Ci ha provato, la Givova, ma il sogno si è spento dopo 5’.
Al PalaBarbuto s’impone l’Olimpia Milano a trazione interna di Melli (13) e Davies (16) dopo un inizio a chiare tinte gialloblu.
Scafati, infatti, parte in quarta con un ritrovato Myke Henry che è mortifero dal perimetro e fa saltare più volte la difesa avversaria. Tra lui e Pinkins viene fabbricato il 13-2 di partenza che costringe Messina ad un time out precoce.
La scossa biancorossa arriva da Melli: il capitano della Nazionale fa il vuoto nel pitturato avversario e si rende protagonista del controbreak che vale il sorpasso sul 17-18, con Baron e Voigtmann a supporto per il 17-26.
Scafati ha un sussulto ancora dal perimetro, ma al 10’ è +8 Emporio Armani (25-33).
È ancora la formazione di Alessandro Rossi ad approcciare meglio la ripresa del gioco: Monaldi piazza la bomba, poi i gialloblu accorciano ancora dalla lunetta (30-33).
La speranza dura poco: gli ospiti scavano il solco con un parzialone di 20-2 che Biligha chiude portandosi a casa il ferro. Pangos scorazza a piacere e fa a fettine la difesa scafatese, Melli sale in cattedra e per la Givova è notte fonda (32-53).
La partita che scorre via, paradossalmente, sembra liberare la testa dei gialloblu che rispondono con un parziale di 8-2 firmato Stone-Pinkins che riporta le distanze sui 15 punti all’intervallo lungo (40-55).
Un colpo di reni, quello della squadra di Rossi: al 20’, però, è evidente la fatica nell’attaccare il ferro, appena 10 le conclusioni tentate in area contro le 21 dal perimetro.
È ancora la squadra di casa a partire meglio al rientro dagli spogliatoi: Henry allunga il buon momento dei suoi con altri 6 punti, riportando per la prima volta dopo un’eternità la Givova sotto la doppia cifra di ritardo.
Tuttavia, anche stavolta Milano reagisce: dopo lo spettacolare botta e risposta tra la bimane di Melli e l’inchiodata in reverse di Myke Henry è Brandon Davies a prendersi la scena. L’ex Barcellona segna il territorio nel pitturato segnando 8 punti di fila e dominando su un avversario che continua a guardarsi bene dall’avvicinarsi troppo.
Se poi le percentuali si abbassano, come inevitabile che fosse, ecco che i minuti senza canestri dal campo si allungano inesorabilmente. È ancora Henry, con la schiacciata, a sbloccare la situazione nel finale di terzo quarto, ma è comunque -17 (52-69).
Il quarto periodo vede la Givova sforzarsi per cercare anche il minimo spiraglio per rendere più emozionante il finale di gara. A fare la sua apparizione è Doron Lamb, a lungo abulico anche nella domenica pomeriggio del PalaBarbuto, dopo la prestazione rivedibile di Venezia.
L’ex Pesaro si sblocca, finalmente, e colpisce con continuità: la Givova arriva anche alla singola cifra di svantaggio, anche se puntualmente ricacciata indietro.
Alla fine i punti di svantaggio sono 9 (66-75), ma non è del tutto soddisfatto coach Ale Rossi, nonostante l’attenuante dell’assenza di Rossato: “Siamo usciti dal campo a testa semialta perchè a cavallo tra primo e secondo quarto abbiamo avuto un vuoto difensivo che non possiamo permetterci, se fossimo stati più continui, sarei stato decisamente più soddisfatto. Thompson? Ha saltato gran parte della preparazione, ovvio che ci metta un po’ a carburare. Mentalmente deve crescere e capire che a questi livelli certi errori te li fanno pagare”.
Per la Givova, ora appuntamento con un’altra durissima trasferta in quel di Brescia.
CreditPhoto: Massimo Solimene