fermi due volte nello stesso posto, il sound che li ha resi famosi in Italia e in Europa si è continuamente evoluto e spostato in direzione delle esigenze artistiche della band e dei testi, da sempre uno dei punti cardine della loro creatività. [wpedon id="44688"]
Si presenta mercoledì 22 giugno 2022 alle ore 18, alla Libreria Raffaello di via Kerbaker 35 Napoli, “Vlad - Una leggenda napoletana”, un’altra avvincente opera editoriale della casa editrice partenopea Phoenix Publishing che negli ultimi anni si è distinta nel campo del graphic novel. A parlarne con gli autori Emanuele Pellecchia e Francesco Saverio Tisi, lo storico Raffaello Glinni e il direttore del Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova, Giuseppe Reale. Modera il giornalista del Mattino, Marco Perillo. Inserito come numero speciale all’interno della collana “Leggende napoletane”, filone in costante sold out assieme ai primi due numeri, alla Tombola e al Gioco da tavola, il fumetto si basa sulla leggendaria figura del Principe Vlad III di Valacchia, detto “Țepeș”, l’impalatore, dai più conosciuto come “Dracula” grazie a Bram Stoker che per elaborare il suo celebre romanzo si ispirò proprio a questo personaggio sanguinario ed enigmatico. Gli autori della sceneggiatura del suggestivo fumetto sono Emanuele Pellecchia, direttore editoriale della casa editrice, e lo scrittore Francesco Saverio Tisi, che lo hanno ideato assieme alla art director Luna Cecilia Kwok. Le tavole sono opera di Alessio Monaco. “Vlad” della Phoenix Publishing va oltre la leggenda per concentrarsi sulle indagini svolte nel 2014 dallo studioso Raffaello Glinni, il cui contributo scritto, assieme a quello di Paolo Barbuto giornalista del quotidiano Il Mattino, ha impreziosito l’opera. Queste testimonianze, che il lettore troverà al termine delle tavole, teorizzano la presenza di Vlad a Napoli, e il ritrovamento di alcuni indizi rinvenuti su un monumento funebre presente nel chiostro del Complesso Monumentale di Santa Maria La Nova (dove le ricerche di Glinni hanno trovato qualche riscontro) potrebbero confermarlo. Nell’ambito dei lavori attorno alle suddette operazioni tecniche, fondamentale è stato il ruolo di Giuseppe Reale, direttore del Complesso Monumentale di Santa Maria la Nova, che negli ultimi anni ha fatto restaurare un’iscrizione misteriosa all’interno della chiesa che, secondo le ricerche, potrebbe essere legata alla leggenda di Vlad. Il Complesso ha altresì approfondito le indagini sulla tomba nel chiostro e ne ha favorite ulteriori. “Si presume che Dracula, ucciso e decapitato dai Turchi nel 1477, sia sepolto in un monastero in Romania” spiega il giornalista del Mattino e scrittore Marco Perillo nell’introduzione. “Eppure, nel 1933 fu dimostrato che quella tomba è vuota. Ecco che si è fatta avanti l’ipotesi napoletana. Come? Grazie a una figlia segreta di Vlad, tale Maria Balsa, portata nella città partenopea e affidata alle cure della corte aragonese”. Il fumetto è stato strutturato come un viaggio dai Carpazi fino alle pendici del Vesuvio e si presenta come una sintesi tra la narrazione tipica del graphic novel e quella del romanzo didascalico; il volume è, inoltre, corredato di un codice QR collegato a un breve video che introduce alla storia narrata. [wpedon id="44688"] .

Il Napoli, in avvio, non riesce a uscire palla al piede e il Milan in una azione di transizione passa in vantaggio Cross di Theo Hernandez per la testa di Ibra che brucia nella marcatura Koulibaly e mette di testa in rete. Una doccia gelata per gli azzurri che però non aveva fatto nulla per meritare i vantaggio. Al contrario il Milan era apparso più pimpante. Il gol fa svegliare il Napoli che va vicino alla rete e torna finalmente ad affacciarsi nella metacampo avversaria. Di Lorenzo colpisce la traversa, sulla ribattuta Lozano tira debolmente.
Segnali di risveglio, ma nulla di più. Perché il Napoli rimane in svantaggio. Il Milan amministra ma rischia grosso. La partita però vede sempre in vantaggio i rossoneri che nella ripresa partono forti e vanno ancora in gol con Ibra. Di Lorenzo perde un pallone in attacco e innesca il contropiede milanista. Rebic crossa per Ibra che tutto solo segna il 2-0. Mertens dimezza lo svantaggio approfittando di un errore in mediana. Gli azzurri cercano di pareggiare ma il Milan riparte. Bakayoko si fa espellere per una doppia ammonizione. Il Milan controlla, il Napoli è poco convinto. Entra Petagna, ma incide poco e i cambi di Gattuso non sortiscono gli effetti sperati. Anzi è il Milan a segnare il terzo gol dopo un altro errore di Di Lorenzo (serata pessima). Una sconfitta che brucia e che ridimensiona le ambizioni del Napoli.