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MIGRANTI, SALVINI DÀ ORDINI ALLA DIFESA. I VERTICI MILITARI: “INGERENZA SENZA PRECEDENTI”

Irritazione dei vertici militari della Difesa che giudicano la direttiva uno “sconfinamento”

Alta tensione tra Matteo Salvini e lo Stato Maggiore della Difesa. La terza direttiva firmata da Salvini sul contrasto all’immigrazione clandestina alza oltre il livello di guardia l’attrito nel governo tra Viminale e ministero della Difesa. Irritazione dei vertici militari per quello che viene giudicato uno sconfinamento. Già ieri la ministra della Difesa Trenta si era pronunciata in maniera netta contro la chiusura dei porti nei fatti decisa da Salvini per bloccare le navi umanitarie, ma ieri la diffusione della terza direttiva emanata ad hoc per bloccare la nuova missione della Mare Jonio, la nave umanitaria di Mediterranrea, ha scatenato grandi malumori negli ambienti dello Stato maggiore della Difesa perché la direttiva (ma in realtà anche le due precedenti) sono indirizzare anche al capo di Stato maggiore della Difesa e a quello della Marina militare, forze armate che non sono dipendenti dal Viminale.

“Una vera e propria ingerenza senza precedenti nella recente storia della Repubblica – dicono fonti dello Stato maggiore della Difesa citate dall’agenzia di Stampa Adn Kronos – Quel che è accaduto è gravissimo perché viola ogni principio, ogni protocollo e costituisce una forma di pressione impropria nei confronti del Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli. Non è che un ministro – proseguono – può alzarsi e ordinare qualcosa a un uomo dello Stato. Queste cose accadono nei regimi, non in democrazia. Noi rispondiamo al ministro della Difesa e al Capo dello Stato, che è il capo Supremo delle Forze armate”. Salvini replica: ”  Direttiva doverosa e legittima per pericolo imminente. Siamo tranquillissimi perché il Viminale è la massima autorità per la sicurezza interna. Quindi la direttiva sui porti è doverosa, oltre che legittima, a fronte di un pericolo imminente”. Fonti del Viminale sottolineano che all’articolo 12 del testo unico sull’immigrazione è previsto che le navi della marina militare “possono essere utilizzate” per “concorrere alle attività di polizia in mare”. La stessa legge sull’immigrazione, all’articolo 11, attribuisce al Ministro dell’interno la responsabilità di emanare “le misure necessarie per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima e terrestre italiana”.

Adesso per il Viminale la preoccupazione che, approfittando del caos libico, possano arrivare in Italia “centinaia di terroristi islamici” è reale. E potrebbero arrivare fin dal prossimo soccorso eventualmente operato dalla Mare Jonio, la nave umanitaria della Ong italiana Mediterranea. È questa la motivazione con la quale, come anticipato oggi su Repubblica in edicola, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato una terza direttiva, ritagliata proprio sulla Mare Jonio, che getta i presupposti affinché le acque territoriali italiane possano essere chiuse persino ad una nave italiana.  Un provvedimento che l’altro vicepremier Luigi Di Maio giudica sostanzialmente inefficace a fermare l’ipotizzata ondata di migranti. Ed è di nuovo polemica: ” Se veramente abbiamo il problema di 800mila migranti in Italia, di certo non li fermi con una direttiva che nessuno ha mai ascoltato – obietta Di Maio da Abu Dhabi – Se vogliamo aiutare l’Italia molliamo quei Paesi (che non accolgono i migranti), invece di allearci con essi”, come fa Salvini, “da Orban in giù”.

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