La Cnn annuncia prove schiaccianti: “Il primo paziente Covid mai stato al mercato di Wuhan che non vende pipistrelli”
Quello che stiamo per raccontare non è una fake news: il Covid 19 che ha sconvolto l’umanità “è venuto fuori dal laboratorio di Wuhan”. Lo dicono le carte. Alcune informazioni sono contenute in un rapporto del “Dipartimento di Stato Usa” non ancora pubblicato. Non è un’ipotesi complottista e ce ne assumiamo la piena responsabilità. La Cina ha nascosto la verità sin dal 1° dicembre 2019, quando è stato individuato il primo paziente affetto da Covid 19. Il “conflitto” tra gli alleati Usa, Francia e Gran Bretagna e la Cina è dietro l’angolo e fa più paura del Coronavirus. I servizi segreti di Trump hanno osservato per mesi, sin dall’estate 2019, i movimenti e le attività del laboratorio di ricerca di Wuhan. Un andirivieni di informative, di ricercatori e agenti infiltrati. L’ipotesi ferma di Trump è questa: il Covid-19 arriva non dal mercato degli animali ma dal laboratorio di virologia cinese, dove si conducevano rischiose ricerche sui coronavirus dei pipistrelli”. Il punto cruciale è che le autorità di Pechino sapevano tutto. La pandemia che ha ucciso nel Mondo, ad oggi, ben 123.126 persone e contagiato 1.918.138 persone, poteva essere evitata (fonte: Health Emergency Dashboard, 16 Aprile, ore 10.00am). Le notizie sono fondate: a mettere nero su bianco è stata la Cnn con questo articolo: https://edition.cnn.com/2020/04/15/politics/us-intelligence-virus-started-chinese-lab/index.html. L’emittente statunitense anticipa sempre quello che accade nel Mondo. E’ la “voce” di Trump, dei servizi segreti, certo, ma documenta punto per punto quello che sostiene e ne fornisce le prove.
L’INFORMATIVA DEGLI 007 AMERICANI
Gli 007 a stelle e strisce sono partiti dall’origine del contagio. La Cnn ha rilevato sulla base di varie fonti di intelligence, che il capo dello stato maggiore congiunto Mark Milley ha ammesso che i servizi segreti stavano dando “un’occhiata seria” all’ipotesi laboratorio, riaprendo uno scenario alimentato da teorie complottiste con reciproche accuse tra Washington e Pechino. Gli Usa non credono che il virus sia legato a ricerche su fantomatiche armi biologiche, ovvero che sia stato bio-ingegnerizzato. E anche la comunità scientifica propende per un virus proveniente dagli animali e non da provetta. Ma il governo americano non esclude che ci possa essere stato qualche “incidente” che lo abbia fatto uscire dal laboratorio, magari per un’errata o inadeguata gestione dei materiali che ha infettato qualche dipendente.
SCOMPARSI MEDICI E GIORNALISTI CINESI CHE DIEDERO LA NOTIZIA
Un aspetto agghiacciante e di non poco conto è la “scomparsa” di diversi medici e giornalisti che riportarono per primi l’epidemia. Sono praticamente introvabili. Hanno paura? O cosa? L’11 gennaio 2020 il laboratorio di Shangai pubblicò il genoma del Covid-19. Nel giro di 24 ore è stato chiuso rapidamente dalle autorità cinesi.
IL PRIMO PAZIENTE CINESE “COVID” NON E’ MAI STATO AL MERCATO ALL’APERTO “WET MARKET”
Il Washington Post sostiene inoltre che la versione di Pechino sul fatto che il virus sia emerso dal “Wet market” di Wuhan è debole, citando ricerche di esperti cinesi su Lancet secondo cui il primo paziente noto di coronavirus, identificato il primo dicembre, non aveva alcun legame con il mercato e neppure un terzo dei contagiati nel primo grande cluster. Il mercato, inoltre, non vendeva pipistrelli. Il governo cinese, ricorda sempre il giornale, ha imposto intanto un blocco totale sulle informazioni relative al virus e non ha ancora fornito agli Usa campioni del nuovo coronavirus raccolti dai primi casi.
Il SEGRETARIO DI STATO USA MIKE POMPEO: LA CINA HA NASCOSTO I DATI
Il segretario di Stato Usa Mike Pompeo sta informando tutti i mezzi fi informazione su come gli Usa stanno svolgendo le indagini. “Stiamo conducendo un’inchiesta completa su come questo virus si è propagato”, ha spiegato alla Fox. “Quello che sappiamo è che questo virus è nato a Wuhan e che l’istituto di virologia di Wuhan è solo a qualche chilometro di distanza dal mercato all’aperto”. Pompeo ha recentemente ha accusato il Partito comunista cinese di aver nascosto e manipolato molti dati. A rafforzare i timori di un incidente sono anche due cable inviati nel 2018 da diplomatici dell’ambasciata americana a Pechino che avevano visitato diverse volte l’istituto di virologia di Wuhan, rimanendo molto preoccupati. Tanto da mettere in guardia, ha raccontato il Washington Post, sulle carenze gestionali e di sicurezza del laboratorio e proporre più attenzione e aiuti non solo per l’importanza degli studi sui coronavirus dei pipistrelli ma anche per la loro pericolosità.
LA CINA CONDUCE ESPERIMENTI NUCLEARI NON AUTORIZZATI
Ad aumentare le tensioni con Pechino sono anche i sospetti, contenuti in un rapporto del Dipartimento di Stato Usa non ancora pubblicato, che la Cina conduca segretamente test nucleari con potere esplosivo molto basso, nonostante le sue rassicurazioni sul pieno rispetto del trattato internazionale del 1996 che vieta qualsiasi test nucleare. Il Trattato tuttavia che non è mai stato ratificato né da Washington né da Pechino.
Questo è lo scenario da cui potrebbero nascere gravissime conseguenze a livello mondiale. Ad affiancare Donald Trump c’è anche Francia e Gran Bretagna. Anche i due Paesi esprimono i loro dubbi su come Pechino ha gestito l’emergenza. Londra e Parigi non tirano in ballo direttamente Pechino, come ha fatto Trump, che ha sospeso finanziamenti all’Oms, accusando l’organizzazione di aver sostenuto la disinformazione della Cina contribuendo alla diffusione del virus nel mondo. Ma in una intervista al Finacial Times, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha lasciato intendere di pensare che ci siano zone oscure nella gestione dell’epidemia da parte della Cina. “Non siamo abbastanza ingenui da dire che la situazione era più grave. Non lo sappiamo”, ha spiegato. Poi, ha aggiunto: “Anche se, evidentemente, sono successe cose che non sappiamo”.
A Londra, nella conferenza stampa di ieri, il ministro degli Esteri britannico, Dominic Raab, sostituto del premier Boris Johnson che si sta riprendendo dall’infezione di Covid-19, ha avvertito che, dopo la crisi, la Cina dovrà rispondere alle “domande difficili” di Londra e dei suoi alleati sulla diffusione del virus. Raab ha anche affermato che la cooperazione con Pechino non potrà “tornare ad essere come al solito”. “Dobbiamo esaminare tutti gli aspetti, e in modo equilibrato, ma non c’è dubbio che non può continuare tutto come se nulla fosse accaduto e dovremo porre domande difficili riguardanti ogni aspetto del virus e perché non si sia potuto fermarlo prima”, ha detto Raab. A difendere Pechino, c’è ovviamente la Russia, il suo alleato di ferro. Il presidente, Vladimir Putin, ha avuto una conversazione telefonica con Xi Jinping, dopo la quale ha sottolineato come “i tentativi di incolpare la Cina di non aver informato in modo tempestivo la comunità internazionale sull’apparizione di un’infezione pericolosa siano controproducenti”. Da parte sua Xi, dopo il colloquio con il leader del Cremlino, ha avvertito: “La politicizzazione dell’epidemia non favorisce la cooperazione internazionale” e ha parlato di cooperazione tra Cina e Mosca “per salvaguardare la sicurezza globale della Sanità pubblica”. Queste sono le posizioni ufficiali che si stanno muovendo sempre più speditamente su un terreno minato. Se sarà l’inizio di un conflitto mondiale è presto per dirlo, ma i presupposti ci sono tutti.