La camera penale di Roma prepara l’esposto per la presunta violazione della tutela degli arrestati dopo il post di Bonafede
Il ministro della Giustizia pentastellato, Alfonso Bonafede, pronto ad essere denunciato per il video pubblicato su facebook sull’arrivo di Cesare Battisti in Italia. La camera penale di Roma sta preparando un esposto e appena ultimato sarà presentato in procura. Secondo la camera penale romana si potrebbe configurare la violazione di due norme, la 114 del codice di procedura penale che vieta ”la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica” e quella prevista dall’articolo 42 bis della legge sull’ordinamento penitenziario che prevede che ”nelle traduzioni sono adottate le opportune cautele per proteggere i soggetti tradotti dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità”.
Nelle scorse ore, il video postato dal Guardasigilli ha sollevato un polverone di polemiche ed è stato oggetto di una valanga di commenti negativi e di critiche. Tra gli aspetti che hanno colpito di più c’è la musica della clip, giudicata da molti come adatta più al filmino di un matrimonio che a un video montato per ricordare i momenti principali dell’arrivo in Italia dell’ex terrorista dei Pac Cesare Battisti. La clip si apre con una serie di immagini in bianco e nero, istantanee della vita di Battisti prima dell’arresto. Poi il racconto, circolato su tv e siti, dalla discesa dell’aereo alla saletta dell’aeroporto, con il “palchetto” allestito per i ministri presenti, il discorso di Bonafede, la folla di telecamere, fotografi e cronisti. A sollevare critiche sul video è stato anche il Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà, Mauro Palma, che ha chiesto a Bonafede la rimozione del filmato. Sulla vicenda è intervenuto anche il cardinale Angelo Becciu: “Sono rimasto male in questi giorni per il modo in cui è stato trattato un condannato, Cesare Battisti, che merita la condanna perché così si sono espressi i tribunali, però l’Italia ha una cultura giuridica di primo grado e non possiamo incutere o risvegliare nella gente certi istinti forcaioli” ha detto il prefetto vaticano della Congregazione per le cause dei santi, nella sede del Senato di palazzo Giustiniani.