Lorenzo Crea 32 anni, giornalista professionista dall’età di 21 e Direttore di Retenews24 dall’età di 29, indubbiamente fra i più noti under 35 di Napoli e della Campania.
Uno spiccato carisma e un uomo dalle grandi ambizioni.
I segreti del giovane napoletano e l’anno della sua svolta
Ma al di là dei suoi titoli e della sua professione, chi è davvero Lorenzo Crea?

Bella domanda, con una battuta le risponderei che spesso me lo chiedo anche io.
Mi definirei un passionale. Vivo con intensità tutto ciò che mi riguarda, dal lavoro ai rapporti umani passando ovviamente per le questioni personali.
Non mi risparmio in niente. Non rinuncio a fare le battaglie nelle quali credo e a dire quello che penso. Questo naturalmente ha un prezzo talvolta molto alto. Fossi stato più ipocrita e subdolo a quest’ora avrei qualche amico in più, sarei probabilmente accasato. Ma non sarei me stesso.
Ho scelto la libertà di indossare solo la mia “identità”. In un mondo in cui tante persone la mattina devono lavarsi più facce, io mi tengo stretta la mia.
Non è poco. Anche se non ho difficoltà a riconoscere miei errori. Anzi.
Cresciuto in un contesto della Napoli bene, se così la possiamo definire, non sei uno che però ha paura di sporcarsi le mani e di cambiare rotta o comunque semplicemente misurarsi con altre realtà. Come vivi questa società dai mille colori e dalle mille facce?
Ho sempre considerato la definizione di “Napoli bene” una autentica idiozia. Non si offenda. Per me la Napoli bene è composta da tutti coloro che la mattina si svegliano e cercando di darsi da fare onestamente, con tenacia, competenza e sacrificio. Purtroppo c’è ancora qualcuno che giudica le persone da ciò che hanno e non da ciò che sono. Ma lo capisco. È un modo per nascondere le proprie deficienze ed i propri limiti.
La società napoletana e campana è in grave affanno anche a causa di una sfrenata passione per il materialismo e per tutto ciò che non impegna la mente.
Ed è un grande peccato. Perché in questa terra ci sono eccellenze straordinarie in ogni settore che chiedono solo di essere messe in rete e rappresentate adeguatamente. Conosco uomini e donne di grandissimo valore, gente che si spacca la schiena e che investe continuamente per costruire occasioni di sviluppo e nuove forme di economia. Non tutto è perduto.
Parliamo di affetti. In cima alla lista c’è sicuramente tua madre, una donna che nomini spesso e in cui forse ti identifichi molto. Ma com’è Lorenzo con mamma Graziella Pagano? E soprattutto cosa ha significato e significa per te una mamma come lei, impegnata politicamente, socialmente…. ?
La storia di mia madre parla da sola. Certo non è stata una Mamma “facile” e contrariamente a ciò che si può pensare non è stata molto tenera con me, anzi.
Ma da Lei ho imparato il valore delle persone, prima ancora del valore delle cose. E ho potuto scoprire la bellezza della Politica intesa come cura dei rapporti e difesa delle idee. È stata e continua ad essere una Donna straordinaria e anzi la battaglia che sta conducendo per la sua vita e contro la sua malattia è un esempio straordinario per me e per tutti coloro che non si piangono addosso e combattono per la propria esistenza. Sto cercando di starle vicino anche se ovviamente non è facile. Ma ogni volta che la ascolto imparo qualcosa.
Per me non è Graziella Pagano, è mia Madre.
Quanto ha pesato o influito nel tuo percorso di crescita e di realizzazione la figura imponente di Graziella Pagano?
Molto. Non è stato facile perché è una figura vincente sotto tanti punti di vista.
Ho avuto e ho tuttora momenti di forte conflitto. Chi ci conosce lo sa bene.
E sono orgoglioso di questo, le dirò. Ci sono dei figli che non hanno grande stima dei propri genitori, ma che per comodità non si ribellano e non dicono chiaramente ciò che pensano.
Quando sono stato in disaccordo con Lei, gliel’ho detto.
Non mi sono mai fatto imporre nulla. Da nessun punto di vista.
Devo riconoscere che mi ha lasciato libero di scegliere, come anche mio Padre che è stato davvero straordinario nel rapporto con me, anche quando stavo palesemente sbagliando.
Ma così si aiuta un figlio a crescere. E io per questo le dirò sempre grazie.
Si dice che i figli non potranno mai uguagliare i padri, nel tuo caso forse tua madre. In milioni ti avranno additato, ma hai sempre risposto sul campo dimostrando forse più di quanto a un’altra persona sarebbe mai stato chiesto. Quali le vittorie, le soddisfazioni più belle?
Per anni mi sono sentito dire che tutto ciò che facevo lo dovevo a Lei. Ad un certo punto, però, la cantilena è diventata stancante anche per chi la recitava.
Ho avuto le mie soddisfazioni, ho condotto trasmissioni di attualità su tutte le principali emittenti campani e meridionali. Mentre tutti gli altri miei colleghi hanno continuato ad andare in tv solo per parlare del Napoli (di cui sono peraltro tifoso) io ho cercato, insieme a pochi, di trattare altri temi.
E ho realizzato alcune interviste indimenticabili.
Poi mi sono dedicato agli eventi e anche in questo settore mi sono tolto grandi soddisfazioni, infine ho diretto e dirigo un bel giornale web Retenews24 che, insieme al nuovo nato Ironia Bastarda, continua a essere letto e seguito nonostante mille attacchi da parte chi sperava che chiudessimo i battenti.
Invece non solo siamo ancora in piedi ma anzi abbiamo raddoppiato la nostra produzione con un nuovo giornale. E altre iniziative sono in cantiere.
Ma naturalmente la soddisfazione maggiore è stata quella di essere ospite in due puntate di “Casa Signorini” a aver ricevuto i complimenti di Alfonso che è un uom di straordinaria cultura e di immensa professionalità.
E quali, se ne hai avute le sconfitte, che ti hanno addolorato di più, ma che, magari ti hanno insegnato qualcosa?
Dal punto di vista lavorativo mi è dispiaciuto non essere riuscito a continuare la collaborazione con alcune persone che ritenevo di grande valore professionale. Mi rammarica essere meno presente in Tv, anche se devo dire che ovunque vada c’è sempre un collega o una collega che mi chiede un parere su un avvenimento o sull’evento al quale sto partecipando. Ma il 2019 si apre con interessanti novità. Proprio sul mio rinnovato impegno televisivo. Non aggiungo altro, per ora.
Dal punto di vista personale discorso è più ampio.
Ho sbagliato a pensare che alcuni amici fossero realmente amici, non accetto i rapporti a intermittenza è più forte di me.
E se vogliamo parlare di questioni di cuore dico solo che i sentimenti hanno un peso specifico per me. E l’amore si dimostra proprio quando uno dei due ha un momento di difficoltà maggiore. Senza isterismi e senza orgoglio.
E mi fermo qui perché non mi va di dire pubblicamente ciò che penso di alcune persone.
Ci sarà modo e tempo.
Tornando agli affetti, altra figura importantissima nella tua vita è stata tua nonna…
Mia Nonna era una nobildonna maltese, una donna straordinaria che è stata determinante nella mia formazione. Era il punto di riferimento di una vasta umanità come la chiamavo io. Tutti venivano a confidarsi con lei, a tutti non faceva mancare un consiglio una parola cordiale un gesto affettuoso.
Mi ha insegnato l’arte delle pubbliche relazioni nelle quali gli anglosassoni sono maestri.
Basti pensare che uno dei fratelli di mia Nonna, mio Zio Italo è stato a lungo consigliere del Colonnello Gheddafi in Libia e l’altro fratello mio Zio Berty ha guidato lo scalo di Vancouver per conto di Alitalia.
Nonna era però buona ma anche severissima nelle faccende di casa.
Le collaboratrici domestiche dovevano rigare dritto e non lasciare nulla al caso.
Ma anche loro le erano affezionate così come tutti i commercianti della nostra zona.
Il funerale di Nonna fu un autentico funerale del quartiere.
Centinaia di persone a darle l’ultimo saluto. Se n’è andata, ormai 3 anni e mezzo fa, non solo una grande Donna ma anche una straordinaria interprete del senso più profondo del termine “solidarietà”. Mi manca moltissimo.
Le donne sono il fulcro, la base di tutto il tuo percorso di vita. In un modo o nell’altro parli sempre di donne soprattutto attraverso i social che esse siano madri, figlie, sorelle, amiche… Ma chi è la “Donna” per te?
Lei ha deciso di farmi sbilanciare, vero? Le donne in quanto tali sono il fulcro della vita. Senza di loro nessuno sarebbe qui. Hanno per questo una naturale marcia in più. Le ammiro, le amo, le stimo perché penso che dietro ogni grande uomo c’è sempre una grande donna ma che dietro una grande donna non è necessario che ci sia qualcuno.
Detto questo non voglio certo mitizzarle. Ci sono molte “donne” che non meritano di essere definite tali.
Alcune hanno una cattiveria in corpo che ci vorrebbe l’esorcista altre che sono leggere come una piuma, altre ancora che pensano di curare le proprie fragilità stando sempre per forza con qualcuno.
Per non parlare delle gatte morte, che in realtà celano altri animali con la coda tipo pantegane che sono invece vivissime in loro.
Per fortuna la gran parte delle donne che conosco, non solo quelle della mia famiglia, sono persone eccezionali che ogni giorno mandano avanti aziende, casa, figli, e che sono di una bellezza interiore prima ancora che esteriore fuori dal comune.
Anche fra le mie ex le dirò ci sono diverse donne meravigliose. Non sputo nel piatto dove ho mangiato, anzi devo molto a ciascuna di loro.
Tuo padre, un uomo del quale non parli molto, se non attraverso forse sempre gli occhi di tua madre. Un ricordo che forse fa ancora male e che difficilmente smetterà, ma chi era e chi è il papà di Lorenzo? Cosa ti ha insegnato e cosa non scorderai mai e vorrai un giorno insegnare a tuo figlio?
Parlo poco di Papà perché Papà parlava poco. Mi pare un modo per ricordarlo e onorarlo al meglio.
Tuttavia lo faccio volentieri anche qui visto che fra pochi giorni ricorre quarto anniversario della sua scomparsa.
Mio Padre era un uomo solido, concreto, con un profondo senso del dovere.
Ma che era disponibile con tutti e sapeva affrontare qualsiasi situazione con lucidità e determinazione.
Aveva uno stile inconfondibile, un passo felpato, un tono di voce molto persuasivo.
Ed era di una simpatia e ironia travolgente. Tutti facevano a gara per stare seduti vicino a lui a cena.
Politici amici di Mamma e Papà, Magistrati importanti e Professionisti “austeri” nella vita quotidiana si piegavano in due dalle risate quando lui scherzava su tutti e su tutto.
Era un punto di riferimento naturale che è stato decisivo sia per la carriera di Mamma, sia per la serenità mia e anche di mia sorella Monica che nel tempo è diventata una donna riflessiva e dolce come lo era lui.
Vorrei, se dovessi avere la gioia di diventare Padre, che mio figlio somigliasse un po’ a lui specie nella lucidità nel prendere le decisioni importanti.
Io spesso mi lascio prendere dall’ira e perdo molti rapporti per strada, altri li deterioro.
Papà invece ha costruito nel tempo una comunità molto vasta intorno a se proprio perché si arrabbiava poco, certo quando lo faceva erano dolori, ma rifletteva molto. E alla lunga è un atteggiamento vincente.
Ecco, vorrei un figlio “moderato” come Papà.
A proposito di figlio, ti abbiamo visto poco meno di un mese fa in un post su Facebook mentre stringevi forte a te un bambino in tenera età: chi è, se c’è dato saperlo?
È il mio “figlioccio” Rafael Lorenzo. Un bambino metà peruviano metà napoletano al quale sono molto legato. È il nipote di Carmen la fantastica donna che lavora da anni a casa di mia Madre e quando nacque io gli feci da Padrino.
In mio onore decisero di mettergli anche il mio nome e da allora io mi sento responsabile verso questo “bambolotto. Oggi è cresciuto e ogni volta che lo vedo mi rende felice. Ecco perché scrissi su instagram “un altro Lorenzo, migliore di me”. Lui sorride sempre, trova sempre qualcosa di bello in tutto ciò che gli capita. Vive a colori. Rifugge naturalmente dal grigiore e dalla mediocrità.
Ecco perché è senza dubbio migliore di me, ha già capito tutto.
Parliamo d’amore, quell’amore di cui spesso parli, quello con la A maiuscola: ma che cos’è l’Amore per te? Credi di averlo provato oppure deve ancora arrivare?
È qualcosa che completa la tua vita. Ma non è la cura dei tuoi mali.
Mi spiego. C’è chi si accontenta di stare con chiunque, chi pensa che basta essere fidanzati per essere felice e chi ancora crede che l’amore possa avere effetti salvifici per le nostre ferite.
E’ un grande errore. Se non si fa un lavoro serio su se stessi, se non si costruisce una propria identità e se non si risolvono i propri nodi quelle che vivremo saranno infatuazioni o relazioni di corto respiro.
L’Amore vero è invece l’incontro fra due esseri umani soddisfatti, già felici, autonomi e liberi. Liberi di vivere questo dono spettacolare che è l’Amore a pieni polmoni, senza sosta, e con la consapevolezza che ciascuno dei due migliora la vita dell’altro. Senza doverla cambiare, senza pretendere di gestirla.
C’è una bellissima lettera che è girata sui social qualche tempo fa e si intitola “vorrei essere single ma con te”, la trovo assolutamente condivisibile.
L’Amore è il coronamento di un percorso. Non è né la croce rossa italiana, né medici senza frontiere. Proprio per questo è così difficile da “trovare”.
Quello che in molti spacciano per “Amore” è un surrogato ad uso e consumo di chi guarda.
Perché nella società dell’apparire se non ostenti anche la coppia, ti senti quasi sfigato.
Ma questa è solo una delle tante imbecillità alle quali ci stiamo abituando.
Il sogno nel cassetto?
Continuare a sognare. E poi i sogni nel cassetto non si dicono, sono superstizioso.
Lorenzo ha ricordi, rimorsi o rimpianti?
Tanti ricordi che rappresentano la mia memoria e le mie radici senza le quali non potrei essere, nel bene e male , ciò che sono. Rimorso è l’essere stato effettivamente spesso severo con me stesso e con gli altri.
Il rimpianto è l’aver agito di pancia, quando forse bisognava usare la testa.
Ma detto questo penso sempre, come insegnano gli arabi, che ciò che è destinato a noi non tarderà a raggiungerci.
Il nostro futuro è in qualche modo scritto. Per questo dico sempre “Avanti, Insieme”.
Infine, Lorenzo Crea: un nome, un progetto o un nome, una garanzia? Come ti definiresti?
Un romantico crepuscolare. Non mi rassegno all’aridità dei rapporti e non disdegno la sofferenza, intesa come condizione preliminare alla “grande bellezza”.
Solo chi ha sofferto può vedere la tristezza dietro i sorrisi, le lacrime dietro gli occhi truccati e la dolcezza dietro l’apparente acidità.
Guardare “oltre” non è da tutti. Ma gli spettacoli migliori, come tali, non sono per tutti.