Un video-shock arriva dalla linea di confine tra Messico e Stati Uniti dove la polizia di frontiera a stelle e strisce marchia i bambini con un pennarello. Scene raccapriccianti come se fosse un nuovo “Olocausto”. L’emittente americana Msnbc ha diffuso le immagini che in pochi minuti hanno fatto il giro del Mondo. La pratica di scrivere con il pennarello sugli avambracci dei bimbi ha ricordato i tatuaggi dei prigionieri del nazismo, scatenando un’ondata di indignazione anche sui media Israealiani.
La Msnbc mostra nel video i piccoli che si sbracciano per mostrare i numeri tatuati sulle braccia.
Nei video diffusi online si vedono bambine e bambini scoprire le braccia e i polsi per mostrare i numeri, che sembrano scritti con pennarelli scuri. Sempre secondo l’emittente, i numeri sono stati scritti “dagli agenti della polizia di frontiera messicana”. Stime ufficiali indicano come questo sia uno dei confini maggiormente attraversati del mondo, registrando il passaggio di circa 250 milioni di persone ogni anno. Fra di esse, hanno una notevole rilevanza gli emigranti che abbandonano il Messico diretti verso gli Stati Uniti. È possibile individuare nel corso del XX secolo quattro diverse tipologie di migranti provenienti dall’area messicana diretti in particolare negli Stati Uniti.I braceros, immigrati che, essendo dotati di un regolare contratto di lavoro sono stati ammessi legalmente nel territorio statunitense.
Essi sono lavoratori temporanei, che hanno caratterizzato il periodo intorno al 1942 grazie ad accordi tra il governo messicano e quello statunitense, con l’obiettivo da parte di quest’ultimo di rispondere all’esigenza di manodopera dovuta all’intervento nella seconda guerra mondiale. Caratterizzarono l'”epoca dei braceros” in cui si introdusse l’utilizzo delle quote di immigrati-lavoratori da contattare. I trasmigranti o “commuters” o “tarjetas verdes” (dal colore del documento del permesso di soggiorno – “Green Card”), in altre parole persone residenti in Messico ma autorizzati a lavorare negli Stati Uniti. Il periodo coinvolto ha inizio negli anni venti.Gli immigrati legali, vale a dire le persone ammesse dalle autorità statunitensi con un regolare visto d’ingresso.Gli immigrati illegali, sprovvisti in pratica del documento, essi non rientrano nelle quote statunitensi dei lavoratori “necessari” e quindi cercano di entrare in modo clandestino. Negli anni cinquanta divenne un vero e proprio problema politico, che culminò nel 1954 con una campagna di deportazione massiccia di indocumentados, la “Wetback Operation”.