Conteneva un proiettile calibro 9, intercettata dal Centro di smistamento postale di Roma
Una busta con un proiettile calibro 9 indirizzata a Matteo Salvini è stata intercettata dal Centro di smistamento postale di Roma, ed è stata sequestrata dagli artificieri della polizia. Lo si apprende da fonti del Viminale. Il pacco ha insospettito gli investigatori per l’assenza dell’annullo postale e di un mittente. Sul plico nessun messaggio né sigle di rivendicazione. “Non mi fanno paura e non mi fermo”, ha commentato il ministro dell’Interno. “Più che da una politica spesso ipocrita, confido nella solidarietà di milioni di italiani perbene che si esprimeranno con il voto di domenica”, ha dichiarato Salvini. Nei giorni scorsi due buste con proiettili erano state recapitate al sindaco di Torino Chiara Appendino. Oggi, 22 maggio, sono stati presi di mira, invece, i magistrati della città sabauda. In questo caso all’origine delle minacce ci sono gli anarchici. L’episodio arriva dopo quello analogo avvenuto lo scorso 15 maggio al sindaco di Torino. Una busta con all’interno un proiettile, indirizzata al sindaco di Torino Chiara Appendino, fu recapitata martedì agli uffici del Comune. Il plico è stato intercettato dalla Digos che ora indaga. Si tratta di un nuovo gesto intimidatorio nei confronti della prima cittadina che l’1 aprile aveva ricevuto una busta esplosiva negli uffici di piazza Palazzo di Città. Non si sa chi sia il mittente né quali siano le motivazioni. So però molto bene che questi tentativi di intimidazione non sortiscono alcun effetto e, anzi, spronano a continuare a svolgere il mio ruolo di Sindaca con la massima determinazione”, ha scritto la Appendino su Facebook pubblicando anche la foto della busta minatoria. All’interno dell’involucro non c’era alcun messaggio e il francobollo applicato sulla busta non era timbrato Da diversi mesi la Appendino è sotto scorta: frange del mondo anarchico l’hanno minacciata. E una parte degli antagonisti dell’area di Torino è convinta che il M5s sia il “partito della polizia”. Quella di una matrice anarchica non è, per il momento, l’ipotesi principale degli investigatori. Il 2 aprile alla Appendino era stato recapitato un plico esplosivo. In quel caso come mittente comparve la dicitura “Scuola Diaz”, la scuola di Genova dove nel 2001, in occasione del G7, la polizia esegui’ un raid contro i no global L’ultimo caso di scontro tra il sindaco e i movimenti anarchici è successo dopo le manifestazioni del 1° maggio quando, dopo alcuni tafferugli tra la polizia e i No Tav, la prima cittadina di Torino aveva pubblicamente ringraziato le forze dell’ordine. Tensione che negli scorsi mesi si è sempre più accentuata. Cortei che non erano sfociati in violenze ma che avevano sfilato davanti al negozio di proprietà del marito del sindaco oppure sotto casa del primo cittadino. Lei non si è fatta intimidire e ha sempre risposto con fermezza. Ma siamo di fronte a minacce non prendere sottogamba. Per questo le è stata assegnata una protezione di livello quarto, gira sempre con due poliziotti al suo fianco.