Questa storia dell’Iva comincia a stancare! E ad annoiare! E l’ingigantimento del problema – a conti fatti – puzza di imbroglio. Ingigantimento del problema Aumento Iva che – di fatto – non farebbe cambiare la vita ai cittadini. Un tutto sommato falso problema verso il quale fanno a gara a drammatizzare sia le Forze della Maggioranza che quelle dell’Opposizione. Il tutto accompagnati dai cori ottusi dei Megafoni mediatici.
La clausola di salvaguardia ormai è una trappola simile a quelle delle carte di credito rewind nelle mani di chi non è solvente. Non se ne esce più, è qualcosa che ricorda la condanna all’ergastolo, in questo caso per gli Italici Bilanci passati, presenti e futuri.
Si tagli allora la testa al toro, e poche chiacchiere!
Si rimoduli l’aliquota del balzello sugli acquisti a seconda dei generi di mercato. Si abbassi – se possibile – la tassa sui generi di prima necessità e si stanghi sugli altri, soprattutto su auto, gioielli, abbigliamento di lusso.
E se qualcuno non condivide, vada a prendersela con quanti hanno dato a garanzia sul debito la tassa sugli acquisti dei cittadini.
Non se ne può più! E sorge il sospetto che l’ormai annuale Tormentone Iva serva a far da paravento alla incapacità del Ceto Politico di progettare qualcosa di concreto per lo sviluppo del Paese. Niente di più comodo per gli incapaci accampare lo stato di paralisi a giustificazione delle proprie inettitudini. O no?
Ps. Nota per gli Ortodossi della Lingua Italiana. Nella stagione in cui si tende ad inibire e a limitare l’uso delle Maiuscole, vado controcorrente. E chiarisco: le Maiuscole presenti nel testo non contemplate dal corrente galateo linguistico sono volute, esse rappresentano una licenza grafica dell’Autore e intendono conferire la giusta importanza al ruolo della parola attenzionata dalla maiuscola.
01/10/2019 h.08.00