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“Milano sciagurata”, 600 anziani morti negli ospizi e Gallera fa lo showman

La Lombardia conta circa il 60% dei decessi totali in Italia (6.818), a Milano dal 27 febbraio i contagi sono passati da 15 a 8.676. 

“La Milano che non si ferma”, spot del 27 febbraio dato in pasto ai lombardi dal sindaco Sala, in piena epidemia, ha causato “involontariamente” migliaia di contagi (da appena 15 a 8.676), il professore Locatelli, colui che “fa le cose per bene”, annuncia in diretta che a Bergamo hanno fatto la fine dei topi almeno 600 anziani morti soffocati da soli, mentre l’assessore al Welfare del Pirellone Gallera proclama la magnificenza del Nord: “Alla fine di questa settimana verranno ricoverati i primi pazienti nell’ospedale che aprirà alla Fiera di Milano”. Il quadro raccapricciante attuale di una certa Italia è questo.

Il 27 febbraio è il giorno in cui un sindaco meneghino dichiara all’Ansa: “Milano, milioni di abitanti. Facciamo miracoli ogni giorno. Abbiamo ritmi impensabili ogni giorno. Portiamo a casa risultati importanti ogni giorno perché ogni giorno non abbiamo paura. Milano non si ferma”. Ma Peppino Sala ha portato a casa, nella sua Milano, finora, migliaia di contagiati e morti. Lo spot pubblicato su Facebook fa il giro del Nord. A Milano, in quelle ore, si registravano 15 positivi al Covid 19, ieri il totale dei milanesi infetti, ospedalizzati e in rianimazione era 8.676 mentre i morti in Lombardia sono 6.818 come si evince dal sito lab24.ilsole24ore.com/coronavirus. Una sciagura.

Poi c’è il dramma di anziani e portatori di handicap abbandonati nelle RSA. Sono le residenze sanitarie assistenziali, in una sola parola “ospizi” per vecchi e disabili che nessuno vuole, dove è il confort a esser al centro dell’interesse: si chiamano residence! A lanciare l’allarme è stato un galantuomo e vero luminare lombardo, bergamasco doc, il Professore Franco Locatelli, che di mestiere non fa il “bauscia”, ma è il presidente del Consiglio Superiore di Sanità: “Gli anziani sono la popolazione più esposta a eventi fatali. Largamente più dell’80% dei soggetti che ha perso la vita per Covid19 era ultrasettantenne. La vita nelle Rsa favorisce situazioni epidemiche che possono diventare un volano di amplificazione. Ringrazio tutti gli operatori delle Rsa. Al momento il processo di raccolta dati sulle Rsa è in corso. In provincia di Bergamo più di 600 anziani hanno perso la vita e questo in tutti noi provoca significativo dolore”. Parole che si commentano da sole. Ma in questo contesto così buio e tragico i politici lombardi proprio non ce la fanno a parlare di pseudo-successi e di avanguardia.

Giulio Gallera, che porta un nome di battesimo importante, si mette a fare il Titano dando una spallata all’amico Guido Bertolaso o “Berto-leso” come lo ha definito Travaglio (sarà ancora ricoverato al San Raffaele di Milano in via precauzionale?). L’assessore al Welfare annuncia i numeri del “mega-ospedale” che sta per partire. Lo fa in una pietosa e malriuscita diretta Facebook in stile televendita da biscione. Il tanto annunciato nosocomio allestito a Milano fiera, che richiedeva consulenze di prestigiosi esperti internazionali, quando, e dico quando sarà ultimato, sarà formato da 8 padiglioni con 7 posti letto ciascuno: il totale dell’impresa e del genio lombardo fa in tutto 56 posti. Nientepopodimeno! Ma lui, Gallera, fa il suo mestiere. 

Con “quella faccia un  po’ così, quell’espressione un po’ così”, annuncia al popolo social-leghista: “Alla fine di questa settimana verranno ricoverati i primi pazienti affetti da coronavirus nell’ospedale che aprirà alla Fiera di Milano, dove inizialmente saranno messi a disposizione i primi 24 posti. Non ci siamo mai voluti arrendere di fronte all’ineluttabile cavalcata di questo virus, abbiamo provato a costruire qualcosa che sembrava un sogno, qualcosa di inarrivabile. Ringrazio gli uomini e le donne, che hanno lavorato giorno e notte un padiglione della Fiera in un ospedale”. E anche in questo caso le parole si commentano da “sòle”. Questa è la “Milano da bere”, il celebre slogan pubblicitario per la réclame dell’Amaro Ramazzotti. Ora di amaro resta solo la disperazione di migliaia di famiglie che non possono nemmeno piangere i propri cari. Tutti  morti di Coronavirus? 

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