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Migranti: 272 milioni nel mondo, 26 milioni sono i rifugiati

Nel 2019 sono arrivati a 272 milioni i migranti internazionali, più di uno ogni 30 abitanti della terra, il 3,5% di una popolazione mondiale di 7,6 miliardi di persone. Nell’ultimo periodo sono cresciuti di 14 milioni ogni due anni (erano 258 milioni nel 2017 e 244 milioni nel 2015) e oggi sarebbero un miliardo se vi si includessero anche i migranti interni. Sono alcuni dei numeri della 30esima edizione del Dossier statistico Immigrazione 2020 realizzato dal Centro studi e ricerche Idos in partenariato con il Centro studi Confronti: 480 pagine divise in 74 capitoli e zeppe di tabelle e infografiche. A ospitare il maggior numero di migranti internazionali è l’Europa (89,2 milioni), seguita dall’Asia (77,5 milioni), dall’America (quasi 70 milioni), dall’Africa (26,3 milioni) e dall’Oceania (8,7 milioni). Oltre due migranti su 5 (41,3%) sono insediati, dunque, nel Sud del mondo.
In particolare, i migranti forzati, arrivati oggi a 79,5 milioni (erano meno di 71 milioni l’anno precedente), sono raddoppiati in soli dieci anni. Tra costoro, per il 40% bambini, 26 milioni sono i rifugiati e 4,2 milioni i richiedenti asilo. Al conto vanno aggiunti 24,9 milioni di migranti ambientali, che la pandemia in corso rende particolarmente vulnerabili e che i cambiamenti climatici globali renderanno sempre più numerosi: vari studi ne prevedono un aumento esponenziale fino a un numero compreso tra i 200 milioni e un miliardo entro il 2050. A loro volta i migranti economici sono 164 milioni e in diversi Paesi del mondo arrivano a rappresentare il 20% della forza lavoro. “Sebbene l’emergenza Covid – spiegano gli autori del dossier – abbia fatto emergere il contributo fondamentale dei lavoratori stranieri proprio in settori chiave per il contrasto alla pandemia (sanità, servizi di cura alla persona, pulizie, comparto agroalimentare, trasporti) tra i timori di nuove ondate di infezioni e le avvisaglie di una crisi economica senza precedenti, paradossalmente proprio questi lavoratori, tra i più esposti al contagio, potrebbero essere i piu’ colpiti da licenziamenti, restrizioni negli spostamenti e lockdown”. Mentre, sempre per effetto del Covid, le rimesse di 164 milioni di lavoratori emigrati verso i Paesi in via di sviluppo – rimesse che sostengono almeno 800 milioni di parenti che vivono nei Paesi di origine – diminuiranno, nell’anno in corso, di circa il 20% rispetto ai 554 miliardi di dollari dell’anno scorso.
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