Rientrate in Campania 1.706 persone. De Luca: “Massima attenzione, alta densità demografica rischiamo un’ecatombe”
Il maxi piano di controlli anti Covid 19 messo in campo dal Presidente della Campania Vincenzo De Luca, per garantire la sicurezza sanitaria alla regione nella fase 2, ha già dato i primi frutti. Chi sosteneva che non ci sarebbe stato un esodo si sbagliava: ieri sono rientrate solo in Campania ben 1.706 persone, tutte sottoposte a screening e 19 di queste sono risultate positive al test rapido. E addirittura, 15, avevano la temperatura corporea superiore a 37,5 gradi. È evidente che la colpa è di chi li ha lasciati partire. I controlli andavano fatti in partenza. La malapolitica del Nord leghista continua nella sua attività a dir poco superficiale e spregiudicata. Il Nord di questa Italia, dopo essersi reso responsabile di aver procurato contagi e morti in nome di evidenti interessi su cui la magistratura non tarderà a dare risposte, vuole “inguaiare” anche il Sud col tentativo maldestro di nascondere le proprie responsabilità.
[ngg src=”galleries” ids=”64″ display=”basic_imagebrowser”]La giornata di ieri, che ha dato il via alla fine del lockdown, è iniziata molto presto in tutta la Campania, con un dispiegamento di uomini e mezzi senza precedenti. Forze di polizia, medici e infermieri, protezione civile regionale hanno presidiato i tutti i punti nevralgici della rete di trasporti: ferrovie, aeroporto e autostrade. Arriviamo prestissimo a Napoli, stazione di Piazza Garibaldi. C’era grande attesa al binario “17”, numero che per i partenopei proprio bene non porta. Il treno Alta Velocità di Trenitalia è arrivato con circa 8 minuti di ritardo arroventato da un caldo quasi estivo e dai viaggiatori impazienti di ricongiungersi con i propri “affetti stabili”. Appena scesi in fila indiana hanno attraversato il percorso, senza vie di fuga, tracciato da Palazzo Santa Lucia, sede del Consiglio Regionale della Campania. Controlli sanitari, compilazione del modulo delle generalità e dell’autorizzazione al trattamento dei dati.
I “positivi” al preliminare test rapido sono stato scortati al proprio domicilio e messi in quarantena. In totale sono arrivati a fine giornata 430 passeggeri. Uno sforzo enorme del personale in campo che sarà impegnato senza sosta per le prossime settimane. Oggi sono attesi solo a “Napoli Centrale” altri 250, domani, circa 200. Questo è il bilancio solo della stazione ferroviaria della città. Alle 15 ci spostiamo in autostrada, alla barriera di “Napoli Nord”. Il primo bus privato è già un’amara sorpresa: su 40 passeggeri ben 15 sono risultati positivi al test e con febbre sempre pari o superiore ai 37,5 gradi. Tra i viaggiatori che rientrano, c’è chi non lavora più e torna dai genitori. Religiosi, studenti. Un numero impressionante di persone che si riverserà in Campania nelle prossime settimane. Non si può abbassare la guardia.
Vincenzo De Luca lo ha ribadito fino a poche ore prima dell’avvio della fase 2: “La Campania e in particolare la fascia costiera ha la densità abitativa più alta d’Italia, può succedere un’ecatombe”. E proprio dalla sede del consiglio regionale della Campania è arrivata una nota nella tarda serata di ieri: “L’Unità di Crisi della Regione Campania rende noto che nell’ambito dei controlli effettuati presso le stazioni ferroviarie, ai caselli autostradali, nell’aeroporto di Capodichino e in altri luoghi nevralgici del territorio, sono stati registrati 1706 passeggeri provenienti da fuori regione. Sulla base delle valutazioni mediche le Asl hanno sottoposto a test rapido ed eventualmente a tampone naso-faringeo, alcuni passeggeri.
In particolare, 320 sono stati sottoposti a test rapido e 19 sono risultati positivi. Si attendono i referti dei tamponi effettuati. 598 sono coloro che hanno comunicato alle Asl di appartenenza il proprio arrivo. Tutte le persone provenienti da fuori Campania sono state poste in isolamento domiciliare”. Oggi è un altro giorno. Ora il futuro della Campania e del Sud non si gioca più nelle terapie intensive ma sul campo di guerra della strada. La sfida è dura ma il dictat è vincere a tutti i costi. L’emergenza sanitaria non è un brutto ricordo, l’emergenza è adesso.
PhotoCredit: FrancescoPaolo Lento