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LA NAVE OCEANOGRAFICA FALKOR, ESPLORERÀ I CANYON SOTTOMARINI DELL’AUSTRALIA SUDOCCIDENTALE

Una spedizione oceanografica esplorerà per la prima volta i canyon sottomarini che intagliano la piattaforma continentale dell’Australia sudoccidentale, quella parte del continente che si affaccia sull’Oceano Indiano. Questa missione si avvarrà della nave oceanografica Falkor dello Schmidt Ocean Institute e del team internazionale imbarcato faranno parte i ricercatori del CNR di Bologna, Marco Taviani, Federica Foglini e Alessandro Remia dell’Istituto di Scienze Marine e Paolo Montagna dell’Istituto di Scienze Polari, che svolgerà il ruolo di Co-capomissione insieme a Julie Trotter della University of Western Australia. “Questi canyon sottomarini – spiega Taviani – sono considerate strutture inattive, termine un po’ improprio ma che identifica quei canyon sottomarini che non sono la prosecuzione a mare di incisioni fluviali recenti, a differenza della maggior parte di quelli noti”.

Peculiari condizioni oceanografiche caratterizzano questi canyon, quali fenomeni di upwelling e cioè di risalita di acque profonde fredde e ricche di nutrienti.

“Nel caso dei canyon sottomarini in questione è acqua di profondità intermedia che si genera nella zona della Convergenza antartica che dopo un lunghissimo viaggio arriva a risalire queste valli sommerse australiane. Queste acque polari – osserva Montagna – portano con sé nutrienti che fertilizzano le acque superficiali dell’Australia sudoccidentale innescando così una prodigiosa catena alimentare che attrae balene e orche”. Questi canyon inattivi custodiscono una vita marina sorprendente e soprattutto in gran parte ignota. La precedente missione nel Canyon di Perth e i cui risultati salienti sono stati pubblicati di recente sulla rivista Frontiers in marine Science ha rivelato infatti la presenza di rari coralli profondi, spugne silicee, molluschi e crostacei con diverse specie nuove per la Scienza fra i 300 e i 1.800 metri di profondità. “La nuova missione certamente svelerà nuove forme di vita anche in questi canyon inesplorati e miglioreremo di molto la conoscenza della batimetria di questi ambienti profondi così poco conosciuti e degli habitat che li caratterizzano”, aggiungono Foglini e Remia il cui ruolo sarà proprio quello della mappatura dei fondali ad alta definizione.

Canyon sottomarini inattivi abitati da straordinaria vita marina non sono un’esclusiva dell’Australia ed un esempio importante l’abbiamo anche in Mediterraneo, nel Golfo di Napoli. Nelle acque buie e profonde del piccolo Canyon Anton Dohrn, a poche miglia nautiche al largo della popolosa città, alligna infatti una comunità fantastica di grandi ostriche centenarie e coralli bianchi che include specie coloniali come Madrepora oculata e solitarie quali Desmophyllum dianthus. Al di là di questi affascinanti aspetti più propriamente biologici, uno degli obiettivi primari della spedizione australiana è di capire meglio le dinamiche climatiche che caratterizzano l’Antropocene e di ottenere dati utili a predire il futuro di un mare sempre più esposto agli effetti del riscaldamento globale e dell’acidificazione degli oceani.

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