Secondo Angelo Salerno, gip del tribunale di Bari, la misura della custodia cautelare in carcere per il ginecologo Giovanni Miniello, 68 anni, non è al momento necessaria in quanto, con gli arresti domiciliari, al medico verrà comunque impedito di reiterare il reato a lui ascritto impedendo “contatti con potenziali pazienti, così precludendo nuove occasioni per tornare a delinquere”.
La misura dell’isolamento dalle potenziali pazienti, della cui vulnerabilità psicologica il medico si è palesemente approfittato, è necessario, secondo quanto asserisce il PM, in quanto il ginecologo è molto noto e gode di una elevata reputazione in ambito medico-scientifico. Giovanni Miniello è stato accusato da due pazienti di violenza sessuale perpetrata in occasione della visita medica, con lo scopo di curarle dal Papilloma Virus.
La vicenda è stata portata all’attenzione dei media dalla trasmissione televisiva “Le Iene”, che vi ha dedicato ben due puntate (il 16 e il 23 novembre) e che ha portato alla luce, attraverso dei contributi video, le modalità dell’azione criminosa del Miniello; dall’appuntamento alla paziente in un albergo (e non allo studio), dallo stendersi nudo accanto alla paziente fino alla spiegazione che solo attraverso diversi tipi di rapporti sessuali la paziente sarebbe guarita, in quanto essere il Miniello “vaccinato da oltre 10 anni e pertanto portatore di anticorpi utili a debellare l’Hpv”.
La sua condotta, palesemente finalizzata all’esclusivo soddisfacimento della bramosia sessuale, ha portato lo stesso Miniello il 23 novembre scorso a presentare sua sponte la lettera di dimissioni dall’ordine dei medici e di aver chiesto contestualmente anche la cancellazione dall’albo.
Si legge, inoltre, nell’ordinanza dell’arresto, che il medico, che si era autoproclamato “Padre Pio delle patatine”, avrebbe fatto ricorso a diverse posizioni sessuali per “proteggere le pareti della bocca e della gola”; rassicurando le pazienti riferendo di aver guarito altre donne “con l’uccello”. Con questo sistemo il professionista barese costringeva le donne “a compiere e subire atti sessuali”.