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MADE IN ITALY, LA PASTA SECONDO RENZO ARBORE

“Condimento e cottura della pasta sono cose da considerare “seriamente. Finalmente anche all’estero hanno capito che la pasta al dente non è solo un pallino di noi italiani. Per ogni formato, poi, c’è il sugo adatto. E anche questo non è più un segreto fuori dai confini. Le mie scelte? Vermicelli per vongole e cozze, ma da noi in Puglia i frutti di mare si mangiano anche con i tubetti o i tubettini. I fusilli mi piacciono alla puttanesca, con capperi, pomodorini e peperoncino. Gli avanzi dei vari formati li uso per preparare pasta e fagioli, mentre coi ceci uso la pasta spezzata. Quanto all’amatriciana, oscillo tra i classici bucatini e i rigatoni. Amo le cose semplici e alla fine adoro gli spaghetti aglio e olio. Ma che sia olio extravergine pugliese”. Così Renzo Arbore in una intervista a Famiglia Cristiana che ricorda come il conduttore e musicista sia stato il testimonial della giornata mondiale della pasta dello scorso ottobre nella mecca di spaghetti e rigatoni: Gragnano, borgo di pastai che si affaccia sul golfo di Napoli. “Qui tutto aiuta a creare i prodotti migliori – racconta -: l’acqua, l’aria, la dedizione della gente. Ma poi ci vuole il grano giusto: e quello arriva anche dal Tavoliere delle Puglie. Come vedete, c’è un legame indissolubile tra la mia terra di nascita e quella di adozione, in nome di uno dei più importanti alimenti made in Italy. Poi, certo, il grano che serve alle grandi produzioni arriva anche dal Canada o dall’Australia, ma questo è un altro discorso”. Arbore napoletano di adozione. “Con questa città ho un rapporto profondo – spiega -. Mi sono laureato a Napoli in Giurisprudenza, all’Università degli Studi Federico II. Prima degli esami dicevo una preghiera nel convento di Santa Chiara. Era il mio luogo spirituale. Solo molto più tardi ho scoperto che questa santa era stata scelta come patrona della televisione…”.

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