Al Mann un viaggio nella storia dal VIII secolo fino alla conquista romana del Mezzogiorno
Dopo 23 anni, torna una delle più importanti collezioni del Mann, il museo Archeologico nazionale di Napoli, un viaggio a ritroso nella storia dal VIII secolo fino alla conquista romana del Mezzogiorno per raccontare la Magna Grecia. Per testimoniare la nascita di un’identità culturale, 400 reperti in 14 sale, la più completa collezione al mondo creata da metà ‘700, con i primi scavi tra Pompei ed Ercolano e acquisizioni fino al primo ‘900. Ori, affreschi, terracotte, bronzi e vasi che testimoniano la koiné che mischiò l’identità greca a quella delle popolazioni italiche del Sud fino a farne un unicum artistico e culturale. A impreziosire questa rinnovata esperienza, la possibilità di camminare su pregiati mosaici originali romani, messi in quelle sale del museo attigue a quella della Meridiana nella prima metà dell’800, e ora sottoposti a interventi di manutenzione e pulizia che hanno riportato le superfici di tasselli colorati a testimoniare la diversità delle qualità di marmo e l’abilità degli artigiani del tempo che li incastrarono. Spicca tra tutti il pavimento circolare in opus sectile proveniente dal Belvedere della Villa dei Papiri di Ercolano, con un modernissimo gioco di illusionismo prospettico. Molti i reperti di grande significato, quali a esempio le lastre dipinte rinvenute nella Tomba delle danzatrici a Ruvo di Puglia il 15 novembre 1833, datati tra la fine del V gli e gli inizi del VI secolo a.C.; il cratere di Altamura della metà del IV secolo a. C., uno dei più monumentali vasi apuli pervenuti dall’antichità, restaurato dallo staff del Getty Museum, con una rara raffigurazione del mondo degli inferi; l’Hydria Vivenzio, uno dei vasi più celebri che il mondo antico ci abbia restituito, acquistato nel 1818 per 10 mila ducati, circa 170000 euro, e attribuita al Pittore di Kleophades (490-480 avanti Cristo).
Ma ci sono anche le tavole di Eraclea, un’iscrizione rinvenuta nel 1732 che segna una tappa fondamentale nella consapevolezza della Magna Grecia, affascinando il Settecento riformatore e illuminista. “Restituiamo al museo una parte fondamentale della sua identità grazie al riassetto dell’ala occidentale dell’edificio”, spiega il direttore Paolo Giulierini. La “passeggiata nella storia, come definisce il riallestimento della collezione dedicato a Enzo Lippolis, prematuramente scomparso nel 2018, curato da lui e Marialucia Giacco, con il percorso espositivo firmato da Andrea Mandara e Francesca Pavese, si fa con le opportune precauzioni di sovrascarpe che implicano il pagamento di 1,50 euro oltre al prezzo del ticket di ingresso al Mann, e tacchi a spillo proibiti in ogni caso.” La storia dei greci in Occidente, e quella dei popoli italici con i quali vennero a contatto, torna a passare per il Mann – dice ancora Giulierini – e mi piace immaginare questa nuova sezione come un affascinante portale della conoscenza che da Napoliconduca, e sempre più invogli, alla scoperta degli antichi tesori del Mezzogiorno d’Italia”. Nell’apparato didascalico dell’allestimento, spiccano le schede dedicate ai massimi studiosi della Magna Grecia: Paolo Orsi, Umberto Zanotti Bianco e Giovanni Pugliese Carratelli. La guida-catalogo è edita da Electa. Il progetto Obvia propone kit didattici studiati per aumentare la concentrazione dei bambini sui dettagli.