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“Lavoravirus”, il massacro industriale lombardo: ecco perché si muore

Cina e Germania controllano nel territorio lombardo due delle quattro aziende più importanti d’Italia che, insieme, raggiungono un fatturato annuo di circa 5,5 miliardi di euro e oltre 30mila dipendenti

Alzano Lombardo, tutti a “laurà” nelle fabbriche. Il sospetto che uno dei distretti industriali più importanti d’Italia non poteva fermarsi, ma sapeva della Pandemia, è più che lecito. La Cina e la Germania controllano proprio ad Alzano due delle quattro aziende più importanti d’Italia che, insieme, raggiungono un fatturato annuo di circa 5,5 miliardi di euro e oltre 30mila dipendenti. Tra le società figura il quinto produttore di cemento a livello mondiale, si chiama Italcementi S.p.A. Questi sono numeri e fatti che nessun dirà mai. La cittadina orobica è uno dei comuni italiani più colpiti dal covid 19 in rapporto alla popolazione. Conta poco più di 13mila residenti e piange oltre 120 morti, erano solo 11 lo scorso anno. Sembrano dati minimi, ma bisogna ragionare sui dipendenti-pendolari del Coronavirus.

La cittadina dista appena 11 chilometri da Bergamo. E queste sono le premesse. Ma chi di noi non ha mai scritto e disegnato su un bel quadernone “Pigna”, oppure comprato o visto una efficientissima lavatrice “Zerowatt” e ancora chi non possiede o ha mai visto uno scooter la cui componentistica essenziale è prodotta della Pollini. E le nostre case e certi ponti sono così forti e terremotati anche grazie alla Italcementi. Sono loro, le 4 super-potenze industriali (Cartiere Pigna, Zerowatt, Italcementi e Polini), che non potevano fermare la produzione. Chi ha diffuso il contagio nella zona “rossa” di vergogna? Le migliaia di dipendenti che continuano a fare su e giù tra Alzano e le loro abitazioni. Codogno subito zona rossa! Il comune lodigiano conta numerosissime aziende, che ad Alzano gli fanno un  baffo. Ma anche lì tutti a “laurà” lo stesso. Gli sghei, gli sghei (parola lombarda e non veneta) sono più forti del Coronavirus nella Lombardia-Città-Stato. E così si spiega l’esponenziale diffusione del contagio e la strage degli anziani. Sono loro i veri “Agnelli” sacrificali del sistema industriale senza scrupoli.

 

 

Ieri un povero figlio di Alzano lombardo che piange il suo papà morto di “Lavoravirus” ha avuto la forza di parlare a Sky tg 24. Sta elaborando il lutto, piano-piano. Ma ricorda benissimo che quando arrivò al pronto soccorso dell’ospedale cittadino “Pesenti Fenaroli”, c’erano già i sanitari che indossavano le mascherine FFP2, poi dal giorno dopo, racconta l’uomo in lacrime, tutti a volto scoperto, come una “rapina di vite a mani disarmate”. Ma torniamo alle aziende di Alzano Lombardo. Partiamo dalla Zerowatt, perché è da lì che si può tracciare la traiettoria del contagio. L’azienda è un marchio di elettrodomestici  di proprietà di CandY Hoover società controllata dal 2018 dalla multinazionale cinese Haier. Lo slogan “Tante idee… zero problemi” poi si è trasferita a Brugherio che dista appena una decina di chilometri dal centro di Milano. Fatturato 1,14 miliardi di euro con 4100 dipendenti. E vai con i pendolari del contagio.

Poi ci sono le “Cartiere Paolo Pigna” ora del Gruppo Buffetti. Lo slogan è “Qualità dal 1870 – Quality since 1870”, fattura 29,5 milioni di euro. Proprio alla fine del 2019 Buffetti passa dal 40% dell’azienda al 100% rilevando le partecipazioni del fondo Idea Ccrl e di Giorgio Jannone.  

Italcementi, fondata nel 1864, è un’azienda italiana di materiali da costruzione con una capacità produttiva di oltre 60 milioni di tonnellate di cemento annue, diventando il quinto produttore di cemento a livello mondiale. “Sicurezza: uno stile di vita”, fatturato 4,3 miliardi di euro e 17.525 dipendenti. Dal 2016 è controllata dal gruppo tedesco HeidelbergCement con il 96,3% del capitale.

Poi c’è la Pollini che fa gli scooter. È un’azienda specializzata in kit di potenziamento per motocicli, appunto. Con circa 100 dipendenti fattura 15 milioni di euro, lo slogan: “Trasforma il meglio in massimo”. Come scrisse Publilio Siro, scrittore e drammaturgo romano: “Bona mors est homini, vitae quae extinguit mala”. La morte è un bene per l’uomo perché pone fine ai mali della vita. 

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