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India: Coronavirus, 382.315 nuovi casi e 3.780 morti in 24 ore, è nuovo record

L’India ha registrato 382.315 nuovi casi di coronavirus e 3.780 decessi. Il totale dei contagi è salito a 20.665.148 e quello delle vittime a 226.188. Lo riferisce il bollettino quotidiano del ministero della Sanità. La maggior parte delle nuove infezioni, 51.880, riguarda lo Stato del Maharashtra, dove è molto diffusa la cosiddetta variante indiana (B.1.617). Seguono il Karnataka con 44.631 e il Kerala con 37.190. In tutto il Paese ieri sono stati effettuati 1.541.299 test (294.852.078 in totale). I casi attivi sono 3.487.229, aumentati di 40.096 unità in 24 ore. I casi risolti sono 16.951.731, con 338.439 pazienti dichiarati guariti ieri. Il tasso di recupero è dell’82,03 per cento, mentre quello di letalità è dell’1,09 per cento. L’India è al secondo posto al mondo per contagi dopo gli Stati Uniti e al terzo posto al mondo per decessi, dopo Usa e Brasile. Il 16 gennaio è iniziata la campagna di vaccinazione e finora sono state effettuate oltre 160 milioni di somministrazioni.

Le misure di contenimento sono a livello locale. Non sono previste, dunque, restrizioni ai movimenti infrastatali o interstatali. Il ministero della Sanità ha stabilito che nel caso di un tasso di positività uguale o superiore al dieci per cento nell’ultima settimana o di un tasso di occupazione dei posti letto di terapia intensiva superiore al 60 per cento scatti “un’azione intensiva e misure di contenimento locale” per un periodo di 14 giorni. Il ministero dell’Interno ha ordinato agli Stati e ai Territori dell’Unione di attenersi a tali indicazioni, in vigore fino al 31 maggio. Nelle aree sottoposte a provvedimenti restrittivi dovranno essere nominati funzionari che monitorino la situazione giorno per giorno. Il contenimento locale prevede il ricorso a strumenti come il coprifuoco notturno, il divieto di raduni, la chiusura delle attività commerciali non essenziali, la limitazione della capienza dei mezzi di trasporto pubblico e la riduzione del personale presente negli uffici pubblici e privati. La strategia, inoltre, punta sul tracciamento, sulla gestione clinica, sulla vaccinazione e sul coinvolgimento della comunità.

I governi di diversi Stati o Territori dell’Unione hanno imposto restrizioni, più o meno severe. Il Maharashtra, ad esempio, è in lockdown parziale dal 14 aprile e totale dal 22 aprile al 15 maggio. L’amministrazione di Nuova Delhi e quella del Rajasthan hanno imposto il blocco dal 19 aprile e l’hanno esteso rispettivamente fino al 10 e fino al 17 maggio; quella del Jharkhand dal 22 aprile al 6 maggio; quella del Karnataka dal 28 aprile al 12 maggio; quella dell’Orissa da oggi al 15 maggio. Il Kerala ha optato per restrizioni selettive. Il Tamil Nadu, il Bihar e l’Andhra Pradesh hanno disposto il coprifuoco notturno; il Jammu e Kashmir ne ha esteso la copertura geografica e il Tripura la durata. L’Assam ha introdotto nuovi limiti sulla capienza dei luoghi aperti al pubblico e sugli orari delle attività.

Il primo ministro, Narendra Modi, nel suo discorso alla nazione del 20 aprile, ha insistito sulla necessità di “salvare le attività economiche” oltre alle vite umane. Anche dalla comunità d’impresa, ad esempio dalla Federazione delle camere del commercio e dell’industria indiane (Ficci), sono giunti appelli in questo senso. Secondo le stime di Bofa Securities India un mese di lockdown nazionale potrebbe costare uno-due punti di prodotto interno lordo e fino a tre punti di valore aggiunto lordo nell’anno fiscale 2021-22, iniziato ad aprile. Nelle ultime linee guida, in vigore dal primo al 31 maggio, l’esecutivo ha confermato l’approccio del contenimento a livello locale. Non sono previste, invece, restrizioni ai movimenti infrastatali o interstatali.

Rahul Gandhi, dirigente del Congresso nazionale indiano (Inc), principale partito di opposizione, ha criticato il governo per la gestione dell’emergenza, accusandolo di “inazione”, e ha chiesto che venga imposto un lockdown completo per fermare la diffusione del contagio, proteggendo le sezioni vulnerabili della società con un sussidio. “Un lockdown ora è l’unica opzione a causa della completa mancanza di strategia del governo. Hanno consentito al virus di raggiungere questo stadio in cui non c’è altro modo per fermarlo, anzi l’hanno attivamente aiutato. È stato commesso un crimine contro l’India”, ha accusato il politico su Twitter. A favore di un lockdown nazionale di 15 giorni si è espressa anche l’Associazione dei medici indiana (Ima), per voce del suo presidente, Sahajanand Prasad Singh. Anthony Fauci, consigliere medico della presidenza degli Stati Uniti, in un’intervista all’agenzia di stampa “Press Trust of India” (“Pti”), è tornato a suggerire la stessa soluzione, osservando che “alcune parti dell’India lo stanno già facendo” e aggiungendo che vanno vaccinate più persone possibile. L’immunologo statunitense ha definito la situazione “estremamente grave”, perché il sistema sanitario non riesce a prendersi cura di tutti quelli che ne hanno bisogno, e ha detto che in questo momento è importante che il resto del mondo dia una mano.

 


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