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Lockdown spettacoli, artisti e discografici si confessano ad Hashtag24news

Marco Iazzetta, Gilda Camaggio, Fabrizio Fedele, Gianni Lamagna e Riccardo Piccirillo parlano della crisi  dell’entertainment: come il lockdown ha cambiato il settore.

L’Italia del lockdown,  54 giorni di “silenzio” senza concerti, cinema e teatro. Ben 54 giorni in cui l’intera filiera imprenditoriale dell’entertainment dal live alle case discografiche agli editori musicali si è fermato nel rispetto delle ordinanze emanate dal Governo per contenere il contagio da Covid-19.

Un comparto che da solo vale quasi cinque miliardi di euro che soffre non solo per la necessità di evitare assembramenti in cui è praticamente impossibile garantire il distanziamento sociale come prima forma di difesa dal virus (teatri, pub, enoteche etc.) ma soprattutto patisce per l’incertezza di una ripresa che sembra essere indicata per marzo 2021.

Mentre le associazioni di categoria presentano proposte al Governo inerenti al tax credit, ad una diversa aliquota dell’IVA e all’ estensione del reddito di emergenza anche ai cosiddetti lavoratori atipici, gli artisti –reclusi in casa in pieno lockdown- ne inventano di tutte i colori! Nuovi progetti, vecchie letture, videoparty su Facebook che diventano concerti, dirette su Instagram  che farebbero impallidire molti format televisivi. La clausura li fa soffrire ma non ne spegne gli entusiasmi. Ne abbiamo “incontrati” e intervistati alcuni per farci raccontare qualcosa della loro quarantena.

GILDA CAMAGGIO

Gilda Camaggio, JaG Communication

Anima promotrice dell’Agenzia JaG Communication con all’attivo la comunicazione di eventi prestigiosi tra cui Anni 60 Produzioni, Giffoni Teatro (VII-XIII edizione) e la 61^ Regata Storica delle Antiche Repubbliche Marinare, abbiamo chiesto a lei:

COME STAI AFFRONTANDO QUESTO PERIODO?

Al netto dello sgomento per l’ineluttabile caducità umana e il profondo dispiacere per quanti hanno sofferto in salute e perso i propri cari, devo dire con serenità e, confesso, anche con un certo distacco rispetto a quanti lamentano la clausura forzata. Lavorare nel settore della comunicazione è per certi versi una grande fortuna: in fondo il nostro mondo è da tempo tutto in un telefono, un pc e una connessione Wi-Fi. E in questo frangente la nostra missione è strategica al massimo, in qualunque campo si operi, per trasmettere un racconto vivo e coerente al momento delle realtà che si rappresentano. Naturalmente tarando il tutto alle singole realtà rappresentate. Un lavoro raddoppiato nell’impegno e nella diversificazione delle strategie, ma che stimola ogni giorno di più, come del resto accade sempre nella cosiddetta “comunicazione della crisi”. Sul piano personale, sto cercando di afferrare al meglio quei pochi aspetti positivi di questa emergenza come Il tempo dilatato di alcune giornate – tipo il weekend – che consente di dedicarci a mio avviso in modo più qualitativo alle proprie passioni, agli affetti familiari, a sé stessi in generale. Un ozio, nel senso originale e virtuoso del termine, di cui tutti possiamo e dobbiamo fare tesoro.

QUALI PROGETTI SONO STATI INTERROTTI DALLA PANDEMIA?

Purtroppo molti, a partire dagli show live che sono il core business di Anni 60 produzioni, una delle realtà più importanti di cui curiamo la comunicazione.  Il settore degli spettacoli paga e pagherà un prezzo altissimo per questa pandemia e a farne le spese si teme saranno le migliaia di risorse umane impegnate a vario titolo a lavorare nella produzione e negli allestimenti. Dobbiamo mantenere altissima l’attenzione su questo punto e confido nel sostegno di tutti in merito: ognuno di noi ha goduto fino ad oggi di emozioni e serate uniche grazie ai live. Che mondo sarebbe quello di domani senza concerti? Va fatto tutto il possibile per tenere in vita questa filiera, e anche gli spettatori possono fare la loro parte unendosi al coro, già alzatosi grazie a molti artisti, di richiesta di attenzione e protezione per questo settore. E il governo deve assolutamente intervenire per sostenere il comparto fino a quando non sarà possibile tornare ad “assembrarci” sotto un palco in sicurezza.

QUAL È LA PRIMA COSA CHE FARAI APPENA TERMINERÀ LA FASE UNO?

Dopo un “riabbraccio” con il variegato mondo dei professionisti dell’estetica (che bramo come tutte le donne in questo periodo), se possibile correrò ad abbracciare i miei nipoti. E mi godrò una lunga passeggiata in riva al mare.

 

MARCO IAZZETTA

Marco Iazzetta, Mommò Records

Owner e founder della Mommò Records, appassionato di musica e fotografia, persona garbata e competente ci ha detto: 

COME STAI AFFRONTANDO QUESTO PERIODO?

È indubbiamente un periodo inaspettato e senza precedenti se non risalendo ai tempi della spagnola e quindi nessuno era preparato per nulla e in nessun modo. La parte professionale, occupandomi di comunicazione, è chiaramente come quasi tutti i settori è stata toccata direttamente anche se credo, o meglio spero, che tutto questo resti un terribile ma importante ricordo per tutti. In ogni caso, essendo una persona positiva, vedo tante opportunità e nuovi modelli che andremo a scrivere e proporre in quanto nulla sarà più come prima.

QUALI PROGETTI SONO STATI INTERROTTI DALLA PANDEMIA?

La Mommò Records è una piccola neonata etichetta musicale indipendente che nasce dalla mia passione e dalle persone che vi collaborano. Il primo progetto interrotto è il nuovo lavoro musicale di Piero Gallo che segue “Papaij” uscito agli inizi del 2019 e che ci ha regalato tante soddisfazioni. È un progetto molto interessante, pieno di una musica unica come quella che solo Piero riesce a tirare fuori dalla sua mandolina! Nel frattempo sono usciti un paio di singoli inediti in questi giorni: ALNILAM e COVID19 che è più che mai attuale e intenso proprio come questi giorni e che vi consiglio di ascoltare con annesso video su YouTube. Altri progetti erano in valutazione ma, in particolare, eravamo partiti anche con il primo disco di Sally Cangiano un artista che mi ha colpito, oltre che per la sua personalità, per la bravura sia nel suonare la chitarra che per come canta. Sally riesce, in maniera caparbia, a continuare a vivere di questo lavoro nonostante tutte le difficoltà legate alla musica. Un bel progetto in cui credo molto.

QUAL È LA PRIMA COSA CHE FARAI APPENA TERMINERÀ LA FASE UNO?

Personalmente mi manca il mare. Ecco, farò, se possibile, una passeggiata in riva al mare per ricaricarmi dopo questi giorni che ci hanno messi a dura prova ma che spero finiranno presto. E poi non vedo l’ora di produrre questi due lavori discografici dove sarò supportato dal mio amico Michele Signore che non ha bisogno di presentazioni.

SE VUOI AGGIUNGERE ALTRO…

Spero che questo periodo ci abbia insegnato qualcosa e che ci abbia fatto riflettere sulla imponderabilità della vita. Quanta bellezza intorno a noi ma, soprattutto, dentro di noi che spesso svendiamo per un minuto di gloria passando anche sulle spalle delle persone care. Nulla vale come la vita, la salute e tutti quei valori che ci fanno ancora riconoscere come esseri umani. Non è vero che tutto è brutto. Fortunatamente ci sono tante belle cose e forse dovremmo imparare a essere più attenti nel guardare con attenzione invece che vedere e basta.

 

FABRIZIO FEDELE

Fabrizio Fedele,  musicista

Fabrizio Fedele è quell’artista il cui curriculum fatica a stare in un foglio A4;  pregevole musicista, arrangiatore, producer e anche prolifico scrittore senza trascurare di dedicare buona parte della sua attività allo studio personale e alla didattica. A lui abbiamo chiesto:

COME STAI AFFRONTANDO QUESTO PERIODO?

In realtà non è cambiato tantissimo nei ritmi della mia giornata. La quarantena ha amplificato tutto quello che faccio normalmente. Ho approfittato per approfondire lo studio (spesso rimandato per tenere fede ad altri impegni) e la scrittura che finalmente trova la sua giusta collocazione. Ho concluso il lavoro concernente la produzione di diversi dischi, primo fra tutti quello di Pino Ciccarelli “Alice Maravilla” (NoVoicesRecords). Mi sono divertito a prestare la mia voce ad alcuni brani del nuovo disco di Gen Cotena “The sound behind the glass” interamente registrato al mio CELLAR STUDIO, di cui sono produttore artistico e strumentista mentre ho terminato anche la produzione del mio disco con la formazione del Trio; mi sono dedicato alla scrittura, agli arrangiamenti e alla produzione del secondo singolo di Stefania Fiorillo –di cui ho già prodotto  “Ad un passo da te”-, ho collaborato ad un brano con Daniele La Torre e ho scritto un’opera che è a metà strada tra il romanzo e il racconto. Si tratta di alcune novelle in cerca di editore che vanno sotto il titolo provvisorio di “Cinque improbabili storie vere”. Senza trascurare la produzione di testi didattici tra cui un nuovo libro di Studi per chitarra classica, come continuum del cd 13 PETITES COMPOSITIONES. Ho arrangiato e suonato bellissima canzone scritta da Fabrizio Calì per la voce di Laura Lanzillo. Sta, inoltre, per cominciare una collaborazione, interrotta al momento da questo periodo forzato di clausura, con Davide Iovino – in arte YODAMAN – artista un po’ distante dalle cose che faccio di solito ma con il quale sembra esser nata un’ottima intesa”.

QUALI PROGETTI SONO STATI INTERROTTI DALLA PANDEMIA?

Essenzialmente ne ha risentito il settore dei live più che il comparto creativo. Nel senso che sono saltate molte date, prime fra tutte quelle di Milano di fine febbraio. Tre concerti annullati, che, però, hanno permesso a me e Gen Cotena di scrivere a quattro mani il secondo disco di AZaZa NaNa. Annullati i concerti del Fabrizio Fedele Trio, interrotto il tour promozionale del disco “Tra milioni di suoni” di MissSara & Fedele uscito a fine 2019 e il contatto con i miei studenti. Per fortuna la parte didattica è passata via skype e ho trovato divertente sperimentare anche la DaD.

QUAL È LA PRIMA COSA CHE FARAI APPENA TERMINERÀ LA FASE UNO?

Da runner mi manca molto il lungomare che collega Bagnoli a Pozzuoli. Appena mi verrà detto che si può uscire, andrò con la mia compagna a passeggiare lì e al rientro credo proprio che mangerò finalmente una pizza!

SE VUOI AGGIUNGERE ALTRO…

Si, vorrei vedere tutti gli amici per un bel caffè da Caffettiamo, delizioso ritrovo della mia meravigliosa Bagnoli.

 

GIANNI LAMAGNA

Gianni Lamagna, voce e volto della NCCP

Un artista che racchiude in sé il glorioso passato di un canzoniere (quello partenopeo) indiscutibilmente intramontabile e il futuro di una progettualità, di una curiosità intellettuale mai doma: Gianni Lamagna, voce e volto della NCCP, si definisce “attore, cantante e ricercatore” sempre in bilico tra una villanella e un sonetto di Shakespeare, passando per i Cottrau e “La cattedrale nel vento”, segno appunto di una inquietudine interiore che lo spinge sempre verso nuovi lidi.

A lui abbiamo chiesto:

COME STAI AFFRONTANDO QUESTO PERIODO?

Nei primi giorni l’ho presa male, mi ero convinto di essere vittima di un disegno perverso di qualcuno, un piccolo gruppo di persone, chissà dove nel mondo, che si divertivano ad avere un popolo ai loro ordini. Poi è diventato tutto più chiaro a tutti. Superata quella prima settimana di esorcistica euforia, dove dai balconi si è rappresentato il meglio ma anche il peggio dell’umanità, ho vissuto tutto il dolore, la paura, le preoccupazioni di chiunque abbia buonsenso e si trova suo malgrado protagonista di un evento al limite della fantascienza. Nonostante ciò mi sono dato impegni e scadenze con la vita giornaliera e quella lavorativa per tenermi in allenamento con voce, strumenti e scrittura. Sono stato coinvolto dagli amici di “Paese Mio Bello” nella realizzazione di alcuni video a distanza ed è stato piacevole per lo stare insieme e per non dimenticare tutto il lavoro creato lo scorso anno.

QUALI PROGETTI SONO STATI INTERROTTI DALLA PANDEMIA?

Febbraio e marzo non sono mesi di lavoro intenso per la musica, personalmente ho dovuto annullare un concerto mio a Campobasso e uno di Paese Mio Bello all’Asilo Filangieri a Napoli. Il dramma vero non sono gli impegni annullati ma tutti quelli che non sono stati programmati e che chissà quando si potrà, non dico cominciare a programmarli, ma almeno pensare che si possa ritornare ad una “normalità” che veda di nuovo gente assieme a teatro, a cinema, in una sala da concerto, un club. E’ questo il vero disastro, e ci siamo resi conto tutti di quanto sia fragile e sempre più precario il mestiere del musicista, dell’attore e di tutte le persone che lavorano nell’ambito dello spettacolo dal vivo. Non credo si possano fare in eterno dirette streaming, tra l’altro nessuna di esse prevede introiti, e bisognerà pur organizzarsi in qualche maniera. Al momento la sfiducia è tanta ma spero vivamente che si sbrogli quanto prima la matassa e in un modo o un altro si ritornerà a cantare e recitare nei luoghi deputati a queste funzioni e con una retribuzione degna per il lavoro di tutti.

QUAL È LA PRIMA COSA CHE FARAI APPENA TERMINERÀ LA FASE UNO?

La cosiddetta fase uno subirà delle modifiche ma non finirà, anzi, sarà sicuramente peggio. Una cosa è mantenere le distanze con la gente obbligata a stare in casa e ad uscire solo per determinate esigenze, altra cosa è stare alle regole con le persone in strada e con gli immancabili assembramenti che naturalmente si verificheranno e che potranno essere una deriva pericolosa e preoccupante. Tuttavia se proprio dovessi immaginarla conclusa mi piacerebbe poterla allungare ancora di qualche giorno, ma solo per me e per gli amici, vorrei godermi il silenzio e i profumi di Napoli vuota con una grande passeggiata senza l’ansia dei giusti controlli e con i cuori più leggeri per lo scampato pericolo. Ma, ahimè, chisto è nu suonno e la realtà che dovremo affrontare ha bisogno di tanta forza e tantissima pazienza. Andrà bene, ce la faremo? Forse sì!!!

 

RICCARDO PICCIRILLO

RicPic, Riccardo Piccirillo fotografo musicale

In arte “RicPic”, è uno dei fotografi con la musica nel sangue. Poliedrico e straordinariamente visionario. La sua filosofia artistica e di vita è tutta racchiusa in queste parole:  Non c’è alcun motivo per non fare quello che sto facendo; c’è solo un ostacolo: il tempo. Sono a metà della mia vita e il tempo non basta mai. Il tempo mi ossessiona e non mi fa nemmeno riposare. Mentre riposo penso sempre che potrei impiegare diversamente quel tempo, dedicarmi a qualcosa che mi piace. Sono fatto così, se non ho qualcosa a cui dedicarmi, non sono sereno. Ieri quel qualcosa era la musica, suonarla, seguirla, ma poi il tempo non bastava, il lavoro (quello vero che ti da sostento) non mi ha più consentito di fare il chitarrista blues. Oggi, invece, fare fotografie, guardarle, essere fiero di averle scattate e presentarle: questo mi dà la chiara sensazione di impiegare bene il mio tempo. Eh, sì, perché ho capito cosa fare: fermarlo quel tempo in un’immagine. Niente di straordinario, solo un’immagine.

COME STAI TRASCORRENDO IL PERIODO DEL LOCKDOWN?

Avere del tempo è per me un lusso. Ho talmente rispetto del tempo che le mie scelte spesso sono dettate da quanto ci vuole a fare una cosa. Insomma, prima di questo periodo, spesso sceglievo di fare cose più brevi, ora invece va diversamente. Quindi in un momento come questo mi sento come un bambino goloso davanti ad un tavolo pieno di dolci. Tanto tempo a disposizione mi sta profondamente cambiando, mi fa riflettere sull’essenza delle cose. D’altronde la mia curiosità mi ha portato ad accumulare un numero enorme di libri, dischi e film da leggere, ascoltare o vedere, proprio per quel profondo senso di rispetto che provo nei confronti del tempo che quando si fa libero va impiegato nel migliore dei modi. Perciò mi butto a capofitto in tutte queste cose accumulate negli anni e leggo, ascolto musica, approfondisco i miei studi sulla fotografia. Insomma imparo a conoscermi.

COME È NATA L’IDEA DELLE DIRETTE INSTAGRAM?

Lo scambio è un modo meraviglioso per crescere. Sento l’esigenza di fare rete e io l’ho sempre fatto nel mio studio, di persona. Chi mi conosce sa che metto insieme le persone che mi piacciono ed è così che nascono idee, collaborazioni e progetti, proprio tramite scambi. In assenza del luogo fisico dove poter fare rete, ho usato un luogo virtuale. Le dirette Instagram sono proprio quel luogo. Durante le mie dirette accade esattamente quello che succede nel mio studio prima di una sessione di ritratto, si chiacchiera per conoscersi.

QUALI PROGETTI SONO STATI INTERROTTI DALLA PANDEMIA?

Stavo realizzando dei ritratti davvero particolari, una serie che non posso anticipare qui perché resta un segreto. Posso solo dirti che l’ultimo l’ho scattato il 3 marzo e dovevo farne altri 4 nei giorni successivi. Il progetto sarebbe dovuto diventare una mostra che , a questo punto, vedrà la luce solo nel 2021.

LA PRIMA COSA CHE FARAI APPENA POTRAI USCIRE DI CASA?

Non so risponderti. Sarà qualcosa di istintivo ovviamente nei limiti del consentito. Se dovesse essere ora, credo che andrei a fare una passeggiata sul lungomare con la mia macchina fotografica perché difficilmente rivedremo un mare così pulito.

 

 

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