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LA FUGA DEI CAMICI BIANCHI, 5MILA DOMANDE PER L’ESTERO: CAMPANIA IN TESTA

Le domande hanno avuto un’impennata del 40%, arrivano anche da Lombardia e Veneto

In 5 anni, alle associazioni dei medici stranieri, sono arrivate più di 5000 domande da parte di camici bianchi italiani che desiderano trasferirsi all’estero. Per lavoro ma anche per approfondire aspetti culturali e religiosi o per interesse scientifico, in particolare per fare ricerca nelle branche di ginecologia, pediatria diabetologia, pneumologia, oculistica, dermatologia, malattie infettive. Le richieste sono arrivate per il 65% da giovani, per il 25% da pensionati, per il 15% da medici in attività e per il 5% da associazioni e comunità che si occupano di cooperazione.

Sono i numeri presentati dall’Associazione medici di origine straniera in Italia (Amsi) e l’Unione medica euro mediterranea (Umem), soci fondatori del movimento internazionale “Uniti per Unire”, sull’attività dello sportello congiunto attivato presso l’Amsi, illustrate al congresso dell’Amsi, ieri a Roma. Le richieste hanno avuto un’impennata del 40% dal primo gennaio del 2018 e sono arrivate maggiormente da Lombardia, Veneto, PiemonteLazio, Puglia, Campania, Emilia Romagna ,Umbria e Sicilia. Ecco le mete più richieste: 25% Paesi europei (Inghilterra, Belgio, Scozia Germania), 10% Paesi dell’Est (Albania, Romania, Polonia, Ucraina Russia), 30% Paesi Arabi (Arabia Saudita, Qatar, Giordania, Libano Tunisia, Egitto, Somalia, Marocco, Palestina, Libia, Sudan, Iraq e Kuwait); 15% Paesi africani e Corno d’Africa (Nigeria, Congo, Camerun, Eritrea e Etiopia ) 10% Paesi sud America (Equador, Brasile Argentina, Messico, Perù e Colombia); 5% Cuba e Nord America; 5% vari paesi asiatici ed Israele.

“Bisogna riflettere e trovare soluzioni urgenti per combattere la fuga dei medici e professionisti della sanità all’estero per i vari motivi elencati dalle nostre associazioni”, dice dichiara Foad Aodi, fondatore dell’Amsi e componete della Commissione della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo) ‘Salute Globale’. “Bisogna creare le condizioni sia lavorative che di ricerca universitaria – urgono, in particolare, 10 mila borse di specializzazione – combattendo la sottopaga, lo sfruttamento lavorativo e la burocrazia nell’ambito dell’esercizio della professione medica per frenare questa grave emorragia che sta dissanguando il nostro Ssn, indebolendo tutte le sue forze e che non può garantire tutte le prestazioni ai pazienti nelle varie Regioni”, conclude Aodi ricordando che Amsi, Umem e il movimento internazionale inter professionale ‘Uniti per Unire’ aderiscono alla campagna promossa dalla Fnomceo ‘Offre l’Italia’ contro la fuga dei medici italiani all’estero e la carenza dei specialisti.

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